TIM, contrasti nel cda sulla rete e titolo ai minimi storici
Indiscrezioni di stampa parlano di un botta e risposta tra CDP e Vivendi sul processo di rete unica, mentre l’offerta dovrebbe arrivare dopo il 25 settembre per evitare strumentalizzazioni politiche in vista delle elezioni.
Tim ai minimi storici
Prosegue il calo inesorabile del titolo Telecom Italia a Piazza Affari, con le vendite che continuano a caratterizzare i mercati europei nella giornata di oggi aggravate dai presunti contrasti interni dell’ex monopolista.
Le azioni TIM arrivano a cedere oltre il 3% dopo circa un’ora di contrattazioni, aggiornando i nuovi minimi storici a 0,1965 euro, e risultando tra le peggiori delle blue chip del Ftse Mib (-0,70%).
Da inizio anno il titolo risulta così svalutato del 55%, mentre negli ultimi 5 anni si arriva al -75% di calo.
CDP e Vivendi ai ferri corti
Indiscrezioni di stampa pubblicate da La Repubblica raccontano di contrasti tra i francesi di Vivendi con Cassa Depositi e Prestiti (CDP) in vista della potenziale fusione con Open Fiber, rallentando l’operazione dopo l’accordo di fine giugno che prevedeva il ‘matrimonio’ già ad ottobre.
Nell’ultimo cda, scrive il quotidiano, il presidente di CDP, Giovanni Gorno Tempini, avrebbe contestato la valutazione della rete che dovrebbe essere comprata da Macquaire e dalla stessa CDP, entrambi soci di Open Fiber.
Al centro delle critiche ci sarebbe il processo di valutazione della rete, affidata dall’ad Pietro Labriola alla banca d’affari Rothschid, consulente storico di Vivendi.
Percorso considerato da Gorno inadatto ad agevolare le trattative visto il conflitto di interessi, mentre la diffusione dei dettagli ai giornali non farebbe l’interesse della società.
Da notare, inoltre, che la valutazione della banca d’affari (18-20 miliardi) è considerata inferiore a quella di Gorno, pari a 31 miliardi di euro, anche se questo tema non sarebbe stato affrontato dal presidente di CDP.
La risposta
Le parole di Gorno non hanno visto una replica degli altri consiglieri del board nel corso della riunione, ma la risposta sarebbe stata affidata ad una lettera inviata dai membri legati a Vivendi e a tutti i consiglieri, nella quale si specificava che il conflitto di interessi non era di Rothschild.
Al contrario, sarebbe lo stesso Gorno ad essere ‘seduto in due parti del tavolo’, spiegava la lettera, in quanto Presidente di CDP risulta azionista di TIM (10%) e di Open Fiber (60%).
A quel punto, il presidente di Tim, Salvatore Rossi, avrebbe replicato a Vivendi ricordando le procedure approvate per gestire il conflitto di interessi.
Inoltre, scrive Repubblica, CDP avrebbe fatto anche notare come la circolazione della valutazione della rete fatta da Vivendi di 31-34 miliardi non agevolerebbe le trattative.
L’analisi di Equita Sim
Gli analisti di Equita Sim ritengono che l’operazione rete unica ha “molto senso per TIM”, in quanto “consentirebbe di abbattere l’indebitamento del gruppo risolvendo anche un tema competitivo rilevante nel business wholesale di rete fissa”.
Questi esperti valutano la rete sullo stesso range indicato da La Repubblica, tra i 18 e i 20 miliardi di euro, e ritengono ci possa essere “qualche spazio negoziale ma non tale da colmare per intero il gap valutativo con quanto lasciato trapelare da Vivendi”.
Il negoziato, concludono da Equita, “non si presenta banale” e mantengono “elevato sul titolo lo sconto rispetto alla somma di ogni segmento di business (SOTP)”.
Pertanto, dalla sim milanese mantengono la loro valutazione ‘hold’ sul titolo TIM, con target price di 0,39 euro.
Dopo il 25 settembre
Le indiscrezioni pubblicate da Il Sole 24 Ore e da Bloomberg ipotizzano che la presentazione dell’offerta non vincolante di CDP (attraverso Open Fiber) dovrebbe arrivare tra il 26 e il 30 settembre, quindi non più per metà settembre come ipotizzato nelle settimane scorse.
L’obiettivo sarebbe quello di evitare il più possibile strumentalizzazioni sul progetto nel corso della campagna elettorale, in vista delle elezioni del 25 settembre.
“Se confermato, lo slittamento avrebbe senso, visto che il parere del nuovo Governo su un dossier così delicato è cruciale per raggiungere un accordo finale”, sottolineano gli analisti di Intesa Sanpaolo.
Il ritardo, comunque, non dovrebbe rappresentare “un segnale negativo sul deal”, secondo Equita Sim, “vista la rilevanza dell'operazione e la necessità in ogni caso di un pieno supporto politico all'accordo per tutto il percorso che dovrà condurre fino al completamento dell'operazione”.
Del resto, come dicono gli esperti di Banca Akros, “le indiscrezioni non sono certo una sorpresa, nonostante i rumor riportati quotidianamente dai giornali italiani su un’offerta entro il 15 settembre”.
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