Petrolio in attesa delle decisioni dell’Opec sui tagli alla produzione

05/03/2020 09:30
Petrolio in attesa delle decisioni dell’Opec sui tagli alla produzione

Parte oggi la riunione dell’Opec ma le divisioni tra i produttori lasciano i trader nell’incertezza mentre continuano le previsioni di un calo della domanda di greggio a causa del coronavirus

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Il petrolio sale leggermente nel giorno dell’Opec

Tenta un lieve recupero il prezzo del petrolio nella giornata di oggi, caratterizzata per la riunione dei produttori Opec Plus in corso a Vienna. Il prezzo del WTI, però, resta intorno ai 47 dollari, mentre il Brent è scambiato a 51 dollari al barile.

Il 178° vertice dei Ministri Opec cercherà di raggiungere un accordo su un possibile taglio della produzione di greggio a 1 milioni di barili al giorno rispetto ai precedenti 600 mila, ma le differenze di opinione lasciano gli operatori nell’incertezza.

Incertezza che aumenta a causa della posizione della Russia, principale membro esterno dell’Opec, la quale annuncerà le sue decisioni nella giornata di domani, venerdì 6 marzo.

Secondo rumors riportati al Sole 24 Ore, l’Arabia Saudita spingerebbe per portare il taglio alla produzione fino a 1,5 milioni di barili al giorno, ma i russi sembrano non essere d’accordo.

Le decisioni dell’Opec, dunque, restano decisive per il mercato, e “ogni trader del greggio tiene il dito sopra il pulsante compra o vendi seguendo il vertice dell’OPEC”, spiega John Kilduff, socio fondatore dell’hedge fund energetico di New York Again Capital. “Un accordo per un taglio di un altro milione di barili al giorno significa ‘compra’, mentre nessun accordo indica ‘vendi’”, spiega ancora Kilduff, “per il momento, tutti pensano che sarà un sell”.

Aumentano le scorte di greggio

Intanto, sui prezzi continua a pesare la produzione statunitense. La Energy Information Administration (EIA), infatti, nella notte ha riportato che le scorte di greggio USA sono salite meno del previsto la scorsa settimana.

I dati dell’EIA hanno mostrato una crescita di 785.000 milioni di barili nella settimana terminata il 28 febbraio, mentre gli esperti prevedevano un aumento di 2,64 milioni di barili.

Il rischio calo della domanda

Il perdurare della crisi causata dal coronavirus aumenta il rischio di un calo della domanda di petrolio nel mondo. Secondo Goldman Sachs, infatti, la richiesta di greggio potrebbe scendere a 150 mila barili, mentre questi esperti prevedevano un aumento a 1,1 mbg prima della diffusione del virus.

Ancora più pessimisti gli analisti di Ihs Markit, secondo i quali il primo trimestre dell’anno vedrà un calo di 3,8 mbg, superiore al record di 3,6 mbg arrivato nel 2009 in piena crisi finanziaria.

Il coronavirus rappresenta “uno shock improvviso, istantaneo sul lato della domanda” e “le dimensioni del declino sono senza precedenti”, spiega Jim Burkhard, vicepresidente della società di ricerca, avvertendo che una ripresa dei consumi nel secondo semestre difficilmente basterà a compensare i barili perduti.

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