Unicredit: l’utile cresce dell’8% in linea con le stime

Il bilancio 2024 evidenzia profitti per 9,3 miliardi di euro, di cui il 40% verrà distribuito come dividendi. Per il 2025 la banca punta a confermare lo stesso risultato, portando però la distribuzione al 50%. L’obiettivo del 2027 è un utile di 10 miliardi di euro
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Complessivamente nel 2024 distribuiti 9 miliardi di euro
Unicredit ha chiuso il 2024 con un utile netto contabile di 9,7 miliardi di euro, in crescita del 2% sull’anno precedente. Il comunicato della banca precisa che escludendo le DTA (imposte differite attive), l’utile risulta pari a 9,3 miliardi, in rialzo dell’8% sul 2023. Il consensus degli analisti organizzato da MarketScreener indicava un utile netto di 9,3 miliardi.
Il Rote (rendimento del patrimonio netto tangibile) ha raggiunto il 21%. L’utile per azione (Eps) è pari a 5,74 euro e risulta cresciuto del 22% sull’anno precedente.
Complessivamente, nel corso del 2024 Unicredit ha ripagato i suoi azionisti con una distribuzione totale di 9 miliardi di euro, dei quali 3,7 miliardi sotto forma di dividendi e circa 5,3 miliardi in riacquisto di azioni, che però finora è stato realizzato per 1,7 miliardi di euro e l’ammontare residuo, pari a 3,6 miliardi, sarà completato “previa approvazione delle autorità di vigilanza e degli azionisti, ed è previsto che inizi a seguito della conclusione dell’offerta per Banco BPM”.
Ricavi cresciuti del 4% a 24,2 miliardi di euro
Il comunicato annuncia che i ricavi sono cresciuti del 4% a 24,2 miliardi di euro, grazie soprattutto all’incremento delle commissioni, salite dell’8% a 8,1 miliardi di euro. Il consensus di Market Screener indicava ricavi pari a 24,6 miliardi.Il margine di interesse è cresciuto del 3% raggiungendo i 14,4 miliardi di euro.
Positivo il dato dei costi, risultati in calo dell’1% a 9,4 miliardi di euro, con un rapporto costi/ricavi del 37,9% che fa di Unicredit una delle banche più efficienti del panorama europeo.
Per quanto riguarda la solidità patrimoniale, l’indicatore Cet1 si conferma al 15,9%, invariato rispetto all’anno precedente “nonostante gli investimenti strategici e le maggiori distribuzioni, a dimostrazione della continua elevata generazione organica di capitale, pari a 12,6 miliardi di euro”.
Nel 2025 utile invariato, ma più dividendo
Unicredit ha diffuso una guidance aggiornata per il 2025 in cui si annuncia che l’utile netto sarà sostanzialmente invariato rispetto al 2024, “nonostante lo scenario macroeconomico meno favorevole”. Crescerà il dividendo il cui ammontare complessivo salirà fino al 50% dell’utile netto, dall’attuale 40%.
L’ambizione della banca, si legge nel comunicato, è fare crescere nei prossimi anni l’utile fino ad arrivare nel 2027 a profitti netti pari a circa 10 miliardi di euro.
Assemblea il 10 aprile, cedola da 1,4764 euro
Il bilancio sarà sottoposto all’approvazione degli azionisti nell’assemblea convocata per il 10 aprile. Nel comunicato Unicredit precisa che il dividendo complessivo relativo al 2024 è pari a 2,4025 euro, di cui un acconto di 0,9261 euro è stato pagato a novembre 2024. La parte residua di dividendo, sulla base dei calcoli preliminari effettuati al 10 febbraio, sarà di 1,4764 euro, ma la proposta precisa di dividendo verrà formulata più avanti dal cda in base al calcolo definitivo del numero di azioni ammesse a ricevere la cedola.
Nel comunicato Unicredit afferma che tutti gli obiettivi del piano UniCredit Unlocked “sono stati superati in modo significativo in ognuna delle nostre regioni, facendo leva su un modello paneuropeo unico”.
Quarto trimestre 2024, forte crescita delle commissioni
Il quarto trimestre 2024 è stato il sedicesimo trimestre consecutivo di crescita. Nel periodo ottobre-dicembre 2024 i ricavi netti hanno raggiunto quota 5,6 miliardi di euro, dei quali 2,0 miliardi dalle commissioni con una crescita dell’8,9% sullo stesso periodo del 2023.
Il margine di interesse è cresciuto del 1,1% a 3,7 miliardi di euro. I costi operativi si sono attestati a 2,5 miliardi di euro, in rialzo del 9,5% sul trimestre precedente e dell’1,3% sullo stesso periodo del 2023, principalmente per via dei nuovi contratti collettivi di lavoro.
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