Wall Street intimorita dalla guerra in Medio Oriente

Wall Street intimorita dalla guerra in Medio Oriente

Il possibile perdurare della crisi nella regione indebolisce i mercati e attrae gli investitori verso i beni rifugio come dollaro e oro a discapito dell’azionario, mentre il possibile coinvolgimento nel conflitto di altri produttori di petrolio fa salire anche i prezzi dell’energia.

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Verso un’apertura negativa a Wall Street

Inizio di settimana in rosso per Wall Street sui timori provocati dal conflitto scoppiato in questi giorni in Medio Oriente.

I future sul Nasdaq cedono lo 0,80% a circa un’ora dall’avvio delle contrattazioni, seguiti in scia dai contratti sullo S&P500 (-0,60%) e da quelli sul Dow Jones.

Tempi lunghi

Il conflitto in Medio Oriente sta attirando vendite sull’azionario, alla luce anche di una prospettiva che non vede una possibile fine nel breve periodo.

Israele sta cercando di riconquistare le città nella Striscia di Gaza reagendo all’attacco di Hamas con un attacco che ha ucciso più di 400 persone.

Per stessa ammissione degli israeliani, l’offensiva sta richiedendo più tempo del previsto e “la portata dell'attacco e la perdita di vite umane implicano che la risposta probabilmente durerà per alcuni mesi, potenzialmente fino alla fine dell'anno”, prevede Mohit Kumar, capo economista per l'Europa presso Jefferies.

Il rischio geopolitico non tende a persistere a lungo sui mercati, ma ci sono molti impatti di secondo ordine che potrebbero manifestarsi nelle settimane, nei mesi e negli anni a venire dagli sviluppi dello scorso fine settimana”, spiega lo stratega della Deutsche Bank, Jim Reid.

I beni rifugio

L’oro torna a svolgere la sua funzione di bene rifugio e sale (+1%) a 1.863 dollari l’oncia, mentre si rafforza il biglietto verde nei confronti dell’euro, portando (-0,50) la coppia EUR/USD a 1,0528 e l’indice del dollaro sale a 106,50.

Con il mercato obbligazionario chiuso a causa del Columbus Day negli USA, luci puntati sugli ETF legati ai Titoli di Stato come l’iShares 20 Plus Year Treasury Bond ETF, in crescita nel pre-market dopo essere crollato del 4% la scorsa settimana, al pari dell’iShares 7-10 Year Treasury Bond ETF dell’iShares 1-3 Year Treasury Bond ETF.

“Stiamo assistendo ad una classica mossa da rifugio sicuro, ma direi che non vi è ancora alcun reale segno di panico”, secondo Stuart Cole, capo economista macro di Equiti Capital.

“Molto dipenderà dall'eventuale diffusione del conflitto e da eventuali interruzioni delle forniture di petrolio”, ha aggiunto Cole.

Petrolio si infiamma

Come conseguenza della guerra, i prezzi del petrolio balzano del 5%, sostenuti da speculazioni circa un possibile coinvolgimento nel conflitto da parte dei principali paesi produttori di greggio della regione.

Salgono anche le società energetiche legate come Chevron, Exxon Mobil, Marathon Oil e Occidental Petroleum, in crescita di circa il 3% ciascuna nelle contrattazioni precedenti all’apertura ufficiale di Wall Street.

Il rally dei prezzi del petrolio potrebbe aumentare le pressioni inflazionistiche, aumentando così le possibilità di un nuovo rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve, dopo che il rapporto sul lavoro della scorsa settimana aveva dato ulteriori indizi del proseguire della politica monetaria restrittiva da parte dell’istituto centrale.

Oggi, intanto, in assenza di dati macro, l’attenzione potrebbe concentrarsi sugli interventi dei membri della Fed Michael Barr, membro votante, e Lorie K. Logan. Presidente dell’istituto di Dallas.

Già sabato scorso Michelle Bowman, membro del board dei governatori, ha dichiarato che l'aumento dei prezzi dell'energia, “potrebbero invertire alcuni dei progressi registrati negli ultimi mesi in materia di inflazione”.

Notizie societarie e pre-market USA

Tesla (-2%): venduti 74.073 veicoli elettrici di produzione cinese nel mese di settembre, con un calo del 10,9% rispetto al mese precedente.

Netflix (-1%): annunciata la fine del piano gratuito in Kenya che negli ultimi due anni ha permesso agli utenti di accedere a un quarto dei suoi spettacoli e film senza pagare.

Chevron (+2): ricevute istruzioni dal ministero dell'Energia israeliano di chiudere il giacimento di gas naturale Tamar al largo della costa settentrionale del paese.

Walt Disney Co (+1%): uno dei suoi maggiori investitori, Trian Fund Management, ha aumentato la propria partecipazione.

Mirati Therapeutics (-5%): verrà acquisita da Bristol-Myers Squibb per un valore massimo di 5,8 miliardi di dollari.

Raccomandazioni analisti

Rivian

Wedbush: ‘buy’ e prezzo obiettivo ridotto a 25 USD dai precedenti 32 dollari.

Spotify

Redburn: ‘neutral’ e target price diminuito da 170 USD a 160 dollari.

Levi Strauss

JPMorgan Chase: ‘neutral’ e prezzo obiettivo sceso da 16 USD a 17 dollari.

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