Tutti appesi alle parole di Powell ma la recessione fa paura


Wall Street vista aprire negativa, mentre Citigroup valuta al 50% le possibilità le possibilità di una recessione mondiale e oggi il Presidente della Fed potrebbe lanciare segnali di una stretta monetaria ancora più aspra per combattere l’inflazione.


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La paura della recessione

Recessione economica, ovvero il fantasma che si aggira in queste ore sui mercati mondiali. Gli economisti di Citigroup hanno fissato al 50% le probabilità dell’arrivo della riduzione delle attività economiche nel
mondo, in quanto le banche centrali sono pronte a “inasprire le loro politiche monetarie”, indebolendo così la domanda di beni e servizi.

“Le banche centrali possono ancora progettare atterraggi morbidi (o ‘softish’), ma ciò richiederà la diminuzione degli shock dell'offerta per diminuire e una domanda che rimanda resiliente”, aggiungono gli
economisti della banca.

Attesa per Powell

L’incrocio tra le decisioni della Federal Reserve e il futuro dell’economia sarà al centro delle parole del Presidente dell’istituto, Jerome Powell, atteso oggi alle 15.30 italiane in Senato.

Le previsioni vedono possibili indicazioni circa la possibilità che anche a luglio venga deciso un aumento consistente di 75 punti base dei tassi, così come deciso all’ultimo meeting Fed, visto il persistere di un
livello alto di inflazione.

Di certo non è servito a buttare acqua sul fuoco l’avviso arrivato nella notte dal presidente della Fed di Richmond, Thomas Bakin, il quale affermava che la banca centrale degli Stati Uniti deve alzare i tassi alla maggiore velocità possibile, cercando in contemporanea di arrecare il minor danno possibile all’economia e al sistema finanziario.

Rosso fisso sui mercati

In attesa di Powell, il trend sulle borse resta ribassista e probabilmente il ‘bear market’ è destinato a proseguire, “il che significa che di qui alla fine dell’anno qualsiasi rimbalzo sarà sfruttato alla lunga per vendere”, secondo Vincenzo Bova, strategist di Mps Capitalservice.


A New York i future di Wall Street restano sul rosso fisso (1,5%) dopo il rimbalzo di ieri, mentre in Asia chiude a -2,56% l’indice Hang Seng e quello giapponese limita le vendite ma termina in negativo.


Gli analisti di SocGen arrivano a prevedere un “calo dello S&P 500 ad almeno 3.200 punti”, ovvero il 15% circa in meno rispetto alla chiusura di ieri (3.764).

Da inizio anno, l’indice ha già ceduto il 21%, calo peggiore dalla presidenza di Richard Nixon nel 1970, secondo quanto calcolato da Bloomberg.

Sostanzialmente stabile il cambio euro/dollaro, fermo a 1,052, mentre l’oro resiste intorno la parità, a 1.089 dollari l’oncia.

Le big tech

Il consiglio di amministrazione di Twitter (-0,50% nel premarket) ha approvato l’offerta di Elon Musk, consigliandola ai soci, ma il ceo di Tesla (-1,60%) mantiene le sue perplessità sul tema dei profili falsi, sul
finanziamento e sulla volontà dei soci in attesa dell’assemblea.

Apple (-1,60%) esclusa dal consorzio sul metaverso guidato da Meta (-1%), Microsoft (-1,76%) e Sony, a cui si sono aggiunte Adobe, Alibaba, Epic Games, Huawei, IKEA, NVIDIA, Qualcomm, Unity, VerseMaker e
Wayfair.

Il Forum si pone l’obiettivo di “costruire un metaverso aperto”, a cui potrà accedere “qualsiasi organizzazione senza alcun costo”.

Calo del 4% Alibaba alla borsa di Hong Kong, dopo la notizia diffusa dalla Reuters di una separazione delle attività del gigante dell’e-commerce e di Ant Group, entrambe fondate da Jack Ma, a causa della
repressione normativa in Cina.

Infine, Stifel ha abbassato il target price su Netflix (-1,70%) a 240 dollari dai precedenti 300, mantenendo il rating ‘Hold’.

Scende il petrolio

La paura della recessione continua a colpire le quotazioni del greggio (104 dollari) e del Brent (110 dollari), ai minimi di un mese, trascinando con sé nel pre-market USA anche l’azionario legato alle materie prime come Chevron (-3%), ConocoPhillips (-4%) ed Exxon (-3%), dopo quello europeo.


Attese positive per la riunione del presidente Biden con le 7 grandi compagnie petrolifere americane all’interno di una strategia finalizzata ad abbassare i prezzi del carburante, ormai arrivato 5 dollari al gallone.


Le indiscrezioni di queste ore indicano una possibile sospensione temporanea della tassa federale di 18,4 centesimi per gallone sulla benzina decisa da Biden, allentando la pressione sui prezzi. Alle 20 italiane
sapremo cosa avrà deciso il presidente.

Colombe giapponesi


In Asia, resta protagonista la Bank of Japan, confermando la sua politica monetaria accomodante, fatta di tassi bassi. Le minute dell’ultima riunione di giugno dell’istituto giapponese hanno evidenziato l’accordo tra i suoi esponenti sulla necessità di impegnarsi ad adottare anche ulteriori manovre di politica monetaria espansiva “senza alcuna esitazione”, nel caso in cui fosse necessario.

Posizione che sta spingendo in basso lo yen, sceso fino a 136,1 per dollaro, dopo aver toccato quota 136,71 nei primi scambi, il minimo dall'ottobre 1998.

Criptovalute in calo


Il picco di 69 mila dollari datato 2021 resta ancora decisamente lontano per il Bitcoin, ancora in difficoltà.


La principale delle cripto oggi resta intorno ai 20 mila dollari, ma la ‘cripto-notte’ potrebbe non essere terminata.


Alcuni analisti come Ian Harnett, cofondatore e Cio di Absolute Strategy Research, già prevedono una discesa del 40% per il Bitcoin, portando la principale delle valute digitali sulla soglia dei 13 mila dollari, colpita dalla generale “mancanza di liquidità” dei mercati.


Tra le altre cripto, finisce il rally del Dogecoin, la favorita di Elon Musk, dopo aver guadagnato il 6% in 24 ore e circa il 14% in una settimana, grazie alla rinnovata fiducia da parte del Ceo di Tesla.


Appoggio di Musk che aiuta la Shiba Inu, considerata la copia del Dogecoin, oggi in crescita del 15%.

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