Scontro in Generali: Caltagirone minaccia azioni legali, Donnet critica il suo piano


A fine aprile si svolgerà l’assemblea della società di assicurazioni e l’attesa si caratterizza sempre più dallo scontro tra il gruppo guidato dall’imprenditore romano e quello uscente con Mediobanca in testa.


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Caltagirone promette battaglia

Si avvicina la data del 29 aprile, giorno dell’assemblea degli azionisti di Assicurazioni Generali, quando ci sarà la ‘battaglia’ tra il gruppo guidato da Francesco Gaetano Caltagirone e il management uscente, con Mediobanca capofila.

Mentre mancano poco più di 20 giorni, il candidato dell’imprenditore romano al ruolo di presidente del Leone, Claudio Costamagna, avvisa della volontà di Caltagirone di avviare un’azione legale nel caso di fallimento di misura del suo tentativo di nominare un nuovo AD.

Le vie legali scatterebbero nel caso in cui la sconfitta avverrebbe con un distacco inferiore al 6%, spiegava Costamagna alla Reuters.

Caltagirone possiede attualmente una quota superiore al 9% del capitale di Generali, raggiunta dopo una serie di acquisti arrivata negli ultimi mesi proprio in vista dell’assemblea, risultando così il secondo azionista dietro Mediobanca.

L’istituto di Piazzetta Cuccia, già forte di quasi il 13% di Generali, aveva risposto agli acquisti di Caltagirone (e di Del Vecchio) prendendo in prestito titoli fino ad arrivare oltre il 17% dei diritti di voto dell’assemblea. Inoltre, la banca può contare anche sull’appoggio del gruppo De Agostini, il quale ha già annunciato il suo voto a favore dell’ad uscente, Philippe Donnet.

“Hanno preso in prestito circa il 4,5% e la quota di De Agostini è già stata venduta, ergo, il giorno dopo l'assemblea generale avranno il 6% in meno”, spiegava Costamagna, aggiungendo che Caltagirone si opporrà ad una vittoria che riflette meramente il prestito di titoli.

L’attacco di Donnet

Sull’altro fronte, Donnet ha attaccato il piano alternativo presentato da Caltagirone, affermando che metterebbe a rischio il dividendo di Generali, storicamente molto appetibile per gli investitori.

Nel corso di un’intervista rilasciata al quotidiano Le Repubblica, Donnet spiegava che “su Generali non c’è una guerra, ma un tentativo di presa di controllo da parte di pochi soci di minoranza. In assemblea due visioni si confronteranno: quella del cda e la visione autocratica di alcuni soci di minoranza”.

Successivamente, Donnet definiva il piano dell’imprenditore romano “solo un insieme di slide”, aggiungendo che i numeri presentati “non sono più ambiziosi di quelli del nostro piano: sono solo più rischiosi e senza remunerare di più gli azionisti, anzi: mettendo a rischio i dividendi che invece il nostro piano prevede in costante crescita”.

Nel caso di rielezione, prometteva Donnet, punterà “a superare l'obiettivo di riduzione dei costi (2,5-3% in meno sul rapporto costi-ricavi) malgrado l'inflazione”.

Equita analizza il piano Cirinà

Il programma strategico presentato in alternativa a quello del cda da Costamagna e Cirinà, candidati rispettivamente alle posizioni di Presidente e CEO di Generali nella lista di Caltagirone, viene analizzato da Equita Sim.

Secondo la sim milanese, “la mancanza di dettagli e granularità su come conseguire i target creano a nostro avviso incertezze sulla concretezza dei target del programma, rendendone dunque bassa la visibilità”.

Inoltre, aggiungono, “il fatto che tale programma, ad eccezione dell`M&A, insista pressoché sulle medesime leve identificate da Generali nel business plan (i.e. razionalizzazione del posizionamento geografico del gruppo, efficientamento dei costi, focus sulla crescita nel business P&C e sull`asset management, spinta alla digitalizzazione) sembrerebbe confermare una sostanziale condivisione della direzione strategica perseguita dall’attuale management team, puntando quindi su una execution più efficace, un elemento che consideriamo difficilmente spendibile alla luce del solido track-record dimostrato dall`attuale CEO negli ultimi anni”.

Alla luce di questa analisi, “dubitiamo che il mercato possa supportare il programma dei contendenti a discapito del business plan presentato dalla compagnia a dicembre, basato su obiettivi ambiziosi, ma realistici, nel segno della continuità e credibilità necessaria per trovare il supporto degli azionisti”, concludono da Equita.

Focus sul piano Donnet

A metà marzo, il cda aveva presentato il piano strategico 2022-2024, indicando target leggermente migliori delle attese degli analisti su raccolta netta e ricavi.

La raccolta netta totale, infatti, è vista tra i 18 e i 22 miliardi nel corso del periodo, mentre da Equita stimavano 14,7 miliardi.

L’utile netto ricorrente era visto in crescita tra il 10 e il 15%, contro previsioni della sim di circa un +6%, e dividendi tra 7,5-8,5ps cumulati nel periodo, rispetto ai 7,2ps visti da Equita.

Dopo la presentazione, gli analisti della sim analizzavano il modello, “confermando le stime relative della bottom-line 2022-2024 (utile a 289-303-316mn) mantenendo un margine di prudenza rispetto ai target in merito a net inflows” e aumentando le stime a 16,6 miliardi rispetto al target di piano.

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