Tim, Intesa Sanpaolo alza il target price

Indiscrezioni di stampa riportano di un possibile rallentamento per il progetto di rete unica tra FiberCop e Open Fiber che potrebbe mettere a rischio l'earnout a favore dell’ex monopolista.
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Intesa Sanpaolo ottimista su Tim
Visione ancora ottimistica da parte degli analisti di Intesa Sanpaolo su Telecom Italia. Dalla banca hanno alzato il target price sulle azioni Tim, portandole da 0,41 a 0,46 euro, con la raccomandazione sempre a buy.
Più alto, invece, il prezzo obiettivo fissato da Barclays, a 0,50 euro per azione, livello simile all'offerta (0,505 euro) che aveva fatto Kkr per l'acquisto di tutta Tim e non solo della rete di accesso, acquisita lo scorso anno per circa 18 miliardi di euro. Anche Jp Morgan aveva alzato il fair value su Tim, portandolo da 0,42 a 0,48 euro.
Oggi le azioni Tim guadagnano oltre l’1% e si portano a 0,47 euro, portando a +86% la performance del titolo in questo 2025.
Rete unica in stallo
L’edizione di Ferragosto de Il Giornale riportava che il progetto di rete unica tra FiberCop e Open Fiber è fermo per l’istruttoria dell’Antitrust UE sulle presunte informazioni fuorvianti fornite da Kkr e per la review dell’AGCM sull’MSA trentennale tra Tim e FiberCop, ritenuto potenzialmente anticoncorrenziale in quanto garantirebbe a FiberCop un vantaggio su circa il 40% della domanda di servizi di telefonia fissa in Italia. In attesa degli esiti istruttori, Kkr avrebbe sospeso le interlocuzioni con il governo avviate con un MOU.
Questa circostanza, secondo il quotidiano, potrebbe rallentare o mettere a rischio la chiusura del deal entro fine 2026, termine dell’earnout da 2,5 miliardi a favore di Tim e pari al 75% delle sinergie stimate.
Queste indicazioni di stampa “contrastano con i toni fiduciosi espressi dal Ceo di Tim nella recente call dei risultati del primo semestre 2025 sulla possibilità di arrivare ad un accordo tra FiberCop e Open Fiber, considerando l'escalation delle trattative in corso e il ruolo cruciale del Mef, coinvolto direttamente (FiberCop) e indirettamente (Open Fiber) nelle due società”, sottolineano da WebSim Intermonte.
Dalle due istruttorie in corso “non vediamo rischi sulla fattibilità di una combinazione delle due infrastrutture ma semmai rallentamenti che potrebbero mettere a rischio l'earnout a favore di Tim. Nella nostra Sum of Parts (SOP) che ci porta ad un target price di 0,50 euro per azione ordinaria (buy) incorporiamo l’earnout ad una probabilità molto bassa, del 25%, circa 0,03 euro per azione”, proseguono dalla sim.
Per quanto riguarda l’istruttoria UE, “ricordiamo che Tim non è parte del procedimento e non è in discussione la cessione di NetCo, chiusa un anno fa; l’indagine si concentrerebbe unicamente su eventuali informazioni fuorvianti fornite da Kkr in fase di notifica dell'operazione. In merito all’istruttoria AGCM, Tim e FiberCop hanno già presentato un set di impegni sui servizi passivi (IRU), dai quali non emergono rischi di modifiche sostanziali all’impianto dell’MSA né al rapporto esclusivo tra Tim (most favoured client) e FiberCop (preferred supplier)”, concludono da WebSim.
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