Rimbalzo MPS in attesa delle novità sulla crisi di governo


Il futuro della banca in attività più antica del mondo sembra essere strettamente legata al futuro del governo di Mario Draghi, già impegnatosi a sottoscrivere la sua parte di aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro, e si attende la giornata di mercoledì quando il premier si presenterà alle camere.


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Rally MPS

Giornata positiva a Piazza Affari per Monte dei Paschi di Siena, in recupero dopo due giorni consecutivi in rosso che sono ‘costati’ un -11% per le azioni dell’istituto.

Oggi le azioni MPS arrivano a guadagnare oltre il 7% dopo circa due ore di contrattazioni, tornando così a 0,46 euro.

Nonostante il rimbalzo, però, resta nettamente negativa la performance del titolo della banca in attività più antica al mondo, con una perdita di quasi il 50% dallo scorso gennaio, quando quotava 0,91 euro.

A rischio i piani

Mentre la crisi di governo questa settimana resta al centro dell’attenzione, l’amministratore delegato di Mps, Luigi Lovaglio, starebbe cercando di accelerare l’operazione dell’aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro, a cui si aggiunge un piano di esodi volontari e incentivati che coinvolgeranno 3.500 dipendenti.

L’operazione dovrà ricevere anche il via libera dalle autorità europee e, secondo quanto scrive ‘L’Economia’ del Corriere della Sera, Lovaglio avrebbe stimato in quattro mesi il tempo necessario, fermo restando eventuali stop o rallentamenti.

La procedura prevede l’autorizzazione da parte delle autorità di vigilanza e la convocazione di un’assemblea straordinaria dei soci per la modifica dello statuto, in particolare della voce capitale sociale, per poi far partire l’operazione di aumento tra fine ottobre e inizio novembre.

Nel caso in cui tutti i passi non dovessero ricevere degli intoppi, nella cassa di MPS arriverebbero i fondi entro il 30 novembre, data ultima per usufruire del programma di esodi agevolati del Fondo di solidarietà, il denaro necessario per i 3.500 dipendenti in uscita.

La crisi di governo

A pesare sul futuro del Monte restano le incertezze sul futuro del governo di Mario Draghi, già ‘vittima’ della ‘non fiducia’ da parte del Movimento 5 Stelle della scorsa settimana, mentre l’ex presidente della BCE si recherà in parlamento mercoledì.

L’esecutivo Draghi, infatti, si è già impegnato a sottoscrivere l’operazione per la quota parte di propria competenza dell’aumento di capitale, pari al 64% del capitale e corrispondente a 1,6 miliardi di euro.

Secondo molti osservatori, però, non esiste un futuro per MPS senza Draghi, considerato l’unico garante della affidabilità e della solvibilità italiana.

In queste ore, intanto, si sta facendo strada l’ipotesi di una maggioranza per il governo che comprenda una grossa fetta di parlamentari M5S pronti a lasciare il Movimento, oltre a quelli già entrati nel nuovo gruppo collegato a Luigi Di Maio.

Secondo La Repubblica, sarebbero tra i 30 e i 40 i parlamentari pronti all’addio alla ‘creatura’ di Casaleggio e Grillo, con lo scopo di creare una componente responsabile, guidata da un uomo simbolo come Davide Crippa.

A questo punto, Draghi potrebbe convincersi a restare fino a fine legislatura, permettendo così anche a Lovaglio di portare a termine i suoi piani per salvare Monte dei Paschi di Siena.

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