Unicredit scivola sulle voci di contrasti con la BCE


Secondo indiscrezioni di stampa, l’istituto centrale europeo avrebbe espresso forti dubbi sulla politica di distribuzione del dividendo della banca milanese, sulla mancata uscita dalla Russia e sul caso Mps.


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Unicredit in rosso

Inizio di settimana difficile per il titolo Unicredit, trascinato in basso dalle indiscrezioni di possibili contrasti con la Banca centrale europea su dividendo e uscita dalla Russia.

Le azioni della banca milanese iniziano subito la seduta con un calo del 3%, scendendo ad un minimo di 12,50 euro, in netta controtendenza rispetto all’andamento del Ftse Mib di questa mattina (+0,50%).

Importante il volume degli scambi, con oltre 5,4 milioni di pezzi passati di mano a fronte di una media a 30 giorni di 19,5 milioni.

Resta positivo il bilancio del titolo Unicredit negli ultimi mesi, in crescita del 54% rispetto agli 8 euro dei primi giorni di maggio, mentre da inizio 2022 scende dell’8%.

I rumor sulla BCE

Un trader ha confermato alla Reuters che le vendite sono scattate a seguito delle indiscrezioni pubblicate dal Financial Times circa i dubbi della BCE sul piano di distribuzione del dividendo di Unicredit e sulla sua mancata uscita dalla Russia.

Il quotidiano americano scrive che la tensione sarebbe aumentata a partire dall’arrivo nell’aprile 2021 dell’attuale amministratore delegato, Andrea Orcel, a causa della sua “aggressiva strategia di revisione delle operazioni della banca e di aumento del payout agli azionisti”.

Secondo fonti del FT, “le parti avrebbero espresso i loro punti di vista, discordanti, in una serie di lettere”, dalle quali emergerebbero “rapporti più che leggermente tesi”.

Al centro dello scontro ci sarebbero i 16 miliardi di euro da distribuire agli azionisti entro il 2024 decisi da Unicredit, in contrasto con la guidance ufficiale dell’istituto europeo secondo cui “le banche non dovrebbero fissare le loro politiche sui dividendi in termini di importi assoluti”.

Dal fronte russo, la BCE avrebbe contestato anche il mancato taglio dei legami con il paese, in quanto considera la presenza di Unicredit come una sgradita fonte di rischio ed aveva fatto pressioni affinché si ritiri dalla Russia.

Un altro fronte di contrasto sarebbe stato rappresentato dal caso Mps ai tempi in cui Unicredit sembrava poter essere interessata all’acquisizione, con la BCE che non avrebbe apprezzato la mancanza di informazioni ricevute da Unicredit nell’ambito del potenziale deal con la banca senese.

Se nessun commento è ancora arrivato dalla BCE, da Unicredit sottolineavano che l’istituto europeo “ha sempre fornito indicazioni” in sede di revisione strategica, mentre “il sostegno delle autorità di regolamentazione è indicativo della fiducia che hanno dimostrato nei confronti dell’istituto”.

La view di WebSim

Gli analisti di WebSim sottolineano come la strategia di Unicredit in tema di distribuzione di dividendi risulta essere un “unicum tra le banche, le quali nei loro piani di remunerazione prevedono un obiettivo legato alla profittabilità (i.e. payout ratio) rispetto all’indicazione di un ammontare fisso”.

Se Unicredit nel terzo trimestre 2022 “aveva un CET1 ratio in area 15,4%, aggiungono dalla sim, “le perplessità della BCE circa la politica di remunerazione di Unicredit, se confermate, potrebbero implicare una minore visibilità della politica di buyback che ricordiamo essere soggetta ad autorizzazione da parte del regolatore”.

Sul tema dell’esposizione in Russia, “più volte il CEO Orcel ha reiterato che la banca ha adottato un approccio cauto volto a ridurre in maniera ordinata la propria esposizione”, ricordano dalla sim, aggiungendo che “secondo le ultime indicazioni, nell’extreme loss assessment, l’impatto residuale dell’esposizione in Russia, a livello di CET1 ratio è stimato pari a 91 bp”.

Pertanto, da WebSim mantengono la raccomandazione ‘neutrale’ sul titolo Unicredit, con target price di 13,50 euro.

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