UniCredit, UE chiederà il ritiro del golden power su Banco Bpm

UniCredit, UE chiederà il ritiro del golden power su Banco Bpm

Secondo indiscrezioni, la Commissione europea potrebbe chiedere al governo italiano di ritirare il decreto varato lo scorso 18 aprile riaffermando così la propria supremazia legislativa edenunciando lo sconfinamento dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni.

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La UE pronta a sostenere UniCredit

Potrebbe non essere stata scritta la parola fine all’Opas lanciata da UniCredit su Banco Bpm, poi naufragata dopo la decisione del governo di applicare il golden power sull’operazione, imponendo alcune condizioni che hanno spinto Piazza Gae Aulenti a rinunciare.

Indiscrezioni dell’agenzia Reuters rivelano che la Commissione europea potrebbe chiedere al governo italiano di ritirare il decreto varato lo scorso 18 aprile. la decisione sarebbe stata presa dalla DgComp sulla concorrenza in base all’articolo 21 del regolamento europeo sulle concentrazioni, confermando le conclusioni della lettera preliminare che aveva inviato al governo italiano il 14 luglio scorso.

La commissione, sempre secondo fonti dell’agenzia, formalizzerà la sua posizione tramite due lettere distinte da inviare entro la metà di novembre.

A piazza Affari, intanto, le azioni UniCredit viaggiano positivamente (0,50%) dopo un’ora di scambi, salendo a 63,90 euro, portando così a +66% la crescita ottenuta nel 2025.

Oltre l’ambito della sicurezza nazionale

Le condizioni stringenti imposti a UniCredit in caso di conclusione favorevole dell’Opas, tra cui il mantenimento per 5 anni dello stesso livello di depositi/prestiti e l’impedimento alla Sgr Anima di vendere titoli del debito pubblico italiano, esulavano dall’ambito della sicurezza nazionale all’interno della quale gli Stati membri sono autorizzati a legiferare in parallelo alle leggi europee.

Con questa mossa, l’UE intenteriaffermare la propria supremazia legislativa, denunciando lo sconfinamento del governo italiano, andando nella direzione di favorire il consolidamento bancario all’interno dei 27 Paesi europei, facilitando il finanziamento della transizione digitale ed energetica, per competere meglio con le grandi banche statunitensi e cinesi.

Inoltre, la seconda lettera punterebbe ad indurre il governo italiano a riscrivere il golden power, modificandone l’ossatura, potenziata varie volte nel periodo del Covid.

Le conseguenze

Il provvedimento dell’UE potrebbe avere ripercussioni sul risiko bancario ed europeo. Dal fronte italiano, Unicredit potrebbe chiedere i danni all’esecutivo guidato da Giorgia Meloni e rilanciare l’operazione su Banco Bpm abbandonata lo scorso 22 luglio.

La decisione potrebbe anche condizionare le mosse di UniCredit in Germania, dove la scalata a Commerzbank ha trovato diversi ostacoli da parte del governo di Berlino.

Non solo Italia: la mossa dell’UE potrebbe condizionare anche l’offerta lanciata da BBVA su Banco Sabadell in Spagna, operazione anche in questo caso ostacolata dal governo locale, in questo caso guidato da Pedro Sanchez.

S&P alza il rating

Ieri, intanto, Standard & Poor’s ha migliorato il suo giudizio su UniCredit, alzando di un notch il rating di credito dell’emittente (‘ICR’) e il rating Senior Preferred della banca italiana ad ‘A-’ e ha assegnato un outlook stabile. Si tratta del secondo upgrade da parte di S&P quest’anno e il rating di UniCredit è ora di un notch al di sopra del rating sovrano italiano.

L’agenzia ritiene che Piazza Gae Aulenti abbia rafforzato il proprio profilo operativo e finanziario e la sua dotazione di debito subordinato, meritando un rating implicito di ‘A’, limitato ad ‘A-’, un notch al di sopra del rating sovrano. La banca beneficia di una forte diversificazione geografica, di una solida redditività, di una buona qualità degli attivi e di un’ampia liquidità. Il profilo di credito autonomo è stato aggiornato ad ‘a-’, mentre i rating di controparte a lungo e breve termine sono stati aggiornati rispettivamente ad ‘A’ e ‘A-1’. Il rating di credito dell’emittente a breve termine è stato confermato a ‘A-2’.

La banca beneficia di un “solido franchising, geograficamente diversificato, di una redditività robusta, di una buona qualità degli attivi e di una liquidità ampia, sebbene la propria capitalizzazione stia diventando più tesa a causa degli investimenti strategici in corso”, scrivono da S&P.

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