Wall Street chiusa, si teme ancora per l’intervento USA in Medio Oriente

La Borsa di New York oggi resterà ferma per festività ma il sentiment dei mercati resta di risk off a causa della possibile estensione del conflitto in Iran.
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Wall Street oggi chiusa
Silenzio a Wall Street in questa giornata caratterizzata dai timori di un allargamento del conflitto tra Israele e Iran mentre ieri la Federal Reserve ha lasciato fermi i tassi di interesse.
Se la Borsa di New York oggi è chiusa per il Juneteenth National Independence Day, la giornata che celebra la fine della schiavitù negli Stati Uniti, il dollaro cede i guadagni della mattinata nei confronti dell’euro e la coppia EUR/USD resta a 1,1480.
Stabile anche il Bitcoin, a 104.700 dollari, mentre l’oro perde lo 0,50%, appena sotto quota 3.400 dollari (future).
Il petrolio continua a guadagnare: il Brent sale a 77,60 dollari al barile e il future sul greggio WTI scambia a 74,40 dollari.
I timori del conflitto
Si susseguono le voci di un possibile coinvolgimento degli Stati Uniti nel conflitto tra Israele e Iran, tenendo sulle spine gli investitori.
Secondo fonti di Bloomberg, alti funzionari statunitensi si starebbero preparando alla possibilità di un attacco contro l'Iran nei prossimi giorni. Alcuni di loro hanno parlato di potenziali piani per un attacco nel fine settimana e i massimi dirigenti di alcune agenzie federali hanno iniziato a prepararsi per l’entrata in guerra degli USA.
"Gli operatori di mercato rimangono nervosi e incerti", spiega Kyle Rodda, analista senior dei mercati finanziari presso Capital.com. Si moltiplicano le speculazioni "sulla possibilità che gli Stati Uniti intervengano, cosa che segnerebbe un'escalation materiale e potrebbe invitare a ritorsioni dirette contro gli Stati Uniti da parte dell'Iran", ha affermato, aggiungendo che "uno scenario del genere aumenterebbe il rischio di un conflitto regionale più esteso, con implicazioni per l'approvvigionamento energetico globale e probabilmente per la crescita economica".
Le decisioni della Fed
Ieri la Federal Reserve ha mantenuto i tassi di interesse nel range precedente di 4,25-4,50%, decisione presa all’unanimità, e ha fornito ai mercati alcuni segnali contrastanti, mantenendo le proiezioni di due tagli di un quarto di punto dei tassi quest'anno.
Il presidente della Fed, Jerome Powell, ha espresso una nota di cautela riguardo a un ulteriore allentamento, affermando nella sua conferenza stampa che si aspetta un'inflazione "significativa" come risultato delle tariffe commerciali aggressive di Trump.
Le incertezze però sono molte e, anche solo rispetto a marzo, la convinzione di poter procedere con due riduzioni si va dileguando: ben sette componenti della Fed stimano infatti che non ci sarà nessun allentamento quest'anno rispetto ai quattro dello scorso marzo. Altri due puntano invece a una sola riduzione del costo del denaro. A prevedere due sforbiciate sono in otto, meno dei nove di qualche mese fa.
"L'economia è in una posizione solida", ha detto Powell assicurando l'impegno della Fed a perseguire il raggiungimento dei suoi due obiettivi, quelli della stabilità dei prezzi e della massima occupazione. Gli effetti dei "cambi nelle politiche commerciali e di bilancio restano incerti" e la politica monetaria della Fed resta "ben posizionata" per attendere ulteriori informazioni prima di decidere le prossime mosse, ha aggiunto.
La view degli esperti
Secondo gli analisti di MUFG, la Fed "sta sottovalutando la debolezza dell'economia che era presente prima dello shock tariffario quasi ignorando le crepe che sono state visibili nel mercato del lavoro per anni". "Manteniamo la nostra opinione che più aspettano ad allentare la politica monetaria, più potrebbero aver bisogno di fare", proseguono gli esperti.
"La riunione odierna del FOMC ha avuto un tono accomodante, con il Dot Plot che continua a segnalare due tagli dei tassi quest'anno, nonostante le revisioni al rialzo delle previsioni d'inflazione a breve termine da parte dei membri. Implicitamente, i membri del FOMC continuano ad aspettarsi che l'inflazione più alta nel breve periodo si riveli in gran parte transitoria, e la loro tolleranza verso un aumento della disoccupazione rimane bassa. Ci aspettiamo che la Fed mantenga i tassi invariati alla riunione del prossimo mese, ma riteniamo che si possa aprire un percorso verso la ripresa del ciclo di allentamento più avanti quest'anno, qualora il mercato del lavoro si indebolisse", sottolinea Simon Dangoor, head of Fixed Income Macro strategies di Goldman Sachs Asset Management.
"La decisione della Fed di mantenere invariati i tassi sottolinea il delicato equilibrio che deve affrontare in un contesto caratterizzato da inflazione persistente, rallentamento della crescita statunitense e maggiore incertezza politica", spiega Robert Lind, Economista di Capital Group. "Sebbene i dazi e le tensioni geopolitiche abbiano pesato sul sentiment e sull'attività economica, riteniamo che questo sia il momento di rimanere concentrati sui fondamentali a lungo termine. La storia dimostra che i mercati sono in grado di adattarsi e riprendersi, anche di fronte a perturbazioni significative. In questo contesto, continuiamo ad adottare un approccio misurato, privilegiando il tempo e non il market timing, e rimaniamo ancorati a un'analisi disciplinata e bottom-up per navigare attraverso la volatilità e identificare opportunità durature", conclude l’economista.
Raccomandazioni analisti
Marvell Technology
BofA Securities: buy e prezzo obiettivo incrementato da 80 a 90 dollari.
IBM
BofA Securities: buy e target price alzato da 290 a 320 dollari.
Nike
Barclays: neutral e target price tagliato da 60 a 53 dollari.
Needham: buy e prezzo obiettivo diminuito da 75 a 66 dollari.
Target Corporation
Argus: buy e target price ridotto da 150 a 135 dollari.
Wells Fargo
Raymond James: buy e prezzo obiettivo tagliato da 78 a 84 dollari.
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