Si riaffaccia l'inflazione Usa. I dazi per l'Italia

L'inflazione USA torna a salire sopra le attese, mettendo pressione alla Fed e ai mercati obbligazionari. Analizziamo l’impatto sui tassi, il rischio per il settore immobiliare e tecnologico, e l’effetto dei dazi sull’economia italiana. Focus sull'ETF dei tech cinesi in forte crescita.
L'inflazione continua a essere un tema centrale sui mercati, con i dati più recenti che indicano un aumento rispetto alle attese. La crescita dell’inflazione mese su mese ha sorpreso gli analisti, con il dato che è passato dallo 0,4% allo 0,5%, mentre le previsioni indicavano un calo allo 0,3%. Anche togliendo la componente più volatile, come energia e alimentari, l’inflazione core è risultata più alta del previsto. Questo scenario porta la Federal Reserve a confermare un atteggiamento prudente, con il presidente Powell che ha ribadito che il lavoro non è ancora finito e che i tassi potrebbero restare elevati più a lungo del previsto. I mercati obbligazionari stanno reagendo di conseguenza, con il rendimento del Treasury decennale americano che ha superato il 4,6%, avvicinandosi alla soglia del 5% prevista da alcuni analisti. Nel frattempo, si registra un aumento dell’interesse per i TIPS, titoli del Tesoro indicizzati all’inflazione, con volumi in crescita sugli ETF dedicati a questo strumento. Analizzando più in dettaglio le componenti dell’inflazione, si nota che il settore dei servizi, che pesa per oltre il 60,9% sul CPI, sta continuando a scendere, mentre il rialzo dei prezzi è stato trainato dall’energia e da altri beni fondamentali. Questo significa che la parte più problematica dell’inflazione sta migliorando, ma il dato complessivo rimane preoccupante. Il settore tecnologico e immobiliare sono tra quelli più penalizzati da un’inflazione alta, con i tassi sui mutui che hanno superato nuovamente il 7%. Questo rappresenta un rischio per il mercato immobiliare, che storicamente ha mostrato difficoltà quando i tassi sono rimasti sopra questa soglia.
Un altro tema rilevante riguarda i dazi commerciali, con il rischio che nuove tariffe imposte dagli Stati Uniti possano danneggiare l’export italiano, che ammonta a 67,3 miliardi di euro verso gli USA. L’Italia è il secondo paese europeo per surplus commerciale con gli Stati Uniti, quindi eventuali dazi potrebbero avere un impatto significativo sulla crescita economica, con un potenziale effetto negativo dello 0,2% sul PIL, aumentando il rischio di recessione. A livello di politica monetaria, mentre negli Stati Uniti l’inflazione sembra rimanere alta e i tassi potrebbero restare elevati, in Europa la situazione appare diversa, con la BCE che potrebbe continuare a tagliare i tassi, anche se il rallentamento dell’economia italiana potrebbe riaccendere timori legati al debito e allo spread. Infine, nel mercato azionario si segnala la buona performance dell’ETF di KraneShares sui titoli tecnologici cinesi, che negli ultimi dieci giorni ha registrato un rialzo del 10%, con società come Alibaba e Baidu in forte crescita. L’interesse per il settore tecnologico cinese resta alto, con nuovi sviluppi nel campo dell’intelligenza artificiale e una ripresa di alcune grandi aziende del comparto.
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