Veicoli elettrici, investimenti sostenibili lungo la supply chain

Il passaggio ai veicoli elettrici comporta enormi cambiamenti lungo tutta la filiera dell'auto e molteplici sfide sul fronte ESG. Nei prossimi cinque anni Volkswagen spenderà circa 73 miliardi di euro per l'elettrificazione, i powertrain ibridi e la tecnologia digitale, molto più dei suoi concorrenti europei.
Salima Lamdouar, Portfolio Manager, Sustainable Fixed Income e Patrick O’Connell, Director, Fixed Income Responsible Investment Research presso AllianceBernstein
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Una catena di produzione gestita e finanziata in modo responsabile
Da fornitore di nicchia, il settore dell'auto elettrica si sta trasformando rapidamente in produttore di massa. La transizione verso i veicoli elettrici comporta grandi cambiamenti non solo per le case automobilistiche, ma lungo tutta la filiera dell'auto, che include i produttori di componenti e le imprese estrattive. Partono da queste considerazioni Salima Lamdouar e Patrick O’Connell, analisti presso AllianceBernstein, i quali sottolineano che con l’aumento della domanda di minerali, cresce anche il relativo impatto ESG.
Dall'estrazione e lavorazione di minerali fino all'assemblaggio
L’adozione di veicoli elettrici porta con se un'impennata della domanda di sei tipi di minerali: rame e alluminio (ad esempio, per ammodernare le reti elettriche, e per il cablaggio dei veicoli, i motori e i contenitori delle batterie); cobalto, litio e nichel (componenti delle batterie dei veicoli elettrici); e terre rare, un gruppo di elementi metallici chimicamente simili usati nei motori elettrici. Il rischio è dunque che “i benefici ambientali e sociali della transizione verso i veicoli elettrici siano annullati dall'enorme mole di rifiuti, dall'inquinamento idrico e dalle significative emissioni prodotte dalla maggiore attività di estrazione e lavorazione dei minerali”, notano i due esperti di AB.
Le questioni etiche, tuttavia, vanno oltre il settore estrattivo, e includono la produzione di componenti, l'assemblaggio dei veicoli e le relative infrastrutture energetiche (che comprendono le utility elettriche e i fornitori di stazioni di ricarica).
All’estrazione e lavorazione dei minerali segue la fabbricazione delle celle per batterie (la produzione di fonti di energia elettrica con minerali lavorati), l'assemblaggio del pacco batterie (in cui le singole celle sono assemblate in contenitori compositi), e la fabbricazione dei veicoli elettrici stessi (compresa l'installazione delle batterie).
“Ogni stadio - spiegano Lamdouar e O’Connell - richiede innovazioni tecnologiche, ed è importante assicurarsi che le aziende di ogni anello della catena di produzione abbiano risorse di ricerca e sviluppo adeguate e che si impegnino ad utilizzarle in modo responsabile”.
Ad esempio, nei prossimi cinque anni Volkswagen spenderà circa 73 miliardi di euro per l'elettrificazione, i powertrain ibridi e la tecnologia digitale, molto più dei suoi concorrenti europei. Oltreoceano General Motors ha annunciato che entro il 2025 porterà a 35 miliardi di dollari gli investimenti per veicoli elettrici e guida autonoma.
L'era dei veicoli elettrici coincide con l'Automotive 2.0
Oltre all’elettrificazione delle auto, anche l'era della guida autonoma è alle porte. Dovremmo aspettarci “una marcata riduzione delle emissioni, sia attraverso un uso più efficiente dei veicoli che tramite soluzioni come il platooning (convogli di mezzi a basso consumo di carburante che viaggiano in colonna a velocità costante)”, spiegano i due esperti.
Da un punto di vista tecnologico, oltre a software più sofisticati, saranno necessari volumi e capacità di elaborazione di dati nettamente maggiori.
In questo contesto, alcune imprese stanno adottando con successo pratiche responsabili e piani di cambiamento, mentre altre rimangono indietro.
Volkswagen, un piano completo per la produzione sostenibile di veicoli elettrici
Il gruppo Volkswagen, ad esempio, oltre ad essersi impegnato a convertire tutto il suo business alla produzione di veicoli elettrici, sta anche investendo nella produzione di batterie per assicurare la propria indipendenza in questo settore chiave. Questo può dare alla casa automobilistica tedesca “un vantaggio nella progettazione di prodotti circolari, dove il riciclaggio pianificato di metalli preziosi può fare la differenza tra vincitori e perdenti nel settore”, spiegano da AB. Inoltre, la sua gamma di autovetture parte da un livello di prezzo tra i più bassi del mercato, incoraggiando un'adozione generale e precoce dei veicoli elettrici.
AllianceBernstein ha incontrato il management di Volkswagen ed ha apprezzato i progressi sul fronte della strategia di decarbonizzazione e la loro visione strategica a lungo termine, incoraggiando a fissare obiettivi scientificamente fondati e a dare un'anteprima del grado di allineamento delle loro attività con la tassonomia dell'UE.
“A giugno 2020 - spiegano gli esperti di AllianceBernstein - la società tedesca ha confermato gli obiettivi di sostenibilità 2030 con le riduzioni delle emissioni necessarie per mantenere il riscaldamento globale ben al di sotto dei 2 °C, come previsto dall'Accordo di Parigi e sulla base della Science Based Targets initiative”.
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