Poste Italiane sotto attacco hacker: le conseguenze
Obiettivo degli hacker è stata Postel, di proprietà del gruppo, e i criminali hanno richiesto un riscatto di 500 mila dollari per non diffondere informazioni personali dei dipendenti.
L’attacco a Poste Italiane
Attacco hacker contro Postel S.p.a., società del gruppo Poste Italiane specializzata nella gestione dei documenti per imprese e pubblica amministrazione.
L’atto di ieri si è rivelato opera del gruppo hacker Medusa Locker, portando ad un malfunzionamento e all’interruzione dei servizi della società durata alcune ore.
Il gruppo Medusa Locker ha richiesto un riscatto di 500 mila dollari per non divulgare i dati ottenuti illecitamente.
Non nuovo nel panorama delle minacce cibernetiche, il gruppo aveva già perpetrato attacchi contro infrastrutture di alto profilo, in particolare negli Stati Uniti, ripetendo il loro modus operandi di richiedere richieste di riscatto sotto minaccia di divulgare informazioni sensibili in caso di mancato pagamento da parte delle società colpite.
Le conseguenze
Poste Italiane è intervenuta immediatamente rassicurando che gli hacker hanno ottenuto solo l’accesso a dati interni, ma la pubblicazione di screenshot e documenti personali da parte del gruppo Medusa evidenzia alcuni rischi concreti.
Secondo l’esperto di privacy online, Christian Barnieri, potrebbero essere stati compromessi i dati dei dipendenti di Postel, evidenziando il rischio di gravi conseguenze per la loro privacy in caso di diffusione di queste informazioni.
“Attualmente, le conseguenze del data breach sembrano essere limitate”, sottolineano da WebSim Intermonte, che su Poste Italiane hanno un giudizio ‘interessante’ con target price di 12 euro.
Tuttavia, “rimane il rischio di danni alla reputazione e di possibili sanzioni per violazione delle procedure di gestione dei dati personali dei dipendenti”, aggiungono dalla sim.
A Piazza Affari il titolo prima apre in negativo scendendo a quota 10 euro per azione, per poi recuperare e guadagnare lo 0,30% dopo circa un’ora di scambi, salendo ad un massimo di 10,08 euro.
La tassa sugli extra-profitti
Nel frattempo, gli analisti di Equita Sim analizzano il titolo Poste Italiane alla luce delle conseguenze della tassa sugli extra-profitti sulle banche decisa dal governo e mantengono la raccomandazione ‘buy’ sul titolo della società, con target price di 12,5 euro.
“L’analisi dell’articolo 26 del DL 104 pubblicato in Gazzetta Ufficiale evidenzia, a nostro avviso, il fatto che a BancoPosta non si debba applicare l’imposta straordinaria calcolata sugli aumenti del margine di interesse”, spiegano dalla sim.
“Il motivo è che, a differenza delle indiscrezioni giornalistiche iniziali che parlavano genericamente di intermediari finanziari, il testo finale specifica che oggetto della tassa sono le banche di cui all’articolo 1 del decreto legislativo 1 settembre 1993, 385 mentre BancoPosta è stata costituita con DPR 144/01 come intermediario finanziario sui generis, che può raccogliere depositi che deve investire in obbligazioni governative”, aggiungono gli esperti.
“Al di là della forma, il tema di sostanza è appunto che la norma mira a colpire l’aumento degli interessi attivi sui prestiti a tasso variabile, una attività che appunto BancoPosta non può svolgere con il proprio bilancio” e “resterà comunque da verificare quale sarà il testo finale alla fine dell’iter parlamentare”, concludono da Equita.
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