I record di Wall Street e il bazooka di Pechino


I nuovi massimi storici sono arrivati in un contesto di revisione delle aspettative sulla partenza del taglio tassi, ora il mercato dà l’ipotesi di marzo al 40%, due settimane fa era all’80%. Rimbalza dai minimi da quasi vent’anni la borsa di Hong Kong, Hang Seng +3,5%. Le autorità di Pechino hanno deciso di lanciare un maxi piano di stabilizzazione del mercato azionario. La banca centrale del Giappone resta ancorata alla politica monetaria dei tassi negativi. BCE: giovedì Christine Lagarde dirà senza mezzi ai termini ai mercati che sono troppo aggressivi sul taglio dei tassi: ad aspettarselo è Tomasz Wieladek, Chief European Economist di T. Rowe Price. L’importanza crescente dei bond spazzatura.


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La borsa degli Stati Uniti ha iniziato la settimana con una seduta di placidi rialzi, ma essendo arrivata venerdì di slancio sui massimi storici, all’S&P500 è bastato un rialzo dello 0,2% per toccare un altro record. Il Dow Jones Industrial Average ha guadagnato lo 0,4%, toccando anch'esso un massimo storico, mentre il Nasdaq Composite è salito dello 0,3%, raggiungendo il livello di chiusura più alto dal 4 gennaio 2022. L'indice dei tech è un po' più del 4% al di sotto del suo massimo storico del novembre 2021.

I Treasury si sono leggermente apprezzati dopo le vendite della scorsa settimana. Il rendimento del decennale è sceso al 4,09% mentre il mercato prende le misure al programma di discesa del costo del denaro anticipato a dicembre dalla Federal Reserve.

Il FedWatch Tool di CME, un tracker basato sui prezzi dei contratti futures sui fed funds, indica ora una probabilità del 58,4% che i tassi rimangano invariati a marzo e una probabilità del 40,5% di un taglio dei tassi di un quarto di punto a marzo. Nella seconda settimana di gennaio, la probabilità di un taglio a marzo era dell’80%.

Le borse dell’Europa dovrebbero aprire in lieve rialzo, future del Dax di Francoforte +0,1%, ieri la borsa tedesca ha chiuso in rialzo dello 0,8%, contro il -0,3% di Piazza Affari.

ASIA

Rimbalza dai minimi da quasi vent’anni la borsa di Hong Kong, Hang Seng +3,5%. Bloomberg ha scritto stanotte che le autorità di Pechino hanno deciso di lanciare un maxi piano di stabilizzazione del mercato azionario: il fondo al quale starebbe lavorando il premier Li Qiang potrebbe avere una potenza di fuoco da 280 miliardi di dollari.

“Le svendite avevano raggiunto livelli irrazionali a causa di una crisi di fiducia", commenta stamattina Vey-Sern Ling, analista di Union Bancaire Privee. "Un pacchetto di salvataggio potrebbe essere insufficiente da solo a sostenere il mercato in termini di valore, ma sicuramente aiuterà a dissipare l'idea che al governo non importi nulla".

La borsa di Tokyo è piatta dopo le comunicazioni di politica monetaria. La Banca del Giappone ha confermato il tasso a breve termine a -0,1% e ha mantenuto intatti i parametri di controllo della curva dei rendimenti. Nel comunicato, il board afferma di essere un po' più fiducioso nel raggiungimento dell'obiettivo dei prezzi, nessuna indicazione o indizi sulla tempistica di un'eventuale cambio di rotta della politica monetaria. La decisione ha inizialmente indebolito lo yen nei confronti del dollaro. La banca ha tagliato le sue previsioni di inflazione per l'anno fiscale al 2,4% dal 2,8%, questo implica che l'aumento dei prezzi continuerà a superare l'obiettivo del 2% per un po' di tempo.

Il petrolio Brent è intorno a ottanta dollari il barile, ieri in rialzo di quasi il 2%. Stati Uniti e Gran Bretagna hanno colpito di nuovo le posizioni Houti nello Yemen.

