Tod’s, ottimi risultati. Meno male che l’Opa è fallita
I ricavi del primo trimestre sono saliti del 23% battendo le stime degli analisti. Fondamentale il contributo della Cina dopo la riapertura del Paese. Per l’intero 2023 stimato un balzo dell’utile del 71%. Le quotazioni tornano a 40 euro, il prezzo dell’Opa dell’agosto scorso.
La Cina è il primo mercato e rappresenta il 28% dei ricavi
I risultati del primo trimestre 2023 di Tod’s hanno sorpreso gli analisti con una crescita dei ricavi superiori alle attese e giovedì 11 maggio, il giorno dopo la diffusione dei dati, il titolo corre a Piazza Affari segnando un rialzo del 3,3% a 39,5 euro. E’ la conferma che il mercato aveva visto giusto l’estate scorsa quando, con la Cina in piena crisi da pandemia, aveva negato il successo all’Opa lanciata da DeVa, la finanziaria della famiglia Della Valle, che puntava a raccogliere il 100% delle azioni con un’offerta a 40 euro per azione.
“Il titolo vale di più” era stato il passa parola fra alcuni importanti investitori che rifiutarono di aderire all’Opa facendo desistere i Della Valle dal progetto di delisting, visto che erano arrivati ad avere solo l’86,9% del capitale, di cui il 64% storicamente in mano ai membri della famiglia e il 10% del socio e amico gruppo Lvmh.
Dall’inizio dell’anno titolo in rialzo del 28%
Una volta certificato il fallimento dell’Opa, le quotazioni di Tod’s lo scorso autunno caddero velocemente a 30 euro, e da quel livello hanno ripreso a salire all’inizio di gennaio grazie alle aspettative della riapertura delle attività in Cina. Dall’inizio dell’anno l’azione Tod’s è salita del 28%.
La Cina è di gran lunga il primo mercato del gruppo Tod’s: nel 2021 aveva rappresentato il 35% dei ricavi, quota scesa l’anno scorso al 28% a causa delle restrizioni per la pandemia da Covid.
I conti del primo trimestre, annuncia il gruppo, sono trainati dalla forte ripresa del mercato cinese. Complessivamente i ricavi sono saliti del 23% raggiungendo quota 270,5 milioni di euro, ben al di sopra delle stime del consensus che per Reuters si attestavano a 252 milioni.
Analisti prudenti, target price raggiunti e superati
“Tutti i marchi del gruppo – si legge in una nota della società - hanno iniziato l’anno con una solida crescita a doppia cifra dei ricavi”. In particolare, spiccano i risultati di Tod’s (+24,4%) e Roger Vivier (+30,9%). Il presidente Diego Della Valle giudica “molto importante il contributo del mercato cinese, che, con il venir meno delle restrizioni per il Covid, è tornato a registrare eccellenti tassi di crescita”.
Oggi Tod’s è coperta da 16 analisti che hanno un atteggiamento prudente sul titolo: per 14 il giudizio è Neutrale e la media dei target price è 37 euro, un livello superato dalle quotazioni attuali.
Il consensus degli analisti stima che il gruppo arrivi a chiudere il 2023 con un fatturato di 1.100 milioni di euro, in crescita del 10% sull’anno precedente. L’utile dovrebbe salire del 71% da 23 milioni a 39,4 milioni di euro, grazie a un miglioramento dell’Ebit margin previsto per quest’anno al 7,1% dal 5,7% del 2022.
Ebit margin previsto in crescita nel prossimi due anni
Al prezzo attuale Tod’s capitalizza 1.265 milioni di euro, ovvero 32 volte gli utili previsti per il 2023. E’ questo multiplo, decisamente superiore alla media del settore, che spinge gli analisti alla prudenza. Infatti il P/E 2023 di Lvmh è 26 volte, quello di Kering 17 volte, Moncler 28 volte, Burberry 20 volte.
Dalla sua, però, Tod’s ha la prospettiva di una forte crescita della redditività, con l’Ebit margin che nel 2024 dovrebbe salire all’8,5% e l’utile netto a 57 milioni (+45% sull’anno precedente). Se grazie alle ottime capacità del management questi dati saranno raggiunti, sarà stato un successo per il mercato avere ottenuto che il maggiore valore resti diviso fra tutti gli azionisti, e non solo fra i soci di maggioranza.
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