Petrolio: rimbalzo possibile, Exxon può salire del 20%
E’ l’indicazione dell’americana Gerdes Energy Research che ha alzato la raccomandazione sul gigante dell’Oil da Neutral a Buy con un target price di 134 dollari. Se le quotazioni del greggio scenderanno ancora, i petrolieri Usa incominceranno a chiudere i pozzi
Brent in rialzo dell’1,7% a 71,7 dollari al barile
La situazione è migliore di quanto non sembri nel mercato del petrolio e per le azioni delle società petrolifere. Ne è convinto John Gerdes, presidente di Gerdes Energy Research, che in un report diffuso martedì 10 settembre ha scritto che le quotazioni attuali dei titoli petroliferi sembrano scontare un prezzo del greggio di circa 58 dollari al barile, cioè un livello più basso del 17% rispetto a oggi. Gerdes ha alzato la raccomandazione su Exxon a Buy da Hold e ha elevato il target price a 134 dollari da 130 dollari.
Dopo un mese di discesa quasi ininterrotta, il Brent, la qualità di greggio di riferimento sul mercato internazionale, quota oggi a 71,7 dollari, in rialzo dell’1,6% su ieri. Mercoledì la quotazione era finita a 68,8 dollari, il livello più basso dal 2021. I prezzi del greggio sono crollati dopo che martedì l'OPEC ha tagliato le previsioni sulla domanda globale di petrolio per il 2024 a circa 2 milioni di barili al giorno, ovvero circa 80.000 barili in meno rispetto alle previsioni precedenti.
I produttori Usa potrebbero ridurre il numero dei pozzi in attività
Ma un crollo prolungato del petrolio non è inevitabile, sostiene Gerdes, convinto che i prezzi possano rimbalzare e alcuni titoli, fra i quali Exxon, appaiono interessanti.
E’ vero che gli analisti hanno ridotto le loro stime sui prezzi del petrolio per il resto dell'anno e per il 2025 a causa della debolezza economica della Cina e della continua espansione della produzione di idrocarburi negli Stati Uniti e in Canada. Ma la maggior parte delle banche di investimento si aspetta ancora che la domanda cresca più velocemente dell'offerta fino alla fine dell'anno. “Ai livelli attuali delle scorte, il petrolio è sottovalutato di 10 dollari”, ha scritto la scorsa settimana Natasha Kaneva, analista di JP Morgan.
Un importante elemento che potrebbe cambiare il quadro nelle prossime settimane sarebbe la decisione dei produttori Usa di greggio di ridurre il numero di impianti di perforazione in funzione, causando un calo della produzione e contribuendo ad aumentare i prezzi. Kaneva ritiene che un calo prolungato dei prezzi al di sotto dei 65 dollari al barile convincerebbe i produttori di petrolio statunitensi a iniziare a fermare alcuni pozzi.
Quotazioni a confronto dall’inizio dell’anno
Essendo uno dei maggiori produttori di petrolio al mondo, gli utili e i flussi di cassa della ExxonMobil sono destinati a risentire del calo dei prezzi del petrolio. Nell’ultimo mese le azioni Exxon sono scese del 7,8%, ma mantengono una performance positiva del 7% dall’inizio dell’anno. Il Brent, invece, segna un calo del 6,5% dall’inizio dell’anno. Quanto ai concorrenti americani, Chevron segna un calo del 7,7% e ConocoPhillips perde il 12,7%.In Europa la britannica BP perde il 14% dall’inizio dell’anno, Shell e TotalEnergies sono pressoché in parità ed Eni accusa un ribasso del 10%.
Exxon garantisce un rendimento da dividendo del 3,5%
Nel suo report Gerdes sottolinea i punti di forza di Exxon che, a suo dire, costituiscono gli elementi della maggiore resilienza del titolo e sono alla base di un possibile recupero. Al primo posto figura il rendimento da dividendo di Exxon, pari al 3,5%. Il gigante petrolifero ha aumentato il suo dividendo per 41 anni consecutivi e dovrebbe essere ancora in grado di offrire un dividendo maggiore quest'anno e nei prossimi, anche se i prezzi del petrolio dovessero scendere ulteriormente.
Ci sono poi i progetti di sviluppo della Exxon in Guyana e nel bacino permiano degli Stati Uniti che l’analista definisce “di portata mondiale”. Gerdes prevede che la società genererà circa 214 miliardi di dollari di free cash flow dal 2025 al 2029, pari a circa il 43% della capitalizzazione attuale della società (487 miliardi di dollari).
Il target price di Gerdes è di pochissimo sopra la media dei target dei 27 analisti che coprono Exxon (132 dollari). Di questi, 15 raccomandano di comprare le azioni e 12 sono neutrali.
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