TIM si accende dopo la nomina di Butti a sottosegretario


Il piano Minerva preparato dall’esponente di FdI prevede l’OPA di CDP, oltre alla cessione degli asset retail di Telecom, e potrebbe tornare al centro del dibattito sul futuro della società ex monopolista.


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TIM in rally

Telecom Italia protagonista a Piazza Affari sulla scia di un possibile slancio alle mire di Cassa Depositi e Presiti dopo la nomina a sottosegretario di Alessio Butti, ideatore del progetto Minerva.

Le azioni dell’ex monopolista arrivano a guadagnare oltre il 5% nelle prime due ore di contrattazioni, toccando un massimo di 0,21 euro per azione, ai massimi da metà settembre.

La manifestazione di interesse presentata nel 2021 da KKR “prevedeva un prezzo di 0,505 euro per azione ed era stata respinta dal CdA TIM a fronte di una valutazione condotta dagli advisor TIM di 1,00 euro/azione su base standalone (ma includendo la cessione di NetCo a fondi infrastrutturali come KKR) e 1,30 euro includendo l’upside dalla rete unica”, ricordano da WebSim.Resta negativo il bilancio del 2022 per il titolo TIM, visto il calo superiore al 50% rispetto alle quotazioni di gennaio, quando aveva iniziato l’anno a 0,45 euro.

Il progetto Minerva

Ieri il nuovo esecutivo guidato da Giorgia Meloni ha completato la nomina dei 31 sottosegretari, di cui otto viceministri con delega.

Ad accendere l’interesse su TIM è stata la nomina del coordinatore di Fratelli d’Italia per le strategie sulle telecomunicazioni, Alessio Butti, scelto come sottosegretario all’innovazione tecnologica alla Presidenza del Consiglio, sostituendo di fatto Vittorio Colao, ex ministro dell’Innovazione.

Butti era stato ideatore del Progetto Minerva, con il quale si prevedeva un’OPA su TIM da parte di CDP, con la contemporanea cessione degli asset retail di Telecom.

Il neo sottosegretario aveva attaccato Open Fiber, accusandola di non avere più “la credibilità né la capacità di essere il perno dell’operazione sulla rete unica, così come pensata sino ad oggi da CDP e che la rete non va separata, ma deve rimanere invece in capo a TIM e deve essere semmai TIM ad aggregare sotto di sé la rete di Open Fiber, ma deve essere controllata da CDP. Con una rete in capo a CDP e controllata da TIM, l’azienda tornerebbe ad essere un asset industriale italiano (come Enel o come ENI o Leonardo)”.

La view di WebSim

La nomina di Butti era “largamente attesa”, spiegano da WebSim, e con questa “potrebbe tornare in auge il progetto Minerva”, di cui era stato “il principale promotore durante la campagna elettorale”.

Questo potrebbe avvenire “qualora non si dovesse raggiungere un accordo per l’acquisizione di NetCo da parte di CDP/Macquarie/KKR in queste 4 settimane che ci separano alla nuova scadenza dell’MOU per la presentazione dell’offerta non vincolante per NetCo”, sottolineano dalla sim.

Con la capitalizzazione di mercato di TIM pari a 3 miliardi di sole azioni ordinarie, “il piano prospettato da Butti ci sembra finanziariamente meno gravoso per CDP e avrebbe lo stesso esito finale delineato nell’attuale MoU per l’acquisto della NetCo: in entrambi i casi, CDP arriverebbe infatti a controllare la NetCo di TIM e OF”, proseguono questi analisti.

Da WebSim, però, si ritengono quali “principali rischi ed elementi complessità di un’eventuale OPA” quelli “legati alla posizione dell’antitrust EU su cui CDP sarebbe chiamata a raggiungere un accordo (CDP ha oggi il 60% di OF e il 10% di TIM) prima di poter procedere con l’OPA; e soprattutto in caso di un eventuale cessione degli asset retail di TIM ad un operatore già presente sul mercato (es. Iliad)”.

Alla luce di questa analisi, da WebSim confermano la raccomandazione ‘molto interessante’ su TIM, con target price a 0,43 euro, mentre il consenso raccolto da Bloomberg resta molto prudente: 7 ‘buy’, 14 ‘neutral’ e 3 ‘sell’, con un target medio a 0,31 euro.

Le stime sui conti

Nel frattempo, la società ha comunicato le stime degli analisti relativi ai conti del terzo trimestre 2022, attesi sul tavolo del consiglio di amministrazione di TIM il prossimo 9 novembre 2022.

Il consensus elaborato da 15 banche d’affari si attende ricavi pari a 3,94 miliardi nel periodo luglio-settembre, con un lieve aumento (+0,20%) rispetto ai 3,93 miliardi rispetto allo stesso trimestre del 2021.

L’Ebtida organico è visto scendere a 1,55 miliardi dai 1,7 miliardi del terzo periodo dello scorso anno, in calo dell’8,6%.

Infine, il Capex organico dovrebbe scendere a 900 milioni dai 936 milioni del 2021, mentre a fine settembre l’indebitamente finanziario netto adjusted dovrebbe essere stato di 25,52 miliardi di euro.

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