Stellantis, aumentano le immatricolazioni ad agosto

Il mercato automobilistico in Europa occidentale registra una solida crescita grazie al boom delle auto elettriche, ma resta lontano dai livelli pre-pandemia, mentre negli Stati Uniti continuano gli scioperi negli stabilimenti delle tre grandi case automobilistiche.
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Le vendite di Stellantis
Stellantis riesce a seguire la scia dell’aumento delle vendite di auto nel mercato europeo nel mese di agosto, anche se il suo risultato resta inferiore a quello del mercato.
Il gruppo che comprende marchi come Fiat, Jeep, Alfa Romeo, Peugeot, Opel/Vauxhall, Citroen e Ds è cresciuto del 6,4% il mese scorso rispetto allo stesso periodo del 2022, riuscendo anche ad aumentare la sua quota di mercato, passata dal 15,7% di luglio all’attuale 16,7%.
Nel dettaglio, le vendite nei paesi UE, Efta e Regno Unito del gruppo italo-francese sono state 145.392 ad agosto, mentre nei primi mesi del 2023 sono arrivate a 1.450.361, segnando così una crescita del 4,3% rispetto al periodo gennaio-agosto dell’anno precedente, con una quota di mercato scesa dal 19,2% al 17%.
I numeri in Europa
A fronte della crescita del 6,4% di Stellantis, il mercato europeo (UE+Efta+UK) è balzato del 20,7% rispetto ad agosto 2022, secondo i dati diffusi oggi dall’Acea, con 904.509 auto immatricolate.
Aumento a doppia cifra (+17,9%) anche nei primi otto mesi dell’anno, raggiungendo 8.516.943 veicoli venduti.
Tutti i mercati principali hanno registrato una crescita a doppia cifra ad agosto, in particolare la Germania (+37,3%), seguita dal Regno Unito (+24,4%), dalla Francia (+24,3%), dall’Italia (+11,9%) e dalla Spagna (+7,8%). Nel cumulato annuo, la miglior performance è del Paese iberico con un +20,5%. Seguono, nell’ordine, i mercati italiano (+20,2%), britannico (+20%), francese (+16,6%) e tedesco (+16,5%).
Lontana l’uscita dal tunnel
“Nonostante agosto sia tipicamente un mese di rallentamento per le vendite di auto, i rialzi a due cifre indicano che il mercato europeo sta rimbalzando dalla carenza di componenti dello scorso anno”, commenta nella nota Acea.
Nonostante questo, per l’Acea ribadisce come “l’uscita dal tunnel sia ancora lontana”, in quanto nei primi otto mesi 2023 sono stati immatricolati “il 21% in meno rispetto ai livelli pre-pandemici del 2019”.
Il boom dell’elettrico
Il risultato è stato trainato dal vero e proprio boom delle auto elettriche, con 165.165 unità e un incremento del 118,1%, raggiungendo così la quota del 21% del mercato totale.
Nel periodo gennaio-agosto, la crescita delle auto elettriche è stata del 53,6%, con 1.284.920 unità immatricolate contro le 836.802 dello stesso periodo del 2022.Particolarmente significativo l’incremento riscontrato in Germania, dove il balzo è stato del 170,5%, mentre la peggiore è stata Malta con un -22,6%.
Continua la marcia di Tesla che nel mese di agosto ha più che triplicato il numero delle immatricolazioni e da inizio anno ha conquistato il 2,8% di quota di mercato.
Di questo boom dell’elettrico non riesce ad approfittarne appieno l’Italia, dove l’aumento dei veicoli elettrici si è limitato ad uno 0,3% rispetto al 2022, facendo crescere la sua quota al 3,9%: peggio fanno solo Polonia (3,5%), Croazia (2,8%), Repubblica Ceca (2,7%) e Slovacchia (2,4%).
La Norvegia guida la classifica con l’83%, seguita da Islanda (39,9%) e Svezia (37,8%).
L’analisi di Promotor
La domanda di veicoli elettrici è stata “fortemente sostenuta da incentivi generosi che in qualche caso scadevano in agosto, il che spiega la forte crescita in questo mese nell’area e in Germania in particolare”, spiegano dal Centro Studi Promotor.
Ancora “in sofferenza la domanda dei privati, fortemente ostacolata da due fattori”, sottolinea Gian Primo Quagliano, presidente di Promotor.
“Il primo è costituito da incertezze sul tipo di alimentazione per la nuova auto da acquistare legate alla transizione energetica”, mentre il secondo fattore di freno “è la forte crescita dei prezzi delle auto e l’aumento del costo del denaro che ha determinato significativi incrementi anche del costo del finanziamento per l’acquisto di auto", conclude Quagliano.
Il punto sugli scioperi
Nel frattempo, lo sciopero negli Stati Uniti contro Ford, General Motors e Stellantis convocato dal sindacato United Auto Workers (UAW) è arrivato al sesto giorno, bloccando ancora la produzione negli stabilimenti del Michigan, dell'Ohio e del Missouri che producono il Ford Bronco, la Jeep Wrangler e la Chevrolet Colorado, oltre ad altri modelli popolari.L’UAW annuncerà scioperi contro altri stabilimenti statunitensi se non verranno compiuti seri progressi nelle trattative con le case automobilistiche.Gli analisti si aspettano che gli stabilimenti che costruiscono i pick-up più redditizi, come l'F-150 di Ford, il Silverado di GM e il Ram di Stellantis, siano i prossimi obiettivi dello sciopero se la protesta continua.
“Il sindacato ha rifiutato la proposta di aumento del 21%” e “le parti restano lontane anche se GM si dichiara ottimista su una soluzione rapida”, raccontano gli analisti di Equita Sim, ricordando poi come “intanto anche in Italia oggi è confermato un giorno di sciopero nello stabilimento di Melfi per mancanza di chiarezza sulla sua produzione futura”,
“Allo stato attuale risulta essere un’iniziativa isolata e non comparabile con quanto sta accadendo negli Usa”, concludono da Equita, confermando la raccomandazione ‘buy’ sulle azioni Stellantis, con prezzo obiettivo di 23 euro rispetto ai 18,22 di questa mattina (+1%).
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