Tonfo di Edf alla Borsa di Parigi. Obbligata a chiudere due centrali


In tre sedute il titolo è sceso del 20%. Scoperte delle crepe dovute a corrosione in un reattore nucleare, fermato anche l’impianto gemello. La società rivede al ribasso la stima di Ebitda del 2021, Jefferies taglia la previsione di utile. Le pressioni del governo di Parigi.


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Con la fermata delle due centrali vengono a mancare 6 Gigawatt di capacità.

Complice anche il generale ribasso dei mercati azionari spaventati dalla variante Omicron, non si arresta la caduta di Edf, il colosso francese dell’energia elettrica, che nelle ultime tre sedute di Borsa (compresa oggi) ha accumulato una perdita che rasenta il 20%. La quotazione attuale di 9,66 euro (-2,7% su venerdì) è la più bassa degli ultimi 12 mesi.

La giornata nera è stata giovedì 16 dicembre, quando il titolo è crollato del 15,4% in seguito alla notizia che Edf ha bloccato l’attività della centrale nucleare di Civaux, nella Francia occidentale, dopo avere rilevato delle crepe su una tubatura, dovute probabilmente a corrosione. Immediatamente per precauzione è stata fermata anche la centrale gemella di Chooz, nella parte orientale del Paese, che usa la stessa tecnologia.

La messa fuori servizio delle due centrali, per un totale di quattro reattori, significa l’eliminazione dalla rete francese di una capacità di generazione di 6 Gigawatt, pari a circa il 13% dell’attuale disponibilità di energia elettrica. Fra gli addetti ai lavori è scattato l’allarme per il rischio di black-out, visto che ci si avvicina al picco dei consumi invernali per il riscaldamento, e intanto il prezzo dell’energia elettrica è subito balzato al rialzo.

La ministra dell’Ecologia chiede di accelerare i lavori di manutenzione.

Stamattina si è fatto sentire il governo francese, per bocca della ministra dell’Ecologia Barbara Pompili, che ha detto di avere chiesto al presidente e Ceo di Edf, Jean-Bernard Levy, di fare ripartire prima del previsto altri reattori che erano stati fermati per una manutenzione programmata e il cui riavvio era previsto per metà gennaio. Edf possiede 56 reattori nucleari e di questi attualmente circa un quarto sono fermi: una cosa insolita per questa stagione, ma, dice la società, il calendario degli interventi di manutenzione è stato rimaneggiato a causa della pandemia.

Le conseguenze finanziarie: Ebitda 2021 tagliato a 17,5/18 miliardi.

La fermata dei quattro reattori ha delle sensibili conseguenze finanziarie. Edf ha reso noto che le decisioni di settimana scorsa porteranno alla perdita di 1 Terawattora entro la fine del 2021, e alla conseguente revisione al ribasso della previsione di Ebitda per l’intero 2021, che scende a un livello compreso fra 17,5 e 18 miliardi di euro, rispetto alla precedente stima di oltre 17,7 miliardi. Fino a giovedì scorso il consensus degli analisti indicava un Ebitda di 18,1 miliardi di euro.

Secondo JP Morgan, la fermata delle centrali si farà sentire anche sui conti 2022 di Edf, dato che la società dovrà spendere fra 2 e 3 miliardi di euro per comprare da altri produttori l’energia che non è in grado di produrre. Jefferies ha abbassato la stima di utile di quest’anno del 3,5%.

Infine, i problemi di Edf potrebbero guastare i piani del presidente francese Emanuel Macron, che a Bruxelles sta facendo forti pressioni perché l’Unione europea includa l’energia nucleare nella lista degli investimenti green e sostenibili. Il nucleare rappresenta circa il 70% della produzione di energia elettrica della Francia, che non ha mai avuto ripensamenti sulla scelta nucleare, al contrario della Germania che dopo il disastro di Fukushima del 2011 decise di chiudere tutte le sue centrali atomiche.

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