Wall Street ancora col fiato sospeso in attesa dei negoziati USA-Cina

Wall Street ancora col fiato sospeso in attesa dei negoziati USA-Cina

Oggi i rappresentanti delle due potenze economiche si incontreranno per la seconda volta a Londra per parlare di politica commerciale e la possibilità di un accordo mantiene il sentiment ancora positivo in attesa di novità.

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Wall Street oggi

Wall Street ancora causa prima dell’apertura ufficiale, sempre sul filo del rasoio aspettando il responso delle trattative commerciali tra Stati Uniti e Cina.

Se ieri i principali indici della Borsa USA avevano chiuso appena sopra la parità, anche oggi l’azionario resta cauto, con i future sul Nasdaq che guadagnano appena lo 0,20% e i contratti sul Dow Jones e quelli sullo S&P500 poco mossi.

Il dollaro scambia intorno la parità nei confronti dell’euro e il cross EUR/USD quota 1,1433, così come l’oro, fermo a 3.353 dollari l’oncia e il Bitcoin (109 mila dollari).

Leggero guadagno (+0,60%) per i prezzi del petrolio: Brent a 67,46 dollari e greggio WTI a 65,70 dollari al barile.

Colloqui USA-Cina

Wall Street resta in attesa dei dettagli sui colloqui sui dazi tra Stati Uniti e Cina, oggi al secondo giorno. Il Presidente Donald Trump ha affermato di aver ricevuto “buoni resoconti” dai negoziati e, secondo il Wall Street Journal, avrebbe autorizzato il segretario al Tesoro, Scott Bessent, a negoziare l'eliminazione delle recenti restrizioni sulla vendita di un'ampia varietà di tecnologie e altri prodotti alla Cina.

Il consigliere economico della Casa Bianca, Kevin Hassett, ha dichiarato ieri che gli USA probabilmente accetteranno di revocare i controlli sulle esportazioni di alcuni semiconduttori in cambio dell'accelerazione della fornitura di terre rare da parte della Cina.

"La pausa nelle ostilità tariffarie è un punto di partenza positivo, poiché gli Stati Uniti cercano di ripristinare le esportazioni di minerali di terre rare dalla Cina, il che si tradurrebbe inevitabilmente in un allentamento reciproco", ha affermato Richard Hunter, responsabile dei mercati di Interactive Investor.

"Sebbene gli operatori di mercato stiano chiaramente vedendo il bicchiere mezzo pieno, sia per quanto riguarda la politica commerciale che più in generale, non crediamo che ciò debba essere interpretato come una previsione che i dazi saranno completamente eliminati", secondo Jonas Goltermann, vice capo economista di Capital Economics. L’esperto prevede che i dazi statunitensi sulle merci cinesi si assesteranno intorno al 40%, mentre la maggior parte degli analisti ha affermato che il prelievo universale del 10% sulle importazioni negli Stati Uniti è destinato a rimanere.

Oggi però, il mercato cinese ha chiuso in negativo, segno che gli investitori non sono fiduciosi nel successo dei negoziati. "Il mercato è troppo sensibile", ha dichiarato a Bloomberg Fu Shifeng, direttore investimenti di Cheng Zhou Investment: "Sembra che la gente stia ipotizzando che i colloqui non siano andati bene".

Verso la Fed

Tra una settimana inizierà la due giorni di riunione della Federal Reserve e qualche indizio sulle scelte dell’istituto guidato da Jerome Powell potrebbe arrivare dai dati sui prezzi al consumo negli Stati Uniti in agende per domani alle ore 14:30 italiane.

Mentre gli operatori si aspettano che la Fed mantenga invariati i tassi di interesse, l'attenzione sarà rivolta a qualsiasi segnale di ripresa dell'inflazione, poiché i dazi di Trump rischiano di aumentare la pressione sui prezzi.

Gli operatori prevedono almeno due tagli di 25 punti base entro la fine dell'anno, con una probabilità del 63% del primo taglio a settembre, secondo lo strumento FedWatch di CME Group.

Venerdì i dati sul mercato del lavoro USA hanno portato gli analisti di Standard Chartered a rivedere le attese sui tagli e o si aspettano una sola riduzione nel 2025, probabilmente nel 3° trimestre. Questo perché l’economia statunitense non sta ancora mostrando danni significativi dai dazi, dai licenziamenti nel settore governativo e dai tagli alla spesa federale.

Notizie societarie e pre market USA

Nvidia (+0,30%) e Hewlett Packard Enterprise (+1%): annunciata collaborazione con il Leibniz Supercomputing Centre per costruire un nuovo supercomputer utilizzando i chip di nuova generazione di Nvidia.

Paramount Global (-0,80%): secondo una nota interna visionata da Reuters, sta licenziando il 3,5% del suo personale statunitense nell'ultima tornata dei suoi tagli ai posti di lavoro, mentre l'azienda è alle prese con un calo degli abbonati alla TV via cavo.

Recursion Pharmaceuticals (+3%): ha in programma il licenziamento del 20% della sua forza lavoro puntando così a ridurre la liquidità al di sotto dei 450 milioni di dollari nel 2025 e al di sotto dei 390 milioni di dollari nel 2026.

Unicycive Therapeutics (-27%): la FDA statunitense ha identificato problemi di produzione con un fornitore del suo farmaco per le malattie renali, l'oxylanthanum carbonate.

J.M. Smucker (-8%): prevede un EPS annuale rettificato tra 8,50 e 9,50 dollari, al di sotto delle stime degli analisti di 10,26 dollari (dati LSEG).

Raccomandazioni analisti

Apple

JP Morgan: buy e prezzo obiettivo confermato a 240 dollari.

UBS: neutral e target price sempre a 210 dollari.

Microsoft

RBC: buy e prezzo obiettivo ribadito a 525 dollari. JP Morgan

Wells Fargo Securities: sell e target price aumentato da 300 a 320 dollari.

Walt Disney

Loop Capital: sell e prezzo obiettivo incrementato da 125 a 130 dollari.

Marvell Technology

BofA Securities: da buy a neutral e target price alzato da 72 a 80 dollari.

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