Risico bancario anche negli USA: JP Morgan “aperta” a M&A

La principale banca statunitense detiene ancora molta liquidità e il suo management si è detto disponibile a valutare eventuali operazioni nel futuro, pur sottolineando le difficoltà di integrazione tra le attività quale elemento da tenere in considerazione.
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L’apertura di JP Morgan alle M&A
JP Morgan è pronta ad operazioni di fusioni o acquisizioni nel settore bancario. A dichiararlo è stato il Cfo della banca statunitense, Jeremy Barnum, affermando che l’istituto è aperta ad acquisizioni, o “crescita inorganica”, visto che attualmente è ricca di liquidità.
Il maggior istituto di credito del Paese sarà “adeguatamente cauto” con le acquisizioni, spiegava il manager, citando le difficoltà di integrazione delle attività dei soggetti coinvolti quale elemento alla base di questa cautela.
La successione di Dimon
Le parole di Barnum arrivano nel giorno dell’Investor Day di JP Morgan di oggi, particolarmente incentrato sulla successione del Ceo, Jamie Dimon, in un contesto delicato caratterizzato dai dazi imposti da Donald Trump.
Dimon guida la banca da quasi vent’anni e sono diverse le voci che lo vorrebbero assumere qualche incarico governativo in vista della prossima corsa presidenziale statunitense.
Tra i principali candidati al suo incarico figurano Marianne Lake del settore Consumer and Community Banking e l'esperto di trading Troy Rohrbaugh.
Con 25 anni di esperienza nella banca e già CFO della banca dal 2013 al 2019, Lake supervisiona CCB, una delle principali attività di JP Morgan che serve 84 milioni di consumatori e 7 milioni di piccole imprese negli Stati Uniti.
"Ha tutte le qualità di un grande leader", ha affermato Dimon, come essere esigente, estorcere informazioni alle persone, riconoscere il talento e mettere in discussione Dimon quando crede che sbagli.
Rohrbaugh ha iniziato la sua carriera come trader di opzioni. Ex alunno di Goldman Sachs, è entrato in JP Morgan nel 2005 e, dopo averne scalato i vertici della divisione trading, vanta una solida esperienza nei mercati. Ha co-diretto il CIB insieme alla COO Jennifer Piepszak, fino a quando Doug Petno non le ha preso il posto all'inizio di quest'anno. Sotto la guida di Rohrbaugh e Piepszak, il CIB ha registrato un fatturato record di oltre 70 miliardi di dollari lo scorso anno.
Altri nomi in corsa sono quelli di Doug Petno, co-CEO della divisione commercial e investment banking e Mary Erdoes, CEO dell’asset and wealth management, sono in lizza.
Maggiori introiti da interessi
Oggi Barnum ha affermato anche che il reddito netto da interessi della banca potrebbe aumentare di 1 miliardo di dollari nel corso di quest’anno, ha confermato la previsione delle spese per il 2025 e ha dichiarato di aver chiesto ai manager di contenere il numero dei dipendenti.
Tuttavia, il manager ritiene che sia ancora troppo presto per modificare la previsione di Net Interest Income (NII) di 94,5 miliardi di dollari per l’intero anno, in linea con la stima del consensus di Bloomberg di 94,59 dollari.
Barnum ha poi avvisato dei rischi attuali: "L'evoluzione dell’ambiente tariffario, combinata con le tensioni geopolitiche preesistenti, aggiunge una significativa incertezza alle prospettive economiche. La combinazione di inflazione e grandi deficit fiscali può limitare le risposte di politica economica disponibili in modi che aumentano ulteriormente il rischio”.
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