Risiko bancario: il fondo Leone&Partners scrive al board di Bpm, mentre Equita rivede il Tp di Bper

Resta alta l’attenzione sulle future aggregazioni in ambito bancario italiano. Nelle scorse settimane il fondo Leone (4,7% del capitale di piazza Meda) ha scritto al board di Bpm per chiedere chiarimenti sulla strategia dell’istituto. Equita punta la lente su Bper e rivede le stime alla luce dell’acquisizione delle filiali ex-Ubi da Intesa.
Bpm, il fondo Leone scrive al board sul tema M&A
La conclusione dell’Opa di Credit Agricole Italia sul Credito Valtellinese è stata soltanto una mossa nello scenario allargato del risiko bancario italiano. Ne sono prova le fibrillazioni che si susseguono quotidianamente ai piani alti degli istituti. Ieri è stata la volta di Banco Bpm, soggetto piuttosto centrale nel progetto di consolidamento del settore. Secondo quanto riporta il quotidiano MF, il fondo Davide Leone & Partners (che detiene il 4,7% del capitale di piazza Meda), nelle scorse settimane avrebbe indirizzato una lettera al cda per chiedere chiarimenti sulla strategia e sulle prossime mosse in tema M&A. Nel dettaglio, riporta il quotidiano milanese, il documento si soffermerebbe su due aspetti: da un lato la strategia stand alone del Banco e dall’altro le scelte che verranno fatte sul fronte dell’aggregazione.
A fine mattinata il titolo scambia in guadagno dell’1,98% a 2,37 euro, in guadagno rispetto all’indice di settore (comunque in positivo dello 0,50%).
Banco Bper, per Equita tp +4%
Intanto Equita Sim porta l’attenzione sulle attese per i risultati trimestrali di Banco Bper (calendarizzati per il 7 maggio) e rivede il target price sul titolo a 2,2 euro (+4%) mantenendo un giudizio “Hold”. A fine mattinata il titolo segna un rialzo del 2,02% a 1,89 euro.
Secondo il broker milanese i numeri «saranno difficilmente comparabili con i quarter precedenti in quanto includeranno per la prima volta il compendio aziendale delle filiali ex-Ubi acquisite da Intesa SanPaolo, a partire dal 19 febbraio». Per questo motivo la banca dovrebbe incorporare gli oneri di integrazione oltre agli «accantonamenti straordinari più che coperti dal riconoscimento di un badwill per circa 1 miliardi di euro».
La Sim ha rivisto le stime 2021-2023, «a seguito delle stime per il 1Q21 e della pubblicazione dei numeri restated di Intesa al netto delle filiali di Ubi cedute a Bper». In particolare sul 2021 Equita conferma «sostanzialmente» le stime di utile operativo; sotto la linea operativa, «non sottraiamo più le LLPs (gli accantonamenti per perdite su crediti) straordinarie dal badwill, ma le riportiamo separatamente. In particolare stimiamo LLPs complessive sull’anno per 878 milioni, di cui 260 milioni straordinarie e circa 620 milioni ordinarie». La stima di utile netto reported è stata tagliata del 20%, incorporando una stima di badwill leggermente inferiore a quella precedente e un tax rate più alto. Mentre la stima di utile netto 2022-2023 è del +6% in media, «principalmente per adeguamento del contributo del compendio ex UBI sui risultati di gruppo».
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