UniCredit risponde a Mef e Banco Bpm: “sentenza Tar su Ops dimostra che il golden power è illegittimo”

UniCredit risponde a Mef e Banco Bpm: “sentenza Tar su Ops dimostra che il golden power è illegittimo”

Si infiamma il dibattito dopo la sentenza del Tribunale Amministrativo circa le prescrizioni decise dall’esecutivo sull’eventuale acquisizione di Banco Bpm da parte di UniCredit.

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UniCredit reagisce

Forte reazione da parte di UniCredit alle dichiarazioni sulla sentenza del Tar sull’uso del golden power deciso dal Governo italiano in relazione all’Offerta Pubblica di Scambio lanciata da Piazza Gae Aulenti su Banco Bpm.

Sabato il Tar aveva accolto parzialmente il ricorso presentato dalla banca milanese contro le decisioni del Mef, e, secondo quanto scriveva ieri UniCredit in una nota, la sentenza rappresenta “una prova inequivocabile che il modo in cui il golden power è stato utilizzato è illegittimo, tanto da richiedere l'emissione di un nuovo decreto, poiché quello adottato il 18 aprile è stato annullato dalla Corte”.

La stessa sentenza, peraltro, "di per sé dimostra la fondatezza dei rilievi” di UniCredit in merito alle “incertezze derivanti dalle prescrizioni del golden power e dalla loro applicazione nel caso di specie, richiedendo al Tar quasi 100 pagine per fare chiarezza al riguardo. La fondatezza del ricorso di UniCredit è stata chiaramente sottolineata dal Tar".

Pertanto, "UniCredit continua a valutare l'evolversi della situazione e prenderà tempestivamente tutte le decisioni necessarie", prosegue il comunicato.

A Piazza Affari, intanto, andamento opposto per i due titoli coinvolti nella vicenda: le azioni UniCredit aprono la settimana in calo di oltre l’1%, a 57,21 euro (in linea con l’andamento del FTSE MIB di oggi), mentre quelle di Banco Bpm guadagnano l’1,20% e salgono a 10,13 euro.

Banco Bpm e Mef accolgono con favore la sentenza

Le parole di UniCredit arrivano dopo che Banco Bpm aveva comunicato di “prendere atto della sentenza del Tar”, la quale, secondo Piazza Meda, confermava “la sostanziale legittimità delle prescrizioni contenute” nel dpcm sul golden power. “La sentenza è infatti intervenuta esclusivamente in merito al profilo temporale della prescrizione sul rapporto impieghi/depositi e ha richiesto che venga fissato un orizzonte temporale rispetto alla prescrizione relativa al mantenimento del livello di portafoglio di project finance, confermando integralmente le prescrizioni relative al peso degli investimenti di Anima Holding e alla cessazione di tutte le attività in Russia", aggiunge la banca guidata da Giuseppe Castagna. "Alla luce della suddetta sentenza, Banco Bpm auspica che UniCredit faccia chiarezza sulle proprie intenzioni in merito a un'Ops, la quale, per effetto della passivity rule, ha limitato fortemente la flessibilità strategica della Banca in un momento chiave per il settore del credito nazionale, generando grave incertezza per azionisti, clienti e dipendenti".

A queste parole si aggiungevano quelle trapelate da fonti del Mef, secondo le quali il Governo “accoglie con favore la sentenza che conferma in larga parte la legittimità e dunque l'impianto del golden power in particolare nei suoi punti qualificanti, l'obbligo per UniCredit della dismissione degli asset in Russia entro 9 mesi e il mantenimento dei titoli italiani in Anima".

"Viene dunque riconosciuta la sicurezza economica come elemento di sicurezza nazionale: un principio fondamentale che è alla base del golden power in questione e che sarà sempre più importante anche in futuro", aggiungevano le fonti del Ministero.

Le ragioni di UniCredit

Da UniCredit hanno definito “fuorvianti” le varie dichiarazioni e interpretazioni diffuse in relazione alla sentenza, pertanto ritiene “necessario e responsabile” fornire chiarimenti inequivocabili a tali osservazioni, “presentando i fatti così come delineati nella sentenza stessa".

Di quattro prescrizioni, evidenzia Unicredit, "due sono state annullate: la predefinizione di un rapporto tra impieghi e depositi e il mantenimento sine die del livello del project financing. Una terza prescrizione, relativa ad Anima, è stata chiarita e implicitamente modificata nella misura in cui il Tar ha accolto e formalizzato la diversa interpretazione della prescrizione proposta dal Mef pochi giorni prima della prima udienza del Tribunale e poi presentata formalmente al Tribunale nell'ambito delle difese svolte". Pertanto, "non sussiste più un obbligo e si fa piuttosto riferimento a una indicazione programmatica a mantenere i titoli italiani in Anima, nel rispetto dei doveri fiduciari nei confronti dei clienti cui tali asset appartengono", prosegue la banca.

In merito alla cessazione delle attività o alla cessione degli asset di UniCredit in Russia (prescrizione che non include i pagamenti, come specificato dal Mef), "il Tar ha dichiarato di non avere piena giurisdizione in materia", si legge nella nota di Piazza Gae Aulenti, ma, "come affermato dal Tar, la competenza a valutare la questione è appannaggio della Banca centrale europea e UniCredit sta già ottemperando” alle richieste dell’istituto di Francoforte.

Azionisti privati di un’opzione

Se UniCredit afferma di commentare “le specifiche dichiarazioni rilasciate da Bpm sia sulla vicenda che sull'Offerta, né sull'uso anomalo da parte della stessa Bpm di ogni iniziativa disponibile per ostacolare l'offerta, indipendentemente dal suo merito", tuttavia, Piazza Gae Aulenti sottolinea nella nota che "la decisione finale riguardo al merito e all'attrattività di qualsiasi offerta dovrebbe sempre spettare agli azionisti".

Purtroppo, aggiunge UniCredit, "quegli azionisti sono stati esposti non solo all'uso illegittimo del golden power insistentemente invocato da BPM, ma anche a comunicazioni e campagne ingiustificatamente aggressive e spesso fuorvianti, volte a screditare sia l'Offerta che l'offerente".

In questo contesto "di profonda incertezza, gli azionisti di Bpm potrebbero essere stati privati di un'opzione, i cui termini erano stati equamente stabiliti e, come chiaramente evidenziato da UniCredit al momento del lancio dell'Offerta, avrebbero potuto essere già stati migliorati se ci fosse stato un ordinato processo di Ops", concludevano da UniCredit.

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Aziende citate nell'Articolo

Codice: UCG.MI
Isin: IT0005239360
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