Vanguard: “La ripresa economica globale non sarà come in Cina”

08/05/2020 07:15
Vanguard: “La ripresa economica globale non sarà come in Cina”

Tutti osservano la Cina per prevedere come le economie mondiali potranno riprendersi dalla pandemia. Tuttavia, la ripresa delle economie dei paesi sviluppati non sarà come in Cina.

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La Cina in anticipo sul resto del mondo

La Cina si trova in una posizione di anticipo sul ciclo dell’epidemia rispetto ai paesi occidentali. Questo ruolo di apripista sia per contagi e vittime, sia per la revoca del lockdown, porta gli osservatori economici a seguire con attenzione la ripresa cinese dalla pandemia di Covid-19. Sembra a tutti gli effetti che la Cina abbia superato il peggio dell’epidemia e che l’economia abbia ricominciato a correre.

Ma è realistico trasporre l’esperienza della Cina alle economie dei paesi sviluppati? “Si tratta di strutture economiche troppo diverse”, afferma Qian Wang, chief economist di Vanguard Asia-Pacific, “e Vanguard ritiene probabile che lo stesso valga di conseguenza anche per i tempi della ripresa”. L’economia cinese potrebbe tornare alla normalità entro la fine del 2020 (scongiurando seconde ondate importanti di contagi), ma lo stesso non si può affermare per le economie dei mercati sviluppati, le quali potrebbero richiedere altri tre o quattro trimestri per tornare alla normalità, probabilmente verso la fine del 2021.

La situazione in Cina

I dati resi noti il 17 aprile dall’istituto nazionale di statistica cinese hanno confermato alcune delle previsioni di Vanguard sugli effetti dell’epidemia di coronavirus sull’economia cinese:

  • Forte contrazione della crescita. Nel primo trimestre – coinciso con l’inizio della crisi epidemica - il PIL è diminuito del 6,8% rispetto al primo trimestre del 2019.
  • Rapida ripresa delle attività. Incoraggiante la produzione industriale, che a marzo ha perso solo l’1,1% rispetto all’anno precedente, mentre nel periodo gennaio-febbraio il calo era stato del 13,5%. (I dati relativi a gennaio e febbraio sono stati combinati per tenere conto delle festività del capodanno lunare, la cui data cade in uno di questi due mesi ogni anno.)

Vanguard ha previsto un lento ritorno dell’economia alla normalità, e i dati si muovono in quella direzione. Nel mese di marzo le vendite al dettaglio hanno registrato un’erosione del 15,8%, in leggero miglioramento rispetto al tonfo del 20,5% del primo bimestre.

Nei mesi a venire si può presupporre che in Cina l’export calerà, a seguito degli sforzi messi in atto per contenere il coronavirus nel resto del mondo. In mancanza della domanda di prodotti cinesi, potrebbe non essere dunque necessario che le fabbriche cinesi tornino alla piena produzione.

Le previsioni per i mercati sviluppati

La ripresa delle economie dei paesi sviluppati non sarà come in Cina, e Vanguard ne ha delineato le ragioni principali:

  • le misure di contenimento non sono state attuate da tutti i governi seguendo l’esempio della Cina. A fine gennaio il lockdown e il sistema di quarantena in Cina è stato molto più rigido di quello messo in atto dai Paesi occidentali e questo ha permesso di contenere rapidamente la prima ondata del virus.
  • nell’economia cinese è predominante il settore manifatturiero. Al contrario, nei Paesi sviluppati è il settore dei servizi (che prevede un’interazione diretta e di conseguenza un periodo maggiore di ripresa) a contribuire in misura molto maggiore al PIL.
  • La Cina ha a disposizione ampie politiche fiscali per stimolare la domanda. Questo permette al Paese di adottare politiche più incisive rispetto a quelle adottate a livello globale.

La Cina e la stabilità finanziaria

Recentemente la Cina si è resa conto di quanto l’adozione di misure di stimolo all’economia possa essere costoso, come gli interventi effettuati durante la crisi finanziaria del 2008 e durante la crisi del 2015-2016. Di conseguenza, negli ultimi anni il Paese è diventato più cauto riguardo ai “rischi per la stabilità finanziaria che possono essere indotti dall’indebitamento a fronte delle accresciute misure di stimolo, ad esempio le bolle patrimoniali, in particolare nel settore immobiliare”, afferma Qian Wang.

“Allora, è più opportuno guardare a quello che fa la Cina per cercare di mantenere una relativa stabilità economica e sociale (che è la priorità del governo), attraverso misure che possano comprendere un ampliamento della rete del welfare sociale e la cassa integrazione, oltre a misure di sgravio finanziario per persone fisiche e giuridiche”.

Un approccio di questo genere potrebbe portare a un rallentamento della crescita cinese: in questo scenario non c’è da sorprendersi se la Cina deciderà di rivedere l’obiettivo ufficiale di crescita rispetto al 6% originariamente previsto per il 2020. Secondo Vanguard la crescita cinese per il 2020 sarà inferiore al 5%.

“In altre parole”, conclude Qian Wang, “la Cina potrebbe trasmettere alle economie globali quell’ottimismo di cui hanno tanto bisogno per quanto riguarda le possibilità di ripresa. Ma non bisogna contare sulla Cina per salvare il mondo”.

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