Saipem, accordo con Elkem nella cattura e stoccaggio di CO2
Saipem prosegue il posizionamento nel settore della sostenibilità, ma sul mercato sconta ancora il risultato deludente del quarto trimestre 2020. Il titolo in affanno a fine mattinata cede l’1,89%, mentre Berenberg abbassa il giudizio a hold e tp da 2,6 a 2,4 euro. Aumenta l’attesa per la riunione Opec+ calendarizzata per il 4 marzo.
Saipem individuerà piani di sviluppo basati sulla tecnologia di CO2 Solutions
È di questa mattina la notizia della firma di un accordo di collaborazione tra Saipem e la norvegese Elkem, finalizzato a valutare nuove opportunità nella catena di cattura e stoccaggio della CO2.
Saipem collaborerà con la società attiva nella produzione sostenibile di metalli e materiali d’avanguardia per valutare e individuare possibili piani di sviluppo e soluzioni progettuali, basate sulla tecnologia proprietaria della canadese CO2 Solutions, recentemente acquisita, per un impianto di cattura della CO2 dotato anche di processi per la liquefazione e di strutture per il trasporto tramite navi cargo della CO2 raccolta dal progetto Northern Lights, in Norvegia.
In questo modo il gruppo italiano contribuirà al raggiungimento degli obiettivi di carbon-neutrality di Elkem.
Titolo in affanno. Berenberg taglia il tp e giudizio a hold
Il titolo non beneficia della notizia e, a fine mattinata, cede l’1,89% a Piazza Affari, scambiato a 2,23 euro. A pesare sulla quotazione anche l’onda lunga dei risultati “deludenti” del quarto trimestre. Questa mattina Berenberg ha abbassato il giudizio sul titolo da buy a hold, con prezzo obiettivo passato da 2,6 a 2,4 euro. Gli analisti citano, appunto, «deludenti conti del quarto trimestre» 2020, «con un Ebitda adjusted dell’8% al di sotto del consenso» e una indicazione per l’Ebitda sostanzialmente stabile nel 2021 che «ha rappresentato un sostanziale downgrade rispetto alle nostre stime».
Attesa per la riunione Opec+ di giovedì
Attesa intanto per il 4 marzo, quando si riuniranno i Paesi produttori di petrolio dell’Opec+. Secondo tre fonti citate questa mattina da Equita Sim, i Paesi Opec+ starebbero considerando un aumento della produzione di 500mila barili al giorno (bg) a partire dal mese prossimo «uno scenario che non produrrebbe accumulo di scorte». In questo momento la produzione è pari a 7,05 milioni di bg (il 7% del fabbisogno mondiale) dopo un iniziale taglio a 9,7 milioni di bg lo scorso marzo, nel periodo più nero per il settore dell’Oil subito dopo lo scoppio della pandemia.
Equita ricorda come a gennaio il ritmo di aumento della produzione sia rallentato per la debolezza della domanda, mentre l’Arabia Saudita, da sola, ha tagliato ulteriori 1 milione di bg. Secondo gli analisti l’Opec+ farà allentare le tensioni sui prezzi, data la forte capacità produttiva del cartello attualmente ferma. «La nostra stima del Brent sul 2021 è pari a $50/bbl (il consensus è circa $52-53/bbl) e $55/bbl nel 2022. Il nostro titolo preferito nel settore è Eni».
A fine mattinata Eni scambia in flessione dello 0,88% a 9,476 euro. Il Wti è a 60,60 dollari al barile, mentre la quotazione del Brent è di 63,52 dollari al barile.
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