VW penalizzata in Borsa perché troppo “cinese”?


I multipli del principale produttore europeo sono nettamente inferiori rispetto ai concorrenti Usa Ford e GM.  Le preoccupazioni degli investitori per la forte presenza nel Paese del Dragone. La replica di Wolfsburg: “Cresceremo in Usa e in Cina”.


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L’azione VW vale solo 3,8 volte gli utili 2022

Alla Borsa di Francoforte stamattina l’azione Volkswagen scende dell’1,5% a 123,82 euro. La performance dall’inizio dell’anno si riduce così a +2,8%. I produttori tradizionali di auto europei continuano ad avere valutazioni di Borsa decisamente penalizzate rispetto ai concorrenti americani. Al prezzo attuale Volkswagen capitalizza 73,7 miliardi di euro, vale a dire soltanto 3,8 volte gli utili previsti per il 2022 (16,5 miliardi di euro). Ancora peggio Stellantis, scambiata a un P/E 2022 di 2,8 volte.

Per contro, le americane GM e Ford vantano multipli P/E 2022 rispettivamente di 5,9 volte e 41 volte.

Cresce il margine operativo.

Quanto alla redditività, vale la pena sottolineare che i due top produttori europei hanno numeri migliori dei concorrenti Usa: Volkswagen ha un margine operativo 2022 dell’8% (in crescita dal 7,7%), Stellantis ha un margine del 12,7%, mentre Ford non va oltre il 7,1% e GM arriva al 9%.

Gli analisti indicano per Volkswagen un target price medio di 180 euro, un obiettivo di prezzo che implica un rialzo nei prossimi 12 mesi del 43%.

“In Cina vogliamo agire da una posizione di forza”

Nei mesi scorsi molti investitori hanno raffreddato i loro entusiasmi nei confronti di Volkswagen valutando il rischio di un eccessivo impegno del gruppo tedesco in Cina. Ieri è arrivata la risposta di Wolfsburg attraverso le dichiarazioni di Ral Brandstaetter, grande capo delle attività di Volkswagen nel Paese del Dragone.

In tempi di relazioni difficili tra Usa e Cina, l’europea Volkswagen non intende ridurre la sua presenza in Cina e anzi rilancia l’impegno per competere meglio in quello che è il suo principale mercato. “Volkswagen deve agire da una posizione di forza” in Cina, ha dichiarato lunedì 16 gennaio Ralf Brandstaetter, riferendosi al dibattito in corso in Germania su come diversificare le relazioni economiche per dipendere meno dalla Cina. “Diversificare non significa chiudere in Cina e crescere in America. Significa continuare a sfruttare le opportunità di mercato in Cina e potenziare l'America”, ha affermato il manager.

Nel 2023 il mercato cinese dell’auto crescerà del 4-5%

Per il 2023 Brandstaetter prevede che l’intero mercato automobilistico cinese crescerà fra il 4% e il 5% per raggiungere i 23 milioni di veicoli consegnati. L’anno scorso le vendite di auto in Cina sono cresciute solo dell’1,6% in un mercato che ha sofferto per le chiusure da Covid e le difficoltà nelle catene logistiche.

In attesa che il mercato acceleri, resta il fatto che Volkswagen e le altre Case occidentali hanno perso posizioni a favore di produttori locali che riescono a offrire modelli più economici e che meglio incrociano i gusti del pubblico cinese. L’anno scorso le vendite di Volkswagen in Cina sono scese del 3,6% a 2,2 milioni di veicoli. Incalzato dai giornalisti, Brandstaetter non ha voluto rispondere alla domanda se Volkswagen seguirà l’esempio di Tesla, che per contrastare la concorrenza ha deciso di applicare forti sconti al pubblico cinese.

Lo sforza per aumentare l’offerta di veicoli elettrici

Volkswagen è impegnata in un programma per espandere la sua offerta di veicoli elettrici in Cina nei prossimi due anni con l'Audi Q4 e-tron e la berlina ID.7. Sta anche valutando se offrire modelli elettrici di Skoda, che attualmente ha una piccola presenza nel Paese. La principale Casa automobilistica europea prevede che le vendite di auto in Cina cresceranno fino a 28-30 milioni di veicoli entro la fine del decennio, circa tre volte quelle dell'Unione europea. Le vendite di veicoli elettrici, che l'anno scorso hanno rappresentato un quarto delle consegne totali, quest'anno dovrebbero superare il 30%, ha detto Brandstaetter.

Il mercato cinese dei veicoli elettrici si sta sviluppando in modo “incredibilmente veloce”, ha dichiarato il manager, grazie ai prezzi bassi dell'elettricità, a una rete di ricarica ben sviluppata e alle restrizioni alla circolazione in alcune città per i veicoli non elettrici.

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