Saipem: Tar del Lazio respinge ricorso contro Consob su bilancio 2016


Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso della società contro la delibera Consob, con cui l'authority aveva accertato la non conformità del bilancio consolidato e di esercizio di Saipem del 2016.

Per il processo warning 2013 chiesta anche la condanna per Tali e Vergine e una sanzione alla società.

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Il no del TAR Lazio

Il TAR del Lazio ha respinto il ricorso di Saipem del 2018, contro la delibera Consob che contestava la non corretta applicazione del principio di redazione del bilancio “secondo la norma contabile IAS1, la mancata applicazione del principio contabile IAS 8, in relazione alla correzione degli errori attinenti al bilancio 2015 e il processo di stima del tasso di attualizzazione ai sensi del principio contabile IAS 36.

Con la delibera, Consob aveva chiesto a Saipem di rendere noti al mercato: le carenze e le criticità rilevate dalla stessa Authority sul bilancio 2016; le violazioni riscontrate al riguardo e le correzioni conseguenti su conto economico e patrimonio netto.,

Il 16 aprile 2018, Saipem aveva emesso un comunicato stampa con oggetto la situazione economico-patrimoniale pro forma consolidata al 31 dicembre 2016. Dopo pochi giorni la società aveva chiesto al Tar del Lazio di annullare la delibera Consob in questione, richiesta respinta con la sentenza di oggi.

Saipem e il processo su profit warning 2013

I problemi per Saipem non finiscono qui, con novità che riguardano gli ex dirigenti della società nell’ambito del processo warning 2013.

La procura di Milano aveva ipotizzato una manipolazione del mercato attraverso la diffusione di comunicati stampa nell'ottobre 2012 e nel marzo 2013 e una conference call, durante la quale non sarebbe stato rappresentato correttamente lo stato dei conti della società.

I reati contestati nel procedimento comprendevano, a vario titolo, aggiotaggio e falso in bilancio.

Nel processo è imputata la stessa Saipem per la legge 231 sulla responsabilità della aziende per reati ascritti a propri dirigenti.

La sentenza della procura di Milano, attesa per il 28 settembre, vede sul piatto la condanna per Saipem a una sanzione pecuniaria pari a 600mila euro.

Inoltre, la condanna dell’ex AD di Saipem Pietro Franco Tali a 4 anni di reclusione, del suo successore Umberto Vergine e dell’ex dirigente per la redazione dei documenti contabili Stefano Goberti a due anni.

Secondo la difesa, la compagnia petrolifera italiana va assolta in quanto era dotata “non solo di regole ma aveva una struttura per controllare il modello organizzativo”, afferma il legale di Saipem, Paola Severino ha sottolineato che  “Consob - che ha realizzato delle ispezioni a Saipem - non ha mai messo in discussione i processi interni di Saipem, i processi sulla contabilità e quelli di controllo interno”.

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