Sanofi libera dall’eredità negativa del superfarmaco Zantac


Il prodotto contro l’acidità gastrica è stato il primo nella storia a raggiungere 1 miliardo di dollari di ricavi. Ma poi è stato ritirato perché sospetto di essere cancerogeno. Sanofi non dovrà rispondere nelle migliaia di cause intentate dai consumatori Usa.


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La decisione della Camera Internazionale di Commercio

L’azienda farmaceutica francese Sanofi non potrà essere ritenuta responsabile dei danni causati dal farmaco Zantac nelle diverse cause in corso negli Stati Uniti. Lo ha deciso la Corte arbitrale della Camera Internazionale di Commercio di Parigi con una decisione comunicata martedì 20 giugno che pone fine all’arbitrato fra Sanofi e la casa farmaceutica tedesca Boehringer Ingelheim. In un comunicato Sanofi precisa che la decisione è “finale e non può essere oggetto di appello”.

Immediata e forte la reazione di Sanofi alla Borsa di Parigi dove il titolo guadagna il 2,9% a 97,23 euro e segna il maggior rialzo all’interno dell’indice Cac 40, in calo dello 0,3%.

I diritti sullo Zantac acquisiti da Sanofi nel 2017

Come ricorda l’agenzia Radiocor, l'arbitrato era stato avviato per mettere un punto fermo su quali debbano essere gli eventuali obblighi di indennizzo di Sanofi per problemi connessi ai farmaci che il gruppo francese ha acquisito nel 2017 dalla tedesca Boehringer Ingelheim. L’accordo fra le due Case farmaceutiche aveva portato al gruppo francese anche i diritti sullo Zantac, farmaco contro l’acidità gastrica approvato nel 1983 e diventato nel 1988 il farmaco più venduto al mondo e uno dei primi a superare la soglia di 1 miliardo di dollari di ricavi annuali. Lo Zantac era stato commercializzato inizialmente da Gsk come farmaco su ricetta e poi dal 1998 venduto da Pfizer, Boehringer e infine Sanofi.

Zantac cancerogeno? Per ora niente prove, ma la Fda lo ha sospeso

Nel 2019 vari fabbricanti ne hanno cessato la produzione in seguito ai timori che il suo principio attivo, la ranitidina, possa nel tempo degradarsi e dare luogo alla formazione di una sostanza chimica, la Ndma (N-nitrosodimetilammina), ritenuta probabile agente cancerogeno. Nel 2020 lo Zantac e le sue versioni generiche sono state ritirate dal mercato Usa per decisione della Food and Drug Administration (Fda). Di conseguenza, decine di migliaia di richieste di risarcimento da parte di consumatori sono state depositate nei tribunali federali statunitensi contro Gsk, Pfizer, Sanofi e Boehringer, sulla base di un legame tra lo Zantac e il tumore, ma nello scorso dicembre i ricorsi sono stati respinti da un tribunale della Florida.

Nel comunicato diffuso stamattina, Sanofi sottolinea che “non c’è alcuna prova scientifica affidabile che permetta di stabilire l’esistenza di un legame tra lo Zantac e i presunti danni citati nei contenziosi negli Usa”. La Fda e l’Agenzia europea del farmaco “hanno valutato i dati disponibili, senza trovare prova che la ranitidina sia cancerogena”.

Sanofi: JP Morgan conferma il Buy. Titolo sottovalutato

Dopo la diffusione della decisione della Camera Internazionale del Commercio, Jp Morgan ha ribadito la raccomandazione Buy su Sanofi e il target price di 105 euro. Su 21 analisti che coprono il titolo, 13 consigliano di comprare le azioni e sei hanno un giudizio neutrale. La media dei target price è 110 euro, un obiettivo di prezzo che implica un potenziale di rialzo del 16%.

Il consensus degli analisti prevede che nell’intero anno 2023 Sanofi realizzerà un fatturato di 44,9 miliardi di euro, in crescita del 4,6%. L’utile è indicato a 7,9 miliardi (+18%). Al prezzo attuale Sanofi capitalizza 118 miliardi di euro, pari a 14,6 volte l’utile del 2023, un multiplo che rende la società francese attraente rispetto alla media del settore. Infatti, il P/E medio dell’indice Stoxx Europe 600 Health Care sugli utili 2023 è di 17,5 volte.

Dall’inizio dell’anno l’azione Sanofi è salita del 5,2%, in linea con l’indice del settore (+5,7%).

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