UniCredit, rinviata al 9 luglio da decisione del Tar sul golden power

Indiscrezioni di stampa indicano che la banca milanese avrebbe rinunciato alla sospensiva sul golden power in attesa dalla sentenza del tribunale.
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Il rinvio della decisione dell’Ops di UniCredit su Banco Bpm
Bisognerà aspettare il 9 luglio per conoscere il futuro dell’Ops lanciata da UniCredit su Banco Bpm. Secondo fonti dell’agenzia Reuters, il Tar avrebbe infatti rinviato a tale data la sua decisione sul ricorso fatto da Piazza Gae Aulenti contro le condizioni poste dal Governo in sede di golden power per autorizzare l’operazione lanciata sull’istituto guidato da Giuseppe Castagna.
La decisione sul golden power rimane in vigore, sottolineava la fonte, aggiungendo che UniCredit ha rinunciato alla richiesta di sospensiva in attesa della sentenza, per cui il tribunale non ha deliberato su tale richiesta. L’udienza si è tenuta davanti la prima sezione del Tar del Lazio e, come riportato nel calendario di udienza, aveva ad oggetto il Dpcm del 18 aprile 2025 relativo all’Ops su Banco Bpm.
A Piazza Affari, intanto, le azioni UniCredit proseguono la seduta in leggera crescita (+0,30%), scambiate a 57,30 euro.
Le possibili conseguenze dello stop
Il deal porterebbe “diversi vantaggi strategici per UniCredit”, secondo gli analisti di Scope Ratings, tra cui il “consolidamento della sua posizione di secondo gruppo bancario italiano, sfidando la leadership di Intesa Sanpaolo”.
“La quota di mercato nazionale dell'entità combinata nei prestiti e nei depositi aumenterebbe rispettivamente al 15% e al 14% (dal 9% in entrambi i casi) e parallelamente aumenterebbe il potere di determinazione dei prezzi, in particolare nelle ricche regioni del nord Italia come Lombardia, Piemonte e Veneto", spiegano da Scope, che avvisa: "Se l'operazione dovesse fallire, UniCredit potrebbe dover riconsiderare la propria strategia di crescita sul mercato interno".
Tra i rischi dell’operazione, oltre al golden power, c’è l’acquisizione di circa il 90% di Anima Holding fatta da Banco Bpm a condizioni più sfavorevoli di quelle annunciate a causa del mancato ottenimento da parte del gruppo bancario target del Danish Compromise.
L’operazione Commerzbank
UniCredit resta impegnata anche nel fronte estero, in particolare in Germania, con l’operazione Commerzbank. "Riteniamo che il management continui a puntare su un'acquisizione del 100%, dati i vantaggi strategici che una fusione comporterebbe, quali dimensioni, sinergie e diversificazione geografica”, sottolineano da Scop.
Tuttavia, anche dopo le recenti elezioni, “il clima politico rimane sostanzialmente immutato rispetto allo scorso autunno: il cancelliere Friedrich Merz si è espresso contro un'acquisizione totale da parte di UniCredit. Senza l'approvazione politica o il sostegno del governo tedesco, le prospettive di un'acquisizione completa rimangono limitate", avvisano gli esperti.
Alla luce di queste difficoltà, concludono da Scope, "il ritiro da operazioni di grande portata possa essere percepito come una battuta d'arresto strategica", ma, al contempo, "le azioni di UniCredit sono la prova di una strategia di M&A disciplinata, incentrata sui rendimenti corretti per il rischio e sulla creazione di valore a lungo termine per gli azionisti".
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