Rendimento del 9,5% annuo cumulato per il Bond di Barclays callable in dollari

Comunicazione Pubblicitaria Bond
08/05/2024 13:00

L’emittente inglese mette sul mercato un’obbligazione ad altissimo rendimento, un Fixed Rate Callable con Isin XS2734972263, richiamabile dal primo anno. La durata massima è 20 anni ma sul mercato è sempre rivendibile e ogni anno cumula delle cedole del 9,5% in dollari.

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Un rendimento del 9,5% annuo in dollari, pagato cumulativamente a scadenza o in caso di rimborso anticipato. Non è facile oggi trovare un rendimento così elevato e alle spalle un emittente solido della qualità di Barclays con rating A+ da S&P e A1 da Moody’s.

Il taglio minimo dell’obbligazione Fixed Rate Callable di Barclays con Isin XS2734972263 è alla portata di tutti: 1.000 dollari. E, per di più, oggi quota sotto la pari a 99,16 dollari. Il bond è stato emesso il 2 aprile e giorno dopo giorno il prezzo cumula anche la cedola.

La durata massima del prodotto è 20 anni, ma in caso di futuro calo dei tassi Barclays avrebbe la convenienza a richiamare il bond in anticipo a 100 dollari pagando tutte le cedole cumulate fino a quel momento, perché sul mercato troverebbe forme di finanziamento a minor costo. Così in caso di discesa dei rendimenti dei titoli di Stato è lecito aspettarsi un apprezzamento del bond o un suo richiamo anticipato. Al contrario, se per 20 anni i tassi dovessero rimanere a questo livello o salire ancora, Barclays avrebbe la convenienza a mantenere in vita il prodotto e l’investitore si troverebbe in portafoglio un’obbligazione che, ogni anno, cumula un premio davvero elevato.

In ogni momento il risparmiatore potrebbe comunque uscire dall’investimento in quanto Barclays sarà sempre presente sul mercato con un prezzo di acquisto sul bond.

Questa tipologia di obbligazione non stacca la cedola, ma la cumula al suo interno per distribuirla in un'unica soluzione a scadenza o in caso di rimborso anticipato. Questo meccanismo si riflette sulla quotazione dell’obbligazione.

Il continuo cumulo del premio, infatti, tenderà a spostare sopra la parità il prezzo del bond permettendo così al risparmiatore di uscire in guadagno dall’investimento senza, per forza, che scatti un rimborso anticipato o si arrivi a scadenza.

Per capire meglio questo meccanismo, immaginiamoci, per un attimo, di congelare tutte le variabili che influiscono sul prezzo dell’obbligazione come la volatilità, l’andamento e le attese sui tassi, il merito creditizio dell’emittente e lasciamo come unica sola variabile mobile lo scorrere del tempo. A questo punto il prezzo del bond sarebbe dato dal suo valore a 100 dollari più le cedole cumulate al suo interno, (rateo lordo). In due anni saremmo già al 19%, 9,5% il primo anno e 9,5% il secondo. Più passa il tempo più il bond tenderà ad apprezzarsi permettendo all’investitore di uscire in anticipo. In 10 anni siamo a 195 dollari (95% in più) in 20 a 290 dollari (190%).

L’idea di fondo è che con un rendimento così elevato il bond dovrebbe essere in grado di navigare anche in acque incerte come quelle sui tassi, offrendo un buon ritorno.

Dove vanno i tassi Usa

Jerome Powell ha dichiarato che la Fed probabilmente manterrà i tassi al livello attuale, il massimo di 23 anni, per un periodo ancora più lungo se l'inflazione continuerà a superare l'obiettivo del 2%, aggiungendo che, se l'economia dovesse rallentare bruscamente la Fed sarebbe pronta a tagliare i tassi.

Con una forte dose di umiltà è giusto ammettere che il mercato, la Fed, gli economisti, banche d’affari ecc, la lista si fa davvero lunga, si sono sbagliati.

Siamo partiti a inizio anno con una previsione di 6 tagli di tassi e, a metà aprile, ci si interroga se ci saranno almeno due tagli.

Il forte rialzo dei tassi è servito a calmare l’inflazione che aveva superato anche il 9% in Usa. Ma come sempre l’ultimo miglio è il più impervio e l’inflazione, a marzo 3,8%, sembra non volere più scendere da questo livello con un’economia Usa che sta mostrandosi fortissima.

Il grafico sotto l’evoluzione dell’inflazione Usa in blu e dei tassi stabiliti dalla Fed.

Powell non vuole commettere il terribile errore di abbassare la guardia troppo presto, pena perdere sia credibilità che rischiare poi di dover stringere talmente tanto l’economia da farla soffocare.

Quello che è successo è stato trovarsi una domanda dei consumatori americana molto forte e un contagio dell’inflazione a quelle aree dell’economia meno reattive come i contratti di affitto e dei salari e che, una volta ritoccati al rialzo, non tornano indietro anzi stimolano ancora di più l’inflazione rendendola più “appiccicosa” e duratura.

