Petrolio, è il giorno del meeting dell’Opec+


Si terrà nella giornata di oggi la prima riunione dell'anno dei produttori di petrolio aderenti all’Opec e dei suoi alleati, ma le indiscrezioni diffuse oggi dai media parlano di una conferma delle precedenti scelte.


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Il meeting Opec+

Primo appuntamento del 2022 per l’Organizzazione dei produttori di petrolio (Opec), a cui si aggiungono ormai puntualmente la Russia e altri alleati. Nel pomeriggio di oggi, il vertice dovrà analizzare la situazione internazionale alla luce dell’andamento dei contagi di Covid 19 causati dalla variante Omicron, con i suoi effetti sulla ripresa economica globale, mentre sullo sfondo resta l’aumento dei prezzi delle diverse materie prime.

Secondo l’agenzia Reuters, il vertice non dovrebbe riservare sorprese e l’Opec+ dovrebbe confermare la politica attualmente in vigore, con un aumento mensile della produzione di petrolio pari a 400 mila barili al giorno per il mese di febbraio.

“Per il momento non ho sentito di alcuna mossa che possa portare a un cambio di rotta”, spiegava una fonte dell’agenzia, dichiarazioni confermate anche da agenzie russe.

In attesa dell’appuntamento, i prezzi del petrolio restano poco mossi a metà mattinata di oggi e il greggio WTI viene scambiato a 76,32 dollari (+0,30%), mentre il Brent ‘viaggia’ a 79,22 dollari al barile (+0,27%).

Omicron non fa paura

Il copione di oggi, dunque, dovrebbe ripetere quanto accaduto nell’ultima riunione del 2 dicembre 2021, quando l’Opec aveva resistito al timore del rilascio di alcune riserve petrolifere statunitensi e alla diffusione di Omicron che avrebbero potuto portare ad un calo dei prezzi del petrolio.

L’Opec aveva gradualmente revocato i tagli record alla produzione concordati nel 2020 per contrastare la riduzione della domanda di energia provocata dalla pandemia, mentre oggi il gruppo minimizza l’impatto sul mercato petrolifero della variante Omicron.

“L'impatto di Omicron dovrebbe essere lieve e di breve durata, in quanto il mondo è sempre più preparato a gestire il Covid-19 e le sfide ad esso correlate”, spiegava il rapporto del Comitato Tecnico Congiunto (Jtc) dell’Opec.

Questo, continuava il comitato, “si somma a una prospettiva economica stabile sia nelle economie avanzate che in quelle emergenti”.

Il nuovo segretario generale Opec

Intanto, l’Opec ha scelto ieri il nuovo segretario generale dell’organizzazione, il kuwaitiano Haitham al Ghais, il quale assumerà l’incarico a partire ad agosto, sostituendo Mohammad Barkindo, e avrà un mandato della durata di tre anni.

Il dirigente ha svolto il ruolo di vicedirettore generale del marketing internazionale presso la Kuwait Petroleum Corporation (Kpc) ed è già responsabile dell’azienda petrolifera statale negli uffici di Pechino e Londra.

Tecnocrate multilingue con una carriera trentennale nell'industria petrolifera, il nuovo segretario generale era l'unico candidato formalmente in gara.

Il segretario generale dell'OPEC non ha potere esecutivo, ma rappresenta l’immagine pubblica dell'organizzazione e talvolta esercita funzioni diplomatiche per facilitare le trattative tra paesi con interessi divergenti, come Arabia Saudita e Iran o, più recentemente, gli Emirati Arabi Uniti.

L'organizzazione con sede a Vienna ha ringraziato Mohamed Barkindo per il suo lavoro al timone “durante i suoi due mandati consecutivi”, durati complessivamente sei anni.

Durante i suoi mandati, l'OPEC si è associata con altri dieci paesi, tra cui la Russia, attraverso un accordo firmato nel 2016 (il cosiddetto OPEC+).

Mentre il gruppo stava perdendo influenza sul mercato di fronte al boom dello shale oil statunitense, questa alleanza ha permesso ai produttori di limitare le loro estrazioni di oro nero dall'avvento della pandemia di Covid 19, facendo risalire nuovamente i prezzi, pur tra le critiche dei paesi consumatori come gli Stati Uniti.

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