Torna il Btp Italia legato all’inflazione

Scadenza 2027, cedola minima garantita dello 0,6 per cento. Per il retail parte oggi.
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Buona partenza per il BTp Italia
Il Btp Italia raccoglie quasi due miliardi di euro nel primo giorno di sottoscrizione. Il bond indicizzato all'inflazione, che garantisce una cedola minima dello 0,6%, ha raccolto 1,995 miliardi di euro. Una buona partenza per il quindicesimo Btp Italia, considerato che gli analisti si attendono una raccolta complessiva attorno ai 4 miliardi di euro al termine dei tre giorni di sottoscrizione, l'ultimo dei quali destinato agli investitori istituzionali.
Il titolo di stato è studiato soprattutto per i piccoli risparmiatori grazie al meccanismo che li protegge dall’inflazione. Oggi ultimo giorno di sottoscrizione. Il rendimento non è interessante.
Cosa sapere sul nuovo BTp Italia
Ritorna il BTp Italia: bond legato all’inflazione e destinato agli investitori retail. Il collocamento ai privati inizierà oggi fino a domani (martedì). Scadenza 28 ottobre 2027, offrirà una cedola minima garantita dello 0,6%. Un rendimento che risulta competitivo rispetto alle quotazioni del mercato secondario: un titolo della stessa maturity ma senza l’indicizzazione all’inflazione oggi rende lo 0,72 per cento.
Le cedole semestrali saranno indicizzate al FOI (Indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, al netto dei tabacchi), a cui si aggiunge il pagamento del recupero dell'inflazione maturata nel semestre (con la previsione di una soglia minima in caso di deflazione). Il rimborso è unico a scadenza e, per chi acquista all'emissione durante la fase del collocamento e conserva il titolo fino a scadenza, è prevista la corresponsione di un Premio Fedeltà del 4 per mille al momento del rimborso. Nessuna commissione di collocamento è poi prevista per chi sottoscrive nei giorni del collocamento.
Dopo l'ultimo grande flop
L’ultimo collocamento è stato un buco nell’acqua. Lo scorso novembre il Tesoro ha collocato, tra i privati, 863 milioni di euro su un totale di 2,164 miliardi di titoli piazzati. Allora la cedola era ancora più ricca di oggi: 1,45% annuo con scadenza 2022. Secondo gli esperti il flop era legato alle tensioni sullo spread, condito dai rumors di fondo che parlavano di rischio infrazione per il nostro Paese.
Il clima di oggi
Ora il clima è più favorevole, ma i tassi lo sono molto meno. I rendimenti europei sono ai minimi storici e vale anche i nostri titoli: complice la Bce e un governo più amico dell’Europa. In zona euro le alternative sono dunque peggiori.
L’emissione consentirà al Tesoro di mettere ulteriore fieno in cascina, dopo aver già raggiunto l'85% del funding previsto per il 2019. Titoli a 8 anni sono stati offerti nel 2013, nel 2014 e nel maggio 2018, tutte emissioni “ricche” (fino ai 20,5 miliardi dell'aprile 2014) e ad alto tasso di adesione di piccoli risparmiatori (tra il 49 e il 60,9%).
Per i prossimi anni ci aspettiamo in Europa, e in Italia soprattutto, un’inflazione molto bassa in uno scenario simile a quello Giapponese. Gli esperti iniziano a indicare tra le cause della bassa inflazione, lo scarso tasso di natalità. L'invecchiamento della popolazione, o silver economy, mantiene bassa la domanda di beni di consumo. L’Italia è uno dei Paesi al mondo con bassissimo tasso di natalità e con un’inflazione ai minimi rispetto a quella europea, a fronte di una crescita che boccheggia.
Tutti segnali che non ci fanno essere ottimisti sul rendimento di questo titolo di Stato. Continuiamo a considerare i certificate un ottimo strumento alternativo ai bond, soprattutto se con una barriera profonda, pochi sottostanti e una gestione continua. Sicuramente questo strumento offre maggiori rischi a fronte di tassi di rendimento più elevati ma il mondo dei bond oggi è drogato dagli interventi delle banche centrali e non remunera in maniera adeguata all’investitore a fronte del rischio che offrono.
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