Sanità: crescita stellare durante la pandemia e prospettive intatte


Jon Stephenson, senior portfolio manager per le azioni statunitensi e specialista degli innovatori in ambito sanitario presso BNP Paribas AM, analizza le prospettive dei titoli sanitari dopo un 2020 frenetico.


Scopri le soluzioni di investimento

Con tutti i certificate di Orafinanza.it


Crescita stellare dei titoli farmaceutici

Quando lo scorso marzo la pandemia ha dato prova della sua portata, i titoli farmaceutici hanno inizialmente sovraperformato. Inizialmente incapaci di rilevare il virus, tantomeno di combatterlo, i governi hanno reagito con lockdown, che si sono gradualmente allentati con lo sviluppo dei metodi diagnostici e dei test di positività, l’allestimento di infrastrutture ad hoc e l’avvio delle ricerche sui possibili vaccini.

Quando la pandemia ha iniziato a farsi sentire anche tra gli investitori, l’attenzione si è spostata abbandonando i titoli del settore healthcare. Dallo scorso aprile, infatti, il tema della riapertura ha riguadagnato importanza sul mercato, dove al contempo sono riemersi alcuni timori riguardo alle riforme normative, come la legislazione sui prezzi dei farmaci. Va comunque detto che in questo periodo le azioni biotecnologiche hanno continuato a sovraperformare.

Cos’è successo nel settore sanitario e quali sono gli effetti a breve e a lungo termine?

Con lo scoppio della pandemia, il sistema sanitario e l’economia intera sono letteralmente andati in crisi. Rilevare il virus era inizialmente impossibile, tantomeno affrontarlo. Gli interventi chirurgici sono stati sospesi, le visite negli studi medici, e persino gli accessi al pronto soccorso, vietati. In questa fase i titoli sanitari hanno battuto il resto del mercato.

“Inizialmente abbiamo assistito a un’impennata degli investimenti in attrezzature per il monitoraggio dei pazienti allettati, dispositivi di protezione ottimizzati, aumento della capacità nelle unità di terapia intensiva, eccetera. Massicci investimenti hanno riguardato anche i vari test per identificare e isolare il più rapidamente possibile i contagiati o ancora lo sviluppo di terapie e vaccini. Fuori da ospedali, cliniche e laboratori, la pandemia ha ben presto evidenziato le profonde disuguaglianze in termini di assistenza sanitaria nelle nostre società ed economie, compresa la stessa disponibilità e possibilità di accesso alle cure”, spiega Jon Stephenson, senior portfolio manager per le azioni statunitensi e specialista degli innovatori in ambito sanitario presso BNP Paribas AM.

La pandemia ha tuttavia velocizzato un processo di cambiamento già in atto nella digitalizzazione del sistema sanitario, ma che avrebbe impiegato decine di anni a svilupparsi. La sanità ha beneficiato del mondo virtuale: è sempre più evidente come molte visite e interazioni possano avvenire online e sul cloud. “Questo offre dei vantaggi in svariati ambiti, in particolare nella medicina comportamentale, nella consulenza nutrizionale, nelle operazioni di triage e in alcune funzioni di assistenza primaria. La connettività medico-paziente è aumentata con il conseguente miglioramento dell’assistenza in caso di patologie o problemi più complessi. Ora i medici possono elaborare un quadro più completo dei loro pazienti”, osserva Stephenson.

Tuttavia, la pandemia ha rinviato numerose cure non-COVID, portando a effetti preoccupanti: il rinvio delle terapie per i pazienti affetti da cancro o malattie cardiovascolari potrebbe comportare una diagnosi tardiva con conseguente complicazione del trattamento e risultati meno efficaci nel lungo termine.

Per quanto riguarda i tamponi, secondo Stephenson “un aumento della capacità permetterebbe alle persone di sottoporsi a test più frequenti, limitando così le gravi epidemie di malattie infettive, tra cui l’influenza, e riducendone forse anche il tasso di mortalità nel tempo”.

Le aziende farmaceutiche hanno dimostrato di riuscire a sviluppare rapidamente vaccini scalabili contro le pandemie grazie a metodi più efficaci per identificare gli agenti patogeni.

Infine, “alla luce delle disuguaglianze emerse o fattesi più prominenti durante la crisi, i governi potrebbero impegnarsi di più per ampliare la base di cittadini assicurati. Tra le altre questioni a lungo termine da affrontare si annoverano lo scetticismo sui vaccini, uno sforzo più concertato nelle campagne vaccinali per i paesi in via di sviluppo al fine di ridurre notevolmente i focolai di virus e limitare il rischio di varianti resistenti, e infine l’opposizione popolare a misure restrittive di carattere non farmacologico, come l’obbligo di indossare la mascherina”.

Quali sono le prospettive per i titoli sanitari nel resto dell’anno?

Da inizio 2021 i titoli sanitari hanno ampiamente sottoperformato: “questo si deve alla preferenza degli investitori per gli asset ciclici, destinati a beneficiare della ripresa post-Covid, ma anche alle preoccupazioni per una maggiore regolamentazione del settore e un più severo controllo normativo delle operazioni di fusione e acquisizione (M&A) in campo biofarmaceutico”, osserva Stephenson.

Secondo l’analista, le prospettive sembrano ad ogni modo relativamente rosee, visto ad esempio il notevole sconto a cui scambiano i titoli sanitari rispetto al resto del mercato. Quanto alle politiche sanitarie, il quadro dovrebbe farsi più chiaro nei prossimi mesi, sostenendo le performance in tutto il settore.

Se la pandemia ci ha cambiati sotto numerosi aspetti della nostra vita, “i catalizzatori secolari della crescita restano intatti: dall’invecchiamento demografico alla necessità di ridurre l’incidenza di abitudini di vita poco salutari, al crescente interesse per il settore sanitario nei paesi in via di sviluppo”.

“Infine - conclude Stephenson - l’innovazione procede a gran ritmo e, sebbene sia sottovalutata nel settore, sta aprendo le porte a nuovi mercati, specialmente in ambito biotecnologico e farmaceutico. I progressi della scienza sono talmente rapidi che oggi è possibile trattare sempre più spesso patologie prima considerate incurabili”.

Seguici su Telegram

Idea di investimento
Possibile premio del 15,60% annuo con il certificate su Microsoft, Nvidia e UiPath
Sottostanti:
Uipath IncNVIDIA CorporationMicrosoft Corporation
Rendimento p.a.
15,6%
Cedole
1,3% - €1,30
Memoria
no
Barriera Cedole
50%
ISIN
XS2677112240
Emittente
BNP Paribas
Comunicazione Pubblicitaria
Maggiori Informazioni

La Finestra sui Mercati

Tutte le mattine la newsletter con le idee di investimento!

Ho letto e accetto l'informativa sulla privacy