BCE: PRIMO TAGLIO A GIUGNO

Giovedì Christine Lagarde dirà senza mezzi termini ai mercati che sono troppo aggressivi sul taglio dei tassi: ad aspettarselo è Tomasz Wieladek, Chief European Economist di T. Rowe Price. A suo avviso, un primo avvertimento era arrivato la scorsa settimana da Davos, in quell’occasione infatti, “anche i membri più dovish avevano sottolineato chiaramente che le informazioni necessarie per valutare l'opportunità di un taglio dei tassi non saranno disponibili prima della riunione di giugno” si legge nella nota. Non ci sono solo le dichiarazioni degli ultimi giorni, i resoconti della riunione di dicembre parlano chiaro: “mostrano chiaramente che il Consiglio direttivo della Bce ha deciso di opporsi in modo unanime a quanto prezzano i mercati”, prosegue Wieladek. Nelle minute viene fornita un’indicazione indiretta di quel che pensa il board della Bce, viene infatti citato due volte il risultato del Survey of Monetary Analysts, il sondaggio sulle aspettative degli analisti monetari. La rilevazione segnala che il pool di esperti sull’andamento dei tassi, si aspettano tre tagli nel 2024, anziché i 5,5 tagli previsti dai mercati.

”Al momento, i mercati sono concentrati sull'idea che l'inflazione spot nell'area Euro stia per scendere al 2% e che la Bce inizierà a tagliare rapidamente i tassi in risposta. Tuttavia, la Bce ha chiaramente affermato che i dati sul mercato del lavoro e sulla crescita dei salari saranno un fattore decisivo per la sua decisione di politica monetaria. I dati sulle contrattazioni salariali per il primo trimestre saranno disponibili solo alla riunione della Bce di giugno.

LA SPAZZATURA RENDE

L’universo dei bond ad alto rendimento, quelli indicati anche come obbligazioni spazzatura, non sono più da tempo un segmento di mercato riservato agli amanti del brivido e alle aziende pericolanti. Negli ultimi 25 anni il valore dell'universo high yield europeo è aumentato di oltre 20 volte, mentre il numero di emittenti è più che quintuplicato. “Di conseguenza, il mercato dell'High Yield europeo offre oggi un più ampio bacino di emittenti da cui attingere per la selezione degli investimenti”, si legge nella nota firmata da Jake Lunness, Client Portfolio Analyst, High Yield di Columbia Threadneedle Investments.

Oggi il mercato High Yield europeo offre un rendimento a scadenza del 6,9%, giusto per avere una base di confronto, l’indice Euro Stoxx 50 ha registrato un rendimento annualizzato del 3,0% dal 2000 e del 6,8% dal 2015. I timori di insolvenza sono legittimi ma Lunnes rassicura: “le nostre stime per l'High Yield prevedono livelli di default modesti, attualmente corrispondenti ad un tasso cumulato del 3,9% da ottobre 2023 a ottobre 2025, pari a l'1,9% annualizzato. Ricordiamoci anche che la media di lungo periodo del tasso di default dell'High Yield europeo è oggi del 2,7% annuo”. A fronte di questo rischio, c’è la prospettiva di un ottimo guadagno. “Nel lungo termine il mercato High Yield in euro ha sovraperformato le altre asset class europee; da gennaio 2001 il rendimento dell'indice del mercato High Yield è infatti quasi triplicato, in termini assoluti”, prosegue il gestore. Analizzando l’andamento dei rendimenti per ogni periodo di detenzione di cinque anni intercorso dal 2000 ad oggi, per un totale di 228 osservazioni, “è possibile notare come il mercato HY abbia conseguito un rendimento cumulativo mediano a cinque anni pari al 32,7%, registrando rendimenti negativi soltanto in nove dei 228 periodi osservati”, conclude la nota.

TITOLI

Enel ha concluso il programma di buyback sulle azioni, avviato il 16 ottobre scorso, nell'ambito del quale sono state acquistate complessive 4,2 milioni di azioni Enel (pari allo 0,0413% circa del capitale sociale), al prezzo medio ponderato per il volume di euro 6,3145 per azione e per un controvalore complessivo di 26,52 milioni di euro.

Ferragamo. Pierre La Tour è stato nominato dal Cda Cfo con decorrenza dal 18 marzo prossimo.

La svedese Ericsson ha chiuso il quarto trimestre com un risultato operativo superiore alle attese. Nella nota sui risultati, il colosso delle reti telefoniche avverte che nel corso dell’anno i mercati al di fuori della Cina saranno ancora più deboli.

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