Voci di compromesso all'Opec+ sulla produzione di petrolio


I paesi produttori di petrolio aderenti all'Opec, con l'aggiunta della Russia, avrebbero raggiunto un compromesso sulla produzione di petrolio, superando così l'impasse della riunione di inizio luglio, permettendo un maggiore livello di produzione.


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L'accordo raggiunto all'Opec+

Secondo fonti Reuters, Arabia Saudita e Emirati Arabi si sarebbero accordate su un livello maggiore di produzione per i singoli paesi pari a 3,65 milioni di barili al giorno, mentre l'intesa sui tagli sarà estesa fino alla fine del 2022. Gli Emirati Arabi avevano inizialmente chiesto di far salire la quota fino a 3,8 milioni di barili.

L'intesa di massima raggiunta nei giorni scorsi prevedeva un aumento dell'offerta di petrolio da agosto a dicembre 2021 pari a 2 milioni di barili al giorno, mentre i tagli Opec+ al momento sono pari a circa 5,8 milioni di barili.

Secondo Phil Flynn di Price Futures, “l'accordo toglie dal tavolo la possibilità di una guerra di produzione e aggiunge barili tanto necessari al mercato”.

Dopo aver annullato tre riunioni a causa della mancanza di accordo, l'Opec+ ora dovrebbe convocare un nuovo meeting per formalizzare tale intesa, ma ancora non è stata comunicata alcuna data.

La reazione del mercato

La notizia di un possibile accordo aveva spinto in basso i prezzi del petrolio, con il greggio che nel primo pomeriggio passava dai 75,30 dollari al barile e iniziava a perdere quota, mentre nella mattinata di oggi veniva scambiato sotto i 72 dollari. Stesso andamento per il Brent, oggi scambiato appena sopra i 73 dollari al barile.

A Piazza Affari, intanto, i titoli legati al petrolio proseguono il loro momento negativo, con un calo intorno al 2% per Eni, Saipem e Tenaris, sottoperformando l'indice principale di Milano, in flessione dello 0,80%.

Credit Suisse conferma la raccomandazione su Eni

Nel frattempo, Credit Suisse ha confermato la raccomandazione 'neutral' sul titolo Eni, oltre al target price di 12,5 euro sul titolo. La società guidata da Claudio Descalzi sarà attesa alla prova della trimestrale il 30 luglio, ma da Credit Suisse non sono particolarmente ottimisti sui numeri, sottolineando come l'attenzione sarà rivolta soprattutto all'aggiornamento sul dividendo e sul buyback, in considerazione anche dell'aumento della cedola annunciata da Shell nel corso della scorsa settimana.

Trimestrale attesa per lo stesso giorno anche per Saipem, mentre per Tenaris bisognerà attendere il 4 agosto.

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