Tim, aumenta l’appeal speculativo con ipotesi aumento quota Poste Italiane

Diverse indiscrezioni di stampa ipotizzano acquisti sulla quota detenuta da Vivendi nell’ex monopolista che, secondo alcuni analisti, potrebbero rafforzare la guidance del gruppo.
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Tim in luce
Nuove possibili operazioni nel capitale di Telecom Italia, con Poste Italiane pronta a salire. In queste ore una girandola di indiscrezioni rimette al centro dell’attenzione l’ex monopolista, questa mattina in crescita del 4% nelle prime due ore di contrattazioni, e le azioni Tim salgono a 0,315 euro nonostante l’andamento negativo del FTSE MIB (-0,30%).
Il titolo, dunque, amplia la sua performance dal primo gennaio a +27% rispetto al +13,4% del FTSE MIB.
Stamattina Mediobanca ha confermato il giudizio outperform con target a 0,40 euro e il consenso raccolto da Bloomberg registra 14 buy, 6 hold e nessun sell: target medio 0,35 euro.
Governance più solida secondo EQUITA
Ieri Il Messaggero scriveva che Poste starebbe progettando di aumentare la sua partecipazione in Tim fino al 20%, mentre La Repubblica riportava che il gruppo starebbe valutando di acquisire l’ulteriore 10% dalla francese Vivendi che la scorsa settimana deteneva il 18,37%. Il gruppo transalpino potrebbe scendere sotto la soglia del 15% entro la prossima settimana, anche tramite vendite sul mercato.
Gli articoli, evidenziano gli analisti di EQUITA, "parlano di analisi ancora preliminari della situazione, ma indicano l'eventualità (non necessariamente immediata) che Poste possa ulteriormente salire nel capitale di Tim dall'attuale 9,8% fino a circa il 20%, acquistando la partecipazione da Vivendi qualora questa decidesse di scendere ulteriormente dal capitale di Tim”.
Gli analisti mantengono la raccomandazione buy sulle azioni Tim, con prezzo obiettivo a 0,36 euro. “Ribadiamo la nostra idea secondo cui un rafforzamento di Poste in Tim garantirebbe a quest'ultima una governance più solida (facilitando dunque il processo di ottimizzazione della struttura di capitale e remunerazione degli azionisti) oltre ad aprire ulteriore spazio per sinergie industriali, senza pregiudicare opzioni di consolidamento nel settore tlc in Italia. L'acquisizione di una quota del 10% di Tim sarebbe assolutamente gestibile da Poste”, spiegano dalla sim,
Ai prezzi attuali, “l'acquisto costerebbe a Poste circa 400 milioni di euro", che potrebbero essere in buona parte finanziati "attraverso l'incasso dalla vendita della quota in Anima Holding (circa 265 milioni) e con risorse proprie (ad esempio utilizzo di parte delle maggiori cash remittance da parte dell'assicurazione)", conclude EQUITA che sul titolo Poste Italiane mantiene il rating buy, con target price a 17 euro rispetto ai 16,45 euro di questa mattina (-0,10%).
Riduzione rischio governance
Le indicazioni di queste ore “sembrano escludere che Vivendi intenda conservare una quota di minoranza del 5% in Tim, come riportato dai giornali nei giorni scorsi”, scrivono da WebSim Intermonte, aggiungendo che “con il venir meno della minoranza di blocco esercitata da Vivendi in assemblea e l’ingresso di un nuovo azionista industriale di lungo termine come Poste Italiane, Tim potrebbe beneficiare di una progressiva riduzione dello sconto legato al rischio di governance, che ha storicamente pesato sulla valorizzazione del titolo”, aumentando così l’appeal speculativo sul titolo dell’ex monopolista.
“Tra le due classi di azioni, riteniamo che le azioni di risparmio (su cui manteniamo una chiara preferenza, con raccomandazione buy e target price di 0,46 euro) siano le principali beneficiarie del nuovo corso, considerando la maggiore probabilità di raggiungere un accordo sulla conversione in titoli ordinari (operazione bloccata 10 anni fa per l’astensione di Vivendi) che porterebbe ad una semplificazione e ottimizzazione della struttura del capitale”, concludono da WebSim.
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