Riflettori su StM mentre l’industria dell’auto soffre per la carenza di chip


Il gruppo italo-francese è uno dei maggiori produttori di chip per auto e gli analisti prevedono un rialzo del titolo dopo che nei giorni scorsi un incendio ha messo fuori uso uno dei principali stabilimenti della concorrente giapponese Renesas. General Motors, Ford, Honda e Stellantis costrette a fermare le fabbriche.


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Société Générale alza il target price a 47 euro. Giudizio Buy di Barclays e Credit Suisse.

Sale l’attenzione di analisti e investitori nei confronti di StM e degli altri produttori di chip per automobili, mentre l’industria automobilistica mondiale si trova a fronteggiare la peggiore carenza di semiconduttori. Gli ultimi interventi pochi giorni fa sono stati di Credit Suisse e Barclays che hanno alzato i target price sull’azienda italo-francese portandoli rispettivamente a 39 euro e a 42 euro, confermando entrambi la raccomandazione Buy. StM è il primo produttore europeo di chip e circa un terzo della sua attività riguarda circuiti per l’industria automobilistica.
Société Générale ha un giudizio Buy con target price a 47 euro, che corrisponde a un ritorno totale a 12 mesi del 52% dai prezzi attuali. Il titolo, che capitalizza 28,7 miliardi di euro, ha un dividend yield pari allo 0,8% negli esercizi 2021 e 2022.

L’ultima vittima della carenza di chip è lo stabilimento della General Motors di Wentzville, in Missouri, che resterà chiuso dal 29 marzo al 5 aprile. Un’altra fabbrica GM, quella di Lansing, nel Michigan, si è fermata il 15 marzo e non ripartirà per almeno due settimane.

Ci vorranno tre mesi per fare tornare a pieno regime lo stabilimento di Renesas.

Il problema della carenza di chip, già esistente da alcuni mesi, è drammaticamente peggiorato negli ultimi giorni a causa dell’incendio che ha messo fuori uso una fabbrica della giapponese Renesas, uno dei primi produttori al mondo di circuiti integrati per automobili. L’incendio ha danneggiato gli impianti della fabbrica di Hitachinaka, nella prefettura di Ibaraki, e Renesas ha detto che ci vorranno almeno tre mesi prima che lo stabilimento possa tornare a lavorare a pieno regime. Renesas ha una quota del 51% del totale della produzione mondiale di chip destinati all’industria automobilistica.

All’origine della carenza di chip, esacerbato dall’incendio in Giappone, c’è l’epidemia di Covid che nel 2020 portò alla chiusura per circa due mesi delle fabbriche di auto in Europa e in Nord America. Le Case automobilistiche cancellarono i loro ordini di chip, ma i produttori di semiconduttori ci misero poco tempo a rimpiazzarli grazie al boom della domanda di pc e altri strumenti di elettronica di consumo da parte delle persone chiuse in casa per il lockdown e obbligate allo smart-working.

Adesso che il mercato dell’auto si è ripreso, mancano i chip per sostenere la produzione. Nelle auto i semiconduttori sono usati in maniera massiccia per le funzioni più disparate, dai sistemi di controllo del motore allo sterzo, dagli alza-cristalli ai sensori di parcheggio, per non citare i sistemi di entertainment.

Dopo GM, anche Ford ha annunciato questa settimana lo stop alla produzione del furgone Transit nella fabbrica di Kansas City a causa della mancanza di chip. Stellantis e Ford hanno riorganizzato la produzione di alcuni veicoli decidendo di procedere fin dove possibile con l’assemblaggio dei modelli, per poi parcheggiarli nei piazzali e terminare la costruzione quando ci sarà la disponibilità dei chip necessari.

Anche la giapponese Honda ha fatto sapere che taglierà la produzione in Nord America per la carenza di componenti, fra cui semiconduttori.

Renesas è uno dei primi cinque produttori di chip per il settore automotive a livello mondiale, insieme all’italo-francese StM, alla tedesca Infineon, all’olandese NXP Semiconductors e alle americane Texas Instruments e Microchip Technology.

Le previsioni sul 2021 confortate dai buoni risultati di Apple, il primo cliente.

StM ha chiuso il 2020 con un aumento dell’utile del 7% a 1,1 miliardi di dollari, grazie soprattutto all’accresciuta domanda dal settore automotive. I ricavi sono saliti del 6,9% a 10,2 miliardi di dollari grazie a una forte accelerazione nell’ultimo trimestre. Per il primo trimestre del 2021 StM si aspetta una crescita dei ricavi del 31% rispetto allo stesso periodo del 2020 con un significativo aumento della redditività: il margine operativo è previsto al 38,5% dal 37,1% di un anno fa.

La forte domanda di chip a livello mondiale ha spinto il management di StM a varare per quest’anno un piano di investimenti da 1,8-2 miliardi di dollari, rispetto agli 1,3 miliardi investiti nel 2020.

A sostenere il gruppo sono anche i conti del primo trimestre fiscale di Apple, il suo primo cliente. La società di Cupertino ha infatti registrato tre mesi da record con un fatturato di 111,4 miliardi di dollari, in crescita del 21% sullo stesso periodo dell’anno precedente.

A Piazza Affari StMicroelectronics è riuscita ad archiviare una performance del 27% nel 2020. Negli ultimi 12 mesi la performance è stata del 63%.

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