Wall Street al galoppo prima del dato sull’occupazione

03/07/2025 06:30
Wall Street al galoppo prima del dato sull’occupazione

Il Nasdaq è salito dello 0,9%. L’indice S&P500 ha guadagnato lo 0,5%: il 42% dei titoli dell’indice è sceso. Il traino sono stati Nvidia (+2,8%) e Tesla (+4,8%).

Negli Stati Uniti, i nuovi occupati non agricoli dovrebbero essere stati circa centomila in giugno, se il dato fosse sotto il consensus, la Federal Reserve potrebbe rompere gli indugi e procedere con tre tagli dei tassi entro la fine dell’anno.

Tump torna a chiedere a Powell di andare via.

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La firma di un accordo commerciale con il Vietnam è stata l’occasione per oltrepassare nuovi massimi della storia a Wall Street. I titoli di alcune grandi società del tech, le solite, sono tornati a correre: il Nasdaq è salito dello 0,9%. L’indice S&P500 ha guadagnato lo 0,5%: il 42% dei titoli dell’indice è sceso. Il traino sono stati Nvidia (+2,8%) e Tesla (+4,8%).

OCCUPAZIONE

Ha pesato poco o nulla sulla seduta il dato sull’occupazione privata negli Stati Uniti diffuso da ADP. In giugno si sono registrati 33.000 posti di lavoro in meno rispetto a maggio: era da qualche anno che non si vedeva un saldo negativo mensile. “Il rapporto ADP ha aumentato le probabilità di una sorpresa al ribasso nella pubblicazione dei dati sull'occupazione non agricola di giovedì”, ha scritto Jeffrey Roach, capo economista di LPL Financial. “Il nervosismo degli investitori potrebbe essere un catalizzatore per un calo dei rendimenti, se il rapporto sull'occupazione fosse più debole del previsto”.

Il dato più importante di questa settimana di quattro giorni, esce oggi. Se i nuovi salariati non agricoli scendessero sotto quota centomila, quel che si aspetta il consensus, aumenterebbero, secondo Roach, le possibiltà di vedere la Federal Reserve tagliare tre volte i tassi prima della fine dell’anno. La robusta dose di stimolo monetario, potrebbe essere interpretata dai mercati come il segnale di debolezza dell’economia, non come un’occasione per andare avanti con gli acquisti sull’azionario.

TRUMP A POWELL: DIMETTITI

Ieri sera il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump ha chiesto al presidente della Federal Reserve, Jerome Powell di “dimettersi immediatamente”. In un post pubblicato sulla sua piattaforma social Truth Social, Trump ha inserito un link a un articolo sulle dichiarazioni di Bill Pulte, capo della Federal Housing Finance Agency, che ha invitato il Congresso a indagare su Powell per la sua presunta parzialità politica e per aver ingannato il Senato. Trump aveva già minacciato di rimuovere Powell dalla sua carica prima della scadenza del mandato il prossimo anno.

LEGGE DI BILANCIO

Lo Speaker della Camera Mike Johnson ha detto ieri sera che "passi avanti molto positivi" sono stati fatti tra i Repubblicani per approvare la legge di bilancio voluta da Donald Trump. "Ma non possiamo rendere felici tutti al cento per cento - ha dichiarato ai giornalisti - e' impossibile, e' un processo legislativo, per definizione, tutti noi dobbiamo rinunciare a qualcosa". Alcuni Repubblicani sostengono che il via libera arrivera' nelle prossime ore. "La Camera è pronta a votare" il 'big beautiful bill': "la maggioranza repubblicana alla camera è unita per il bene del paese". Lo ha scritto Trump. Al momento le trattative dietro le quinte continuano e sembra esserci uno stallo.

Le borse dell’Europa dovrebbero aprire in lieve rialzo, future del Dax di Francoforte +0,2%. Ieri il Ftse Mib di Milano ha guadagnato lo 0,6%.

Euro sui livelli di ieri, a 1,179 su dollaro.

REGNO UNITO

L’indice Ftse 100 della borsa di Londra ha terminato la seduta in lieve calo. Si è assestata la sterlina inglese, a 0,733 su dollaro. Il governativo della Gran Bretagna, sulla scadenza a dieci anni, ha chiuso ieri a 4,61% di tasso di rendimento, da 4,45% del giorno prima.

Il primo ministro britannico, Keir Starmer, ha assicurato il suo "pieno sostegno" al Cancelliere dello Scacchiere, Rachel Reeves, scoppiata a piangere alla Camera dei Comuni durante un duro confronto con la leader dei conservatori, Kemi Badenoch. Il portavoce di Starmer ha detto che Reeves "non se ne andra”, le lacrime non c’entrano nulla con la politica e i conti pubblici, sono dovute a “una questione personale. Badenoch aveva chiesto al ministro dell’Economia se avrebbe mantenuto il suo incarico fino alle elezioni del 2029, senza ottenere risposta dalla diretta interessata. Aldilà delle lacrime, sembra evidente che le sorti del governo, così come in passato, sono condizionate al gradimento del mercato delle obbligazioni: la reazione di ieri è un primo avvertimento.

Starmer e Reeves, seduti di fronte a Badenoch durante la seduta, hanno subito forti critiche per la recente marcia indietro sui tagli alla sicurezza sociale, che ha consentito di ricompattare i laburisti ma non di ottenere i risparmi previsti.

In Asia Pacifico. Poco mossa la borsa di Tokyo. In calo di circa l’1% l’indice Hang Seng di Hong Kong, soprattutto per il ribasso dei tech. In questo listino, Alibaba perde il 3,% dopo aver annunciato il lancio di una campagna di incentivi al consumo, attraverso sussidi e altre forme di sostegno rivolte anche ai venditori attivi sul sito di eCommerce.

Petrolio in ribasso dello 0,7% a 67 dollari il barile, ieri +2,7%.

TITOLI

Unicredit continua a spingere sul dossier Commerzbank e a questo scopo ha inviato lo scorso mese lettere al cancelliere tedesco Friedrich Merz e ad altri due rappresentanti dell'esecutivo di Berlino per sostenere la sua proposta. Lo ha scritto il Süddeutsche Zeitung. Banca MPS, Mediobanca. Consob ha approvato il documento di offerta di Mps per Mediobanca. Il periodo di accettazione partirà il 14 luglio e terminerà l'8 settembre. Ottenuto anche il via libera incondizionato dell'Antitrust. Bper, Banca Popolare di Sondrio. L'Agcm ha autorizzato l'acquisizione di Banca Popolare di Sondrio da parte di Bper subordinatamente alla cessione di sei filiali a operatori bancari entro dieci mesi. ENI. Il ministero dell'Energia del Kazakistan ha detto di aver abbandonato i piani per la costruzione di un impianto di trattamento del gas nel giacimento di Karachaganak. Il giacimento è gestito dal consorzio Karachaganak Petroleum Operating (Kpo), che comprende Eni (29,25%), Shell (29,25%), Chevron

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