Spunti su Stellantis, focus sugli incentivi

Il Governo italiano ha confermato i finanziamenti per l’acquisto di auto elettriche a partire dal mese di settembre, decisione che potrebbe dare una svolta alla casa automobilistica.
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Azioni Stellantis in verde
Partenza positiva per Stellantis a Piazza Affari in questa settimana corta a causa della pausa di Ferragosto per la borsa italiana.
Il titolo della casa automobilistica guadagna oltre l’1% nella prima ora di contrattazioni, tornando sopra quota 8 euro, dopo che la chiusura negativa di ieri (-0,82%) aveva interrotto una serie di 4 sedute utili consecutive che avevano portato ad un guadagno complessivo del 7%.
La performance delle azioni Stellantis in questo 2025 resta ancora negativa: -35% rispetto ai livelli di inizio gennaio scorso (12,62 euro).
Gli incentivi per le auto elettriche
Oggi Equita ha confermato il rating hold e target price a 9,7 euro sul titolo della società, ricordando che in Italia è stata confermata l'introduzione di incentivi per l'acquisto di auto elettriche a partire da settembre, stanziando 597 milioni di euro.
"L'agevolazione permette di arrivare fino a 11 mila euro, ma l'applicazione è limitata a microimprese e privati entro determinati limiti di reddito e certe aree geografiche che riteniamo ne limiti l'efficacia", aggiungono gli esperti, specificando che “per Stellantis l’Italia vale l’8% circa dei volumi totali”.
Downgrade da S&P
Venerdì scorso S&P Global Ratings ha ridotto l’outlook di Stellantis da stabile a negativo, confermando al contempo i rating ’BBB/A-2’ per la casa automobilistica.
Alla base della decisione dell’agenzia di rating ci sono le difficoltà negli sforzi di Stellantis per ripristinare la redditività in Nord America, dove la società ha registrato un margine operativo rettificato del -3,4% nella prima metà del 2025, dopo il -6,8% nella seconda metà del 2024.
L’agenzia sottolinea che Stellantis ha tagliato i prezzi su modelli statunitensi selezionati nella seconda metà del 2024 e aumentato gli incentivi, che a giugno 2025 erano superiori alle medie di mercato. Queste misure hanno contribuito a correggere l’eccesso di inventario, portando le scorte dei concessionari a circa 68 giorni alla fine di giugno 2025, in aumento rispetto ai 63 giorni della fine di dicembre 2024, e significativamente al di sotto dei più di 90 giorni registrati a giugno 2024.
La quota di mercato statunitense della casa automobilistica si attestava a circa il 7% nel secondo trimestre del 2025, in calo rispetto all’8,2% del 2024 e al 13% del 2019, e nel 2024 la società ha perso la quinta posizione nel mercato statunitense a favore di Honda.
S&P potrebbe declassare Stellantis nei prossimi 12-18 mesi se l’azienda non riuscisse a migliorare significativamente la sua performance operativa nel 2026, con prospettive di raggiungere in modo sostenibile un margine EBITDA rettificato superiore all’8% e un flusso di cassa operativo libero rispetto alle vendite di circa il 3% nel 2027.
L’outlook potrebbe tornare a stabile se i lanci di modelli di successo e una migliore gestione di prezzi, inventario e mix consentissero a Stellantis di ripristinare i suoi parametri finanziari, supportati da quote di mercato superiori al 7% in Nord America e superiori al 15% in Europe.
Nord America, Europa e dazi
S&P ha indicato che la ripresa di Stellantis in Nord America dipende fortemente dal successo dei prossimi lanci di modelli, tra cui Jeep Cherokee e Compass, nonché dalla versione con motore a combustione della Dodge Charger prevista per la fine di quest’anno.
In Europa, la casa automobilistica affronta sfide simili, con il suo margine operativo rettificato sceso allo zero percento nella prima metà del 2025, rispetto all’1,2% della seconda metà del 2024 e al 6,9% della prima metà del 2024. S&P ha osservato sconti superiori al 10% su molti veicoli dei marchi Stellantis, riflettendo un’intensificata concorrenza.
L’agenzia di rating ha anche evidenziato l’impatto dei dazi all’importazione statunitensi, prevedendo un colpo di circa 1,5 miliardi di euro all’EBITDA di Stellantis nel 2025 e di circa 1,8 miliardi di euro nel 2026 dopo le azioni di mitigazione.
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