Rigetti Computing, l’entusiasmo non basta: perché gli analisti dicono “buy”

La corsa al quantum attira giudizi positivi e valutazioni da capogiro. Tuttavia, i ricavi limitati, la complessità scientifica e la volatilità elevata disegnano un quadro complesso
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In 12 mesi un rialzo da sogno
Dopo aver fatto sognare gli investitori con un rialzo vertiginoso negli ultimi dodici mesi (+6.600%), il titolo Rigetti Computing ha cambiato improvvisamente direzione. Da metà ottobre le quotazioni della società più nota del quantum computing hanno ceduto oltre il 30%, una correzione che può sembrare un ritorno alla realtà. Il paradosso è che, proprio mentre il mercato inizia a mostrare prudenza, gli analisti continuano a esprimere valutazioni quasi unanimemente positive, ribadendo raccomandazioni “buy” che convivono con un quadro tutt’altro che lineare.
Il quantum computing resta infatti uno dei territori più affascinanti – e controversi – dell’innovazione contemporanea. Una promessa che oscilla tra un futuro potenzialmente rivoluzionario e un presente costellato di incertezze, in cui i confini tra scienza, finanza e speculazione diventano sottili. In questo scenario si muovono due società simbolo del settore, Rigetti Computing e D-Wave Quantum: realtà pure-play che attirano un interesse crescente da parte dei mercati, pur essendo ancora lontane da modelli di business maturi.
Un settore ancora in cerca di applicazioni concrete
Come sottolineato da un’analisi di Bloomberg, sia Rigetti sia D-Wave dispongono oggi di prodotti con applicazioni industriali molto limitate. I bilanci dicono che bruciano cassa in maniera elevata mentre le prospettive di ricavi per i prossimi anni sono incerte. Eppure, le due società hanno messo a segno performance che sfidano la logica, superando perfino i protagonisti dell’intelligenza artificiale.
Al momento il quantum investing è una nicchia ad altissima volatilità, in cui la distanza tra potenziale teorico e realtà commerciale rimane ampia.
La promessa di una tecnologia “esplosiva”
Gli entusiasti del settore non hanno dubbi: “Se funziona, sarà enorme ed esplosivo”, afferma Troy Jensen di Cantor Fitzgerald, citato da Bloomberg. I sostenitori immaginano scenari che spaziano dalla scoperta accelerata di nuovi farmaci alla modellazione climatica avanzata, fino alla sicurezza informatica post-quantum.
La forza di attrazione nasce dalla capacità dei computer quantistici di elaborare informazioni in parallelo, anziché in sequenza. Google ha dimostrato che un proprio chip quantistico è stato in grado di risolvere in cinque minuti un problema che un supercomputer avrebbe affrontato in 10 septilioni di anni. Non sorprende dunque l’interesse degli investitori istituzionali – come la partecipazione di Fidelity in Quantinuum – e il sostegno politico degli Stati Uniti, che considerano il quantum computing una tecnologia strategica.
La prospettiva opposta: rischio bolla
L’altra faccia della medaglia è rappresentata dal timore di una bolla. Diversi gestori sollevano dubbi sulla sostenibilità delle valutazioni attuali: Bruce Cox, dell’Harrington Alpha Fund, sostiene che “non ci sono utili, non c’è nulla su cui basarsi”, definendo “folle” il livello di entusiasmo.
Le metriche confermano la complessità del quadro:
- Rigetti dovrebbe generare ricavi per circa 20 milioni di dollari nei prossimi quattro trimestri, ma all’attuale market cap di 11 miliardi scambia a oltre 500 volte il fatturato previsto. La media dei target price degli analisti, pari a 33,50 dollari, è in linea con la quotazione attuale di 33,77 dollari.
- D-Wave presenta dinamiche simili, con multipli superiori perfino a quelli dei titoli AI più costosi.La società capitalizza 10,3 miliardi, pari a 266 volte i ricavi attesi nel 2026. Il target price medio è di 32,40 dollari, contro una quotazione attuale di 29,50 dollari.
- Secondo le stime di Bloomberg, per giustificare l’attuale valutazione Rigetti dovrebbe generare ricavi per oltre 600 milioni l’anno, contro i circa 40 milioni previsti per il 2027.
Numeri che invitano a una cautela razionale, senza però negare la visione di lungo periodo che accomuna molti dei sostenitori del settore.
Rigetti e D-Wave: due percorsi tecnologici diversi
Un elemento spesso trascurato dagli investitori è che le due società non competono sullo stesso terreno.
Rigetti Computing
- Sviluppa computer quantistici gate-based, considerati più flessibili e più vicini al concetto di “quantum advantage” universale.
- Punta su un’integrazione verticale hardware-software e su collaborazioni con enti governativi.
- Le applicazioni industriali restano però sperimentali.
D-Wave Quantum
- È pioniera del quantum annealing, già applicabile a specifici problemi di ottimizzazione.
- I suoi sistemi sono utilizzati da alcune grandi aziende, ma la scalabilità verso modelli universali è ancora oggetto di dibattito.
Queste differenze offrono diversificazione, ma aggiungono incertezza sulle rispettive roadmap tecnologiche.
Tra entusiasmo e dubbi: un equilibrio da coltivare
Come osserva Bloomberg, quasi tutti gli analisti che seguono Rigetti e D-Wave mantengono giudizi positivi, nonostante la volatilità estrema e l’assenza di una timeline chiara sulla maturità commerciale della tecnologia. È una posizione che si basa più sulla fiducia nella direzione del progresso che sulla solidità dei fondamentali attuali. Il mercato sembra disposto ad accettare un orizzonte molto lungo, proprio come accade per il biotech, dove valore e utili non procedono sempre di pari passo.
Il quantum computing, in definitiva, richiede uno sguardo lucido: riconoscere la portata straordinaria della promessa, ma anche la distanza che ancora separa ricerca e mercato. Per l’investitore, entusiasmo e prudenza non sono in contraddizione: sono le due dimensioni necessarie per affrontare una tecnologia che potrebbe cambiare tutto, o rimanere una splendida ipotesi ancora per molti anni. Vuole dire che il capitale investito potrebbe moltiplicarsi per un numero imprevedibile di volte, ma potrebbe anche finire a zero.
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