Ora però non bisogna saltare alle stime opposte per scommettere che se i tagli saranno di meno allora non ci saranno mai tagli. Più tempo permangono i tassi alti e più i loro effetti si propagano sull’economia. Più vengono rimandati i tagli oggi e più potrebbero essere necessari domani.

Il grafico mostra come ora il mercato stima da qui a fine gennaio 2025 che i tassi Usa passino dal 5,25-5,5% al 4,8 di fatto operando due tagli da 0,25.

Ricordiamo che, in caso di un calo dei tassi, il bond si apprezzerebbe proprio perché aumenta il suo appeal legato a un rendimento così elevato. Crescono, inoltre, le probabilità di un rimborso anticipato.

Rischio o opportunità del cambio in dollari.

Il prodotto è denominato in dollari, questo fattore espone l’investitore al rischio/opportunità del cambio. Cosa significa. Per l’investitore italiano, dunque della zona euro, un apprezzamento del dollaro sull’euro durante il periodo dell’investimento, si traduce, una volta che riconverte in un miglioramento della performance dell’investimento in euro. Al contrario un calo del dollaro si tradurrebbe in una riduzione della performance del prodotto quando si venderanno i dollari per riacquistare gli euro.

Ad oggi il dollaro gode di un certo ottimismo sull’euro, almeno nel breve periodo. Gli economisti, infatti, stimano che la differenza di crescita delle due economie, quella americana molto forte, quella europea meno, sosterrà i tassi Usa e dunque la valuta.

Tra Fed e Bce, infatti, si sta delineando una divergenza forte. La prima pronta a tagliare i tassi a giugno/luglio, con un’inflazione che nel mese di aprile si è attestata al 2,4% mentre la seconda è attendista con un’inflazione core a marzo al 3,8% (il dato di aprile è in agenda il 15 maggio).

Rendimenti più elevati in Usa richiameranno gli investimenti in dollari apprezzando la valuta statunitense.

Ovviamente, questa è una visione di breve periodo. Nel lungo periodo le previsioni sono molto più difficili.

Breve descrizione del prodotto

L’obbligazione in Fixed Rate Callable di Barclays ISIN XS2734972263 è un bond unsecured e unsubordinated e propone una cedola cumulata annua lorda del 9,5% pagata a scadenza o su eventuale rimborso anticipato discrezionale (Callable) da parte dell’emittente. La struttura prevede la possibilità di rimborso anticipato (o callability) dopo il primo anno di emissione. A scadenza o in caso di richiamo il bond rimborsa il valore nominale più le cedole maturate. In caso di estinzione a scadenza, il valore di rimborso lordo sarà di 2.900 dollari, nel caso di acquisto del taglio minimo di 1.000 dollari. Se il rimborso dovesse scattare alla fine del quinto anno sarebbe pari a 1.475 dollari. Una tabella sotto mostra i vari livelli di rimborso, anno dopo anno.

La data di emissione è il 2 aprile del 2024 e la data di scadenza naturale, senza autocall, e il 2 aprile 2044.

La struttura è quindi pensata a chi stima che nei prossimi 20 anni o prima i tassi scenderanno dai livelli attuali ovvero sui massimi degli ultimi 23 anni.

Ricordiamo che il rating di Barclays è A1 per Moody's (last updated 29/01/2020), A+ per S&P (last updated 19/05/2023) e A+ per Fitch (last updated 20/12/2018).

Ad oggi il bond prezza a sconto a 99,16 dollari, dunque in caso di rimborso oltre alla cedola offre un lieve capital gain di 0,84 dollari ovvero 100 di rimborso -99,16 di acquisto. Il profilo di rischio è il minimo in una scala da 1 a 7. L’investimento come sempre espone il risparmiatore al rischio default dell’emittente. Tutti i rendimenti espressi sono al lordo delle imposte.

Ricordiamo, prima dell’adesione, di leggere attentamente il prospetto di base, ogni eventuale supplemento, la nota di sintesi, le condizioni definitive e il documento contenente le informazioni chiave (KID) e, in particolare, le sezioni dedicate ai fattori di rischio connessi all’investimento, ai costi e al trattamento fiscale relativi ai prodotti finanziari ivi menzionati reperibili sul sito dell’emittente: clicca qui.

Questo articolo è stato scritto grazie alla sponsorizzazione di un emittente o di un intermediario. Le informazioni in esso contenute non devono essere considerate né interpretate come consulenza in materia di investimenti. Eventuali punti di vista e/o opinioni espressi non sono intesi e non devono essere interpretate come raccomandazioni o consigli di investimento, fiscali e/o legali. Orafinanza.it non si assume alcuna responsabilità per azioni, costi, spese, danni e perdite subiti a seguito di informazioni, punti di vista o opinioni presenti su questo sito. Prima di intraprendere decisioni di investimento, invitiamo gli utenti a leggere la documentazione regolamentare sempre disponibile per legge sul sito dell'emittente ed ottenere una consulenza professionale.

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