Tassi BCE, Schnabel chiede “pazienza” sui tagli


Le pressioni per l’avvio dell’allentamento monetario si fanno sempre più forti ma molti banchieri della BCE ribadiscono la loro dipendenza dai dati macroeconomici nel prendere le decisioni e ora gli analisti spostano più in là le loro attese sui tempi del primo taglio.


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BCE deve essere paziente

Pazienza, pazienza. È l’invito pronunciato dalla componente del consiglio direttivo della Banca centrale europea Isabel Schnabel, parlando al Financial Times, rispondendo ad una domanda circa i tempi del primo taglio ai tassi di interesse.

Secondo l’economista, considerata tra i ‘falchi’ più aggressivi, la BCE deve essere attendere prima di avviare l’allentamento della sua politica monetaria in quanto l’inflazione potrebbe accelerare nuovamente e i dati recenti confermano i timori che l’ultimo ‘miglio’ per ridurre la crescita dei prezzi sarà “il più difficile”.

Con i tassi ai massimi storici, le pressioni per tagliare il prima possibile i tassi continuano ad arrivare da più parti, ma Schnabel ha messo in guardia dal tagliare troppo presto, sostenendo che i passati rialzi hanno già avuto il loro massimo impatto e che permangono alcuni segnali preoccupanti, alla luce dell’inizio di una nuova fase “critica” di disinflazione.

“Le aspettative sui prezzi di vendita nei servizi sono aumentate per diversi mesi di fila” e “vediamo un'inflazione dei servizi 'appiccicosa', un mercato del lavoro resistente”, ma “allo stesso tempo, vediamo un notevole allentamento delle condizioni finanziarie”, ha spiegato.

Nella battaglia per riportare l'inflazione al 2%, ha concluso Schnabel, “l’ultimo miglio resta una preoccupazione”: “dobbiamo essere pazienti e cauti perché sappiamo, anche per esperienza storica, che l'inflazione può divampare di nuovo”.

Nessuna fretta

Un invito simile era arrivato ieri dal governatore della Banca centrale croata, Boris Vujcic, il quale aveva affermato alla Reuters che Francoforte non ha alcun bisogno di affrettarsi a tagliare i tassi.

Per la credibilità della BCE è importante essere sicuri che l’inflazione sia decisamente sotto controllo prima di cambiare la rotta della politica monetaria, spiegava il banchiere, aggiungendo che “lungo il percorso di riduzione del costo del denaro potrebbero esserci delle pause e il cosiddetto tasso di ‘equilibrio’ si collocherà probabilmente più alto rispetto al recente passato”.

Se i mercati finanziari prevedono cinque tagli dei tassi da parte della BCE quest'anno a partire da aprile, secondo Vujcic le banche centrali devono ora fare buon uso della pazienza. “Quello che abbiamo visto finora in termini di disinflazione è stato positivo ma vediamo ancora molta resilienza nei servizi e in quella che chiamiamo inflazione interna”, ha concluso.

Non seguire il mercato

Sempre nella giornata di ieri, un altro tentativo di rafforzare le attese dei mercati era arrivato dal governatore spagnolo, Pablo Hernández de Cos, il quale ribadiva che la BCE non si lascia guidare dalle attese esterne ma che fa affidamento sulle proprie prospettive e analisi economiche.

Parlando nel corso di un evento a Nicosia, il membro del consiglio direttivo BCE ha espresso fiducia nel fatto che l'inflazione stia tornando all'obiettivo del 2%, ma ha affermato che il consiglio continuerà a farsi guidare dai dati. Mentre gli operatori propendono per un taglio dei tassi di interesse ad aprile, la maggior parte dei policymaker della BCE sembra favorire una mossa non prima di giugno. “Non siamo qui per confermare le aspettative del mercato, seguiamo la nostra valutazione”.

Sulla stessa linea le dichiarazioni del governatore della banca centrale cipriota, Constantinos Herodotou: “non si può sapere o annunciare da adesso quando inizieranno i tagli dei tassi di interesse. Abbiamo bisogno di vedere i dati”.

Previsioni degli analisti

Ieri, intanto, la BCE aveva pubblicato i risultati dell'indagine delle attese dei consumatori sull'inflazione. Le aspettative mediane sull'IPC a un anno sono scese al 3,2% a dicembre dal 3,5% di novembre, e, tuttavia, la mediana delle aspettative di inflazione a tre anni è salita al 2,5% a dicembre dal 2,4% di novembre. Dopo un rapido declino da un massimo del 3% nel 2022 e un calo al 2,3% nel giugno 2023, le aspettative a tre anni hanno oscillato tra il 2,4 e il 2,5%.

Questo suggerisce che “le aspettative di inflazione a lungo termine dei consumatori si stanno stabilizzando al 2,4-2,5%, un livello chiaramente superiore all'obiettivo della BCE”, evidenzia Tomasz Wieladek, Chief European Economist di T. Rowe Price, chiedendosi: “la BCE presterà attenzione a questi dati? La serie temporale di questi dati e' breve. Tuttavia, indicavano un'aspettativa di inflazione del 2% prima della recente impennata dell'inflazione e quella a tre anni era chiaramente ancorata al 2% prima del recente rialzo”, pertanto “la stabilizzazione delle aspettative al 2,4-2,5% è una prova del disancoraggio delle aspettative di inflazione”.

Questi dati “renderanno chiaramente la BCE più cauta nei confronti dei tagli dei tassi e, al momento, la probabilità di un rialzo dei tassi ad aprile è ancora del 50%. I dati di ieri si aggiungono alle prove che rendono un taglio ad aprile meno probabile di quanto attualmente previsto”, prevede Wieladek.

Dello stesso avviso Gilles Moëc, chief economist di Axa Im Research: se “la scorsa settimana abbiamo scritto che prima che la Bce possa procedere a un taglio dei tassi ad aprile, sarebbe necessario un flusso di dati perfetto”, il dato sull'inflazione di gennaio (2,8%), con notizie potenzialmente critiche sul fronte dei prezzi dei servizi, non è certo all'altezza della situazione. Tutto questo è in linea col nostro scenario di base, che prevede un primo taglio a giugno su entrambe le sponde dell’Atlantico”.

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