Tassi BCE, “solide ragioni” per un taglio ad aprile secondo Goldman Sachs

Gli analisti ritengono che il tasso terminale sarà del 2% e che verrà raggiunto già prima dell’estate in quanto l’inflazione sembra essere destinata a raggiungere in modo stabile il target fissato dall’istituto centrale.
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Verso la riunione della BCE
Fino all’ultima riunione della Banca centrale europea che si è svolta a inizio mese le previsioni erano abbastanza unanime, con i tagli ai tassi ampiamente previsti. Per il prossimo meeting di aprile le cose sembrano più ingarbugliate.
Il 17 di questo mese, l’ECB Watch Tool, che utilizza dati di mercato sui tassi di interesse e derivati dell'Eurozona, indica una probabilità del 62,8% che i tassi di interesse si mantengano all’attuale 2,50%.
Inoltre, alcuni funzionari della BCE, come Schnabel, hanno introdotto il concetto di potenziale pausa, mentre voci accomodanti tra cui Villeroy e Centeno sono rimaste indifferenti all'evoluzione di breve dell'inflazione europea, in particolare chiedendosi se le tariffe statunitensi avrebbero aumentato significativamente i prezzi, dando più forza alla conferma dell’attuale costo del denaro.
Taglio secondo Goldman Sachs
Chi invece la pensa diversamente sono gli analisti di Goldman Sachs, i quali ritengono che vi siano solide ragioni per un nuovo taglio di 25 punti base ad aprile, con una successiva riduzione a giugno a portare il tasso sui depositi al 2%, livello che dovrebbe essere quello terminale. GS prevedeva precedentemente un tasso terminale dell’1,75%.
"L'inflazione di fondo sembra chiaramente avviata a raggiungere il 2% entro la fine dell'anno”, scrivono gli esperti della banca in un rapporto, che aggiungono: “La politica monetaria appare ancora relativamente restrittiva con un tasso sui depositi al 2,5%; l'aumento della spesa pubblica richiederà tempo per sostenere l'economia e probabilmente avrà effetti limitati sull'inflazione".
Inoltre, notano gli esperti, le prospettive economiche degli Stati Uniti si sono deteriorate e l'area euro deve affrontare rischi al ribasso significativi nel breve termine a causa dei dazi statunitensi (con un possibile annuncio il 2 aprile).
"Vediamo quindi una solida giustificazione per un nuovo taglio del tasso di riferimento il 17 aprile. Mantenere invariati i tassi ad aprile senza fornire alcuna indicazione sulla traiettoria futura potrebbe comportare un ulteriore irrigidimento delle condizioni finanziarie, il che potrebbe risultare indesiderabile alla luce dei rischi al ribasso in aumento per la crescita nel breve termine. Manteniamo quindi la nostra previsione di un taglio ad aprile, seguito da un'ultima riduzione al 2% a giugno", concludono da Goldman Sachs.
Anche Société Générale punta ad un taglio di 25 pb, in quanto prevede che i dati deboli sull'inflazione di marzo, previsti per il 1° aprile, spianeranno la strada a un'altra riduzione del costo del denaro.
Volano le colombe
Il report di GS arriva dopo alcuni recenti segnali giunti dai membri della BCE che lasciavano intendere che un taglio ad aprile sia ancora una possibilità concreta, nonostante le crescenti complessità del panorama economico.
Oggi è stato il turno di Peter Kazimir, membro del consiglio e governatore della Banca nazionale di Slovacchia, il quale si è detto aperto al dibattito sulla decisione da prendere, in particolare se proseguire con l’allentamento monetario o sospenderlo momentaneamente.
Il banchiere ha aggiunto che i dati sull'inflazione del primo trimestre e di marzo non sono ancora stati pubblicati e che è necessario studiare sia la struttura della crescita dei prezzi che gli sviluppi nell'inflazione dei servizi.
Ieri il suo collega alla BCE, Piero Cipollone, aveva sottolineato che l'allentamento delle pressioni inflazionistiche potrebbe consentire un ulteriore ammorbidimento delle politiche monetarie, segnalando recenti sviluppi tra cui il calo dei prezzi dell'energia, l'apprezzamento dell'euro e potenziali tariffe statunitensi che rafforzano lo scenario favorevole a una continua riduzione dei tassi di interesse.
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