Senza concorrenza, Nvidia non è un titolo da vendere
La caduta delle quotazioni è stata innescata dal timore di un rallentamento del mercato dei chip, ma la frenata non riguarda le GPU per intelligenza artificiale. AMD e Intel sono ancora molto distanti.
L’avvertimento di TSMC che ha fatto inciampare il titolo
Stella del fortissimo rialzo delle borse all’insegna dell’AI, Nvidia ha guidato nei giorni scorsi la discesa del Nasdaq a causa delle preoccupazioni sulla tenuta della domanda di processori grafici (GPU) per intelligenza artificiale. Venerdì, con il Nasdaq in calo del 2%, Nvidia ha perso il 10%. La discesa della settimana scorsa è stata del 14%.
Il pretesto per fare scattare vendite così serrate è stato la decisione di TSMC (Taiwan Semiconductor) di ridurre del 10% le sue aspettative sulla crescita del mercato globale dei semiconduttori nel 2024. TSMC è la principale fonderia di chip al mondo, quella che fabbrica indistintamente i semiconduttori di Nvidia e della rivale AMD, così come i nuovi chip disegnati in casa da Apple, Google e Microsoft.
Qui i pareri degli esperti si dividono: c’è chi sottolinea che l’avvertimento di TSMC riguardi più i chip per i beni di consumo che quelli legati all’AI, i quali, stando ai conti presentati dalla società taiwanese, stanno crescendo a un tasso del 50% annuo. Tuttavia, alcuni investitori rimangono più cauti, sostenendo che l’attuale livello di domanda di chip per l’AI sia insostenibile nel lungo periodo.
H100, la GPU che ha sconvolto i mercati finanziari
Ma c’è un altro motivo di preoccupazione per chi guarda Nvidia come investitore: quello della possibile affermazione di concorrenti in un mercato che finora non ha avuto altri player oltre all’azienda di Santa Clara.
È difficile trovare un prodotto di qualsiasi tipo che abbia avuto un impatto così rapido sui mercati finanziari come la GPU Nvidia H100, lanciata nel marzo 2022. E’ il chip fondamentale su cui si basano i data center che sostengono le applicazioni di intelligenza artificiale. Il prezzo delle azioni di Nvidia è più che triplicato dal debutto dell'H100, facendo salire la market cap dell'azienda a 2.100 miliardi di dollari. Tra le società quotate in borsa negli Stati Uniti, solo Microsoft e Apple hanno un valore di mercato superiore. E nessun'altra azienda produttrice di chip ci si avvicina.
Una quota di mercato del 90%
Nvidia ha trasformato le sue unità di elaborazione grafica, o GPU, nel cuore pulsante della rivoluzione dell'intelligenza artificiale, alimentando la creazione di modelli linguistici di grandi dimensioni ed eseguendo il software di inferenza che li sfrutta nei data center di tutto il mondo. Finora Nvidia è stata quasi l’unico player in questo campo, con una quota di mercato superiore al 90%.
Qualche settimana fa, Nvidia ha lanciato il suo ultimo prodotto, la GPU Blackwell B200, che secondo il Ceo Jen Huang supera nettamente le prestazioni della H100. Con Blackwell, Nvidia alza la distanza dai suoi rivali. Huang ha dichiarato che le GPU Blackwell costeranno dai 30.000 ai 40.000 dollari al pezzo. Le attuali H100 sono vendute nella stessa fascia. Ma per i chip il prezzo non è tutto. I clienti dell'intelligenza artificiale vogliono eseguire i carichi di lavoro nel più breve tempo possibile, al costo più basso, con la massima precisione e affidabilità, consumando meno energia possibile.
La sfida di AMD e Intel. Il Ceo di Nvidia: abbiamo tantissima concorrenza
Oggi ci sono diverse aziende che pensano di poter produrre GPU per AI altrettanto bene o meglio di Nvidia. AMD (Advanced Micro Devices) si autodefinisce l’unico altro player in campo per i chip per AI. Andrew Dieckmann, direttore generale della divisione GPU per data center di AMD, ha dichiarato che i chip AMD superano l'H100 di Nvidia per molti carichi di lavoro di inferenza, offrendo al contempo la parità per l'addestramento dei modelli. La Ceo di AMD, Lisa Su, ha dichiarato durante l'ultima conferenza stampa della società di prevedere per il 2024 un fatturato da GPU di 3,5 miliardi di dollari, rispetto ai 2 miliardi di dollari previsti nel trimestre precedente.
Intel ha appena lanciato Gaudi 3, il suo chip acceleratore AI di terza generazione per l'addestramento e l'inferenza. Intel sostiene che Gaudi 3 è più veloce dell'H100 di Nvidia per entrambi i compiti di AI, pur consumando meno energia, e che Gaudi 3 sarà competitivo con Blackwell. Pat Gelsinger, Ceo di Intel, ha previsto un'opportunità di 1.000 miliardi di dollari entro il 2030. Si tratta di quasi il doppio delle dimensioni dell’intero settore dei chip nel 2023, osserva Barron’s.
Meta, Microsoft, Amazon e Google insieme stanno spendendo una fortuna per l'infrastruttura AI. Si prevede che queste quattro aziende avranno una spesa complessiva di 178 miliardi di dollari per l'anno fiscale 2024, con un aumento di oltre il 26% rispetto all'anno precedente. Secondo le stime di FactSet, la sola Microsoft vedrà aumentare le spese in conto capitale del 53% quest'anno.
A proposito dei concorrenti il Ceo di Nvidia, Jen Huang, recentemente ha dichiarato: "Abbiamo più concorrenza di chiunque altro sul pianeta. Non abbiamo solo la concorrenza dei nostri concorrenti, ma anche quella dei nostri clienti". Il suo punto di vista è che gli alti livelli di integrazione ed efficienza dei sistemi Nvidia rendono difficile per i rivali tenere il passo.
Rialzo portentoso, ma inferiore alla crescita dei ricavi
Bisognerà aspettare ancora qualche anno per capire quanto la concorrenza potrà insidiare la leadership di Nvidia, nel frattempo chi pensa che le azioni Nvidia non siano più da comprare dovrebbe riflettere su alcuni dati di fatto. La prima considerazione è che la crescita dei ricavi di Nvidia ha superato il rialzo dell’azione. Nel quarto trimestre fiscale, concluso il 28 gennaio, Nvidia ha registrato un fatturato di 22,1 miliardi di dollari, con un aumento del 265% rispetto all'anno precedente. Il fatturato dei data center dell'azienda è aumentato del 409%.
Per il primo trimestre 2025 (i dati saranno annunciati il 22 maggio) il consensus degli analisti prevede una crescita del ricavi a 24,3 miliardi di dollari (+237%) e un balzo dell’utile a 12,7 miliardi (+530%).
La seconda considerazione è che con un tasso di crescita di questo tipo, un P/E forward (sull’utile dell’anno in corso) di 33 volte non è affatto caro. E’ più basso del P/E di Microsoft (34 volte) e Amazon (42 volte), che hanno tassi di crescita nettamente inferiori.
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