Renault dice sì al fidanzamento, per le nozze bisogna attendere


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Tre giorni di cda e non è ancora finita

I temi sul tavolo sono tantissimi e tutti delicati. Occupazione, governance (ovvero chi controllerà la nuova società) , soldi (concambio delle azioni) e tutto in vista di un’intesa che non si deve fermare qui  e anzi deve attrarre il terzo grande partner capace di portare il progetto a compimento: Nissan che però non è al tavolo a trattare...

Non poteva essere una passeggiata, si tratta di una svolta epocale con un obiettivo ambizioso che va oltre ai limiti delle previsioni. Far nascere il primo gruppo auto al mondo da realtà con una cultura profonda consolidata e diversa a fronte di un cambiamento epocale, la rivoluzione elettrica.


La mancanza di un visionario

Non parliamo solo di motori ma anche di un nuovo modo di concepire l’auto. Le Ipo di Lift Uber, gli investimenti nell’auto a guida autonoma, magari grazie al 5g governati da un mega computer centrale non sono semplice fantascienza ma progetti concreti.

In questi momenti manca forte l’uomo che ha portato tutto fino a questo punto tanto che i passi ora sono obbligati ma senza un visionario appaiono percorsi alla cieca. La forza degli Agnelli, pochi lo sanno, però è la squadra. Nomi sconosciuti, che “stanno a loro posto”  dietro un team che non si vede eppoi appare un uomo forte. E’ stato lo stesso per Sergio Marchionne. Gli Agnelli sapevano di aver l’asso d’oro nella manica ma il mercato lo ha scoperto solo dopo. Dopo il convertendo e l’aumento di capitale.


I fatti sono Noti

Il resto è noto.

Ieri è arrivato un assist fondamentale: il ministro dell’Economia francese, Bruno Le Maire. «Questa fusione  è un’opportunità, perché consente di consolidare il settore e di creare un campione europeo mondiale che trovi margini di manovra necessari per finanziare i veicoli elettrici e quelli autonomi». «Tuttavia - aveva aggiunto - occorrono delle condizioni. E queste condizioni le abbiamo fissate in partenza». Occorre, per Parigi, che Renault resti un sito operativo in Francia, che lo Stato sia rappresentato nel nuovo cda e che vi siano garanzie occupazionali. L’Eliseo possiede il 15% di Renault un altro 15% è in mano a Nissan (di cui Renault detiene il 43%).

Da parte dei giapponesi ci sono caute aperture: “Per Nissan c'è la necessità di guarda un pò più da vicino i dettagli del progetto per vedere quale tipo di rapporto contrattuale l'accordo creerebbe", scrive il Nikkei  citando fonti del dossier ed evidenziando come il Ceo di Nissan, Hiroto Saikawa abbiamo accolto "cautamente" la notizia sul progetto di fusione.


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