Reazione del Nasdaq ai dati CPI ed alle aspettative sui tassi

Dopo l'ultimo report sull'inflazione negli Stati Uniti, i rendimenti dei titoli di stato sono aumentati, mettendo in dubbio le aspettative di un imminente taglio dei tassi. Nonostante la speranza di un "atterraggio morbido" nell'economia, le incertezze sull'impatto dell'inflazione sulle decisioni sui tassi persistono. Gli investitori monitorano attentamente i dati economici, cercando chiarezza sulla posizione della Federal Reserve.

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In seguito all'ultimo report sull'inflazione negli Stati Uniti, i rendimenti dei titoli di stato hanno registrato un leggero aumento venerdì, mettendo in discussione le precedenti aspettative di un imminente taglio dei tassi. L'indice dei prezzi al consumo (CPI) di dicembre è aumentato dello 0,3%, superando la prevista lettura dello 0,2% e chiudendo l'anno al 3,4%, leggermente al di sopra del previsto 3,2%. L'inflazione di base, escludendo i prezzi alimentari ed energetici volatili, è rimasta stabile, con un aumento mensile dello 0,3% e un incremento del 3,9% rispetto all'anno precedente.

Inizialmente gli investitori speravano in tagli dei tassi più aggressivi da parte della Federal Reserve, potenzialmente a partire da marzo. Tuttavia, gli ultimi dati CPI hanno introdotto incertezza, con lo strumento CME FedWatch che indica una probabilità del 68% di un taglio dei tassi a marzo. Questa esitazione è alimentata da preoccupazioni sull'impatto dell'inflazione sulle decisioni sui tassi di interesse.

Il prossimo rilascio dell'indice dei prezzi alla produzione (PPI) di dicembre dovrebbe fornire ulteriori dettagli sulle tendenze inflazionistiche. Nonostante un aumento dello 0,3% nel CPI core per il mese, la lettura core su base annua suggerisce una potenziale stabilizzazione delle pressioni inflazionistiche.

I costi degli alloggi hanno svolto un ruolo significativo nell'aumento del CPI, con un incremento dello 0,5% per il mese e oltre la metà dell'incremento del CPI core. Su base annua, i costi degli alloggi sono aumentati del 6,2%, evidenziando l'influenza dell'edilizia sull'inflazione complessiva.

Le reazioni di mercato sono state rapide, con i futures dei mercati azionari che sono diventati negativi dopo la pubblicazione, recuperando però le perdite nella seconda parte della seduta.

Nonostante le preoccupazioni sull'inflazione, gli adeguamenti salariali all'inflazione hanno registrato un modesto aumento dello 0,2% per il mese e dello 0,8% rispetto all'anno precedente. Gli ufficiali della Federal Reserve stanno monitorando attentamente i prezzi dei servizi per individuare segnali di un progresso sostenibile dell'inflazione, sottolineando l'impegno al target del 2%.

La divergenza tra le aspettative di mercato e le proiezioni della Federal Reserve riguardo il tempismo e l'entità dei tagli dei tassi nel 2024 rimane evidente. I mercati prevedono sei tagli dei tassi quest'anno, mentre le proiezioni della Fed indicano solo tre. Il presidente della Federal Reserve di New York, John Williams, ha riconosciuto la diminuzione dell'inflazione, ma non ha fornito una chiara tempistica per i tagli dei tassi, indicando un approccio cauto agli aggiustamenti delle politiche.

Nel contesto economico, nonostante le letture di inflazione superiori alle attese, persiste tra gli investitori la speranza di un "atterraggio morbido". L'incremento recente del CPI è sicuramente da contestualizzare nella dinamica di un’inflazione in calo del 9,1% dal picco di giugno 2022. La spesa dei consumatori e il mercato del lavoro hanno dimostrato resilienza, alimentando infatti ottimismo sulla traiettoria dell'economia.

Sebbene l'economia statunitense sembri essere sulla strada per un atterraggio morbido ci sarà probabilmente molto lavoro da fare da parte della FED in termini di politica monetaria attenta e misurata: secondo quanto dichiarato da alcuni membri pare che marzo potrebbe essere troppo presto per un calo dei tassi, richiedendo dati più completi per decisioni informate.

Cosa dice il grafico? Su timeframe giornaliero il Futures sul Nasdaq rimane in una traiettoria long mantenuta da area 16.500 USD, supporto sotto il quale si modificherebbe la view di breve periodo. Il mantenimento di quest’area e la rottura della trend di lungo periodo (in blu) avrebbe come obiettivo i massimi di sempre in area 17.500/17.700 USD.

Sotto area 16.500 USD il primo supporto che i venditori testerebbero si trova in area 16.000 USD ed il secondo in area 15.700 USD.

I prezzi sono sopra la media mobile EMA a 200 periodi.

Su timeframe giornaliero: 9 indicatori tecnici su 18 sono rialzisti e 6 neutrali e 3 ribassisti.

Il Futures sul Nasdaq mantiene il trend rialzista di brevissimo termine nonostante i dati sul CPI

Il Nasdaq e-mini su tf orario cede qualcosa all'uscita dei dati CPI e testa il supporto minore a 16.760,25 USD da cui si riporta sulla resistenza a 16.927,25 USD.

La rottura e mantenimento di 16.927,25 USD porterebbe l’e-mini verso 17.093,75 USD con obiettivo intermedio a 17.001,25 USD.

La perdita di 16.927,25 USD porterebbe il Futures a testare 16.835,75 USD e successivamente 16.760,25 che, se perso, porterebbe i venditori a testare il supporto maggiore a 16.612,75 che nell’ultimo rally non è stato testato.

La tendenza rialzista di brevissimo è supportata da 16.401,00 USD.

Su timeframe orario: 6 indicatori tecnici su 18 sono rialzisti, 4 ribassisti e 8 neutrali.

I 3 oscillatori utilizzati dal nostro sistema indicano su TF orario una fase neutrale.

Su TF orario i prezzi sono sopra la EMA a 200 periodi.

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