Wall Street verso un’apertura incerta a inizio settimana


La settimana scorsa i dati sull’inflazione avevano sostenuto i principali indici di New York, ma nel fine settimana sono intervenuti membri della Fed per ribadire che la strada da fare è ancora lunga e l’istituto centrale continuerà sulla stessa strada di rialzi dei tassi fino a quando non vedrà segnali continuativi di un rallentamento dei prezzi.


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Wall Street e inflazione

Inizio di settimana incerto a Wall Street dopo i guadagni della scorsa settimana arrivati a seguito del dato sull’inflazione migliore del previsto.

Oggi i future USA sui principali indici scambiano in ribasso, con flessioni tra lo 0,4% (Nasdaq) e 0,20% (S&P500), lasciando presagire un’apertura intorno la parità per Wall Street.

L’aumento del livello dei prezzi annuale nel mese di ottobre comunicato giovedì era sceso al 7,7% dall’8,2% di settembre, rispetto al 7,9% atteso, anche se il dato ‘core’ (+6,3% dal 6,5% atteso) resta sui massimi degli ultimi 40 anni.

Livelli che avevano acceso l’entusiasmo a Wall Street, con il Nasdaq Composite che aveva messo a segno la migliore settimana da aprile e lo S&P500 quella da giugno.

“La sorpresa del ribasso dell’indice dei prezzi al consumo si allinea a un’ampia gamma di indicatori che segnalano una flessione dell’inflazione globale che dovrebbe incoraggiare una moderazione del ritmo di inasprimento della politica monetaria da parte della Fed e altrove” sottolineava Bruce Kasman, responsabile della ricerca economica di JP Morgan.

Messaggio positivo che, però, “deve essere mitigato dalla consapevolezza che il rallentamento dell'inflazione è ancora scarso affinché le banche centrali possano dichiarare compiuta la loro missione e probabilmente si verificheranno ulteriori inasprimenti”.

Guardare il punto finale

Nel weekend era intervenuto il membro del consiglio dei governatori della Federal Reserve, Christopher Waller, il quale, seppur riconoscendo che “siamo a un punto in cui possiamo iniziare a pensare forse di andare a un ritmo più lento”, avvisava che la Fed non si sta ammorbidendo, ma occorre “smettere di prestare attenzione al ritmo e iniziare a prestare attenzione a dove sta andando il punto finale”, ribadendo che “fino a quando non abbasseremo l'inflazione, quel punto finale è ancora lontano”.

Il dato di giovedì, avvisava il banchiere, rappresenta certamente una prova dell’abbassamento dell’inflazione, ma si tratta solo di uno dei set di dati necessari: “prima di iniziare davvero a togliere il piede dal freno avremo bisogno di vedere una serie continua di questo tipo di rallentamento dell’inflazione”.

Pertanto, invitata Waller, “tutti dovrebbero semplicemente fare un respiro profondo e calmarsi, in quanto abbiamo ancora molta strada da fare e fino a quando non riusciremo a far scendere l’inflazione, la fine (delle strette monetarie) rimarrà lontana”.

Calo dell’inflazione che, prevedono da Goldman Sachs, potrebbe arrivare solo nel corso del prossimo anno.

L’istituto americano, infatti, si attende un indice sulla spesa per consumi personali core (PCE), valore molto considerato da parte della Federal Reserve per valutare le proprie decisioni di politica monetaria, al 2,9% negli Stati Uniti entro dicembre 2023 rispetto al 5,1% attuale.

Notizie societarie principali e relativi movimenti nel pre-market USA

Eli Lilly (+2%): la concorrente svizzera Roche ha annunciato il mancato obiettivo nel corso del test di Fase III per il suo farmaco contro l’Alzheimer (Gantenerumab).

Satsuma Pharmaceuticals Inc (-80%): il suo farmaco contro l’emicrania (STS101) non ha raggiunto gli obiettivi principali in fase di test e non investirà sulla sua commercializzazione, esplorando invece altre alternative.

SNDL Inc. (+8%): profitti in crescita del 74% nel terzo trimestre (13,76 milioni di dollari), con un margine lordo da record (50,3 milioni).

Enphase Energy Inc (+3%): il produttore/installatore di impianti solari entrerà a far parte dell’indice Nasdaq-100 al posto di Okta Inc (-2%).

Oatly Group AB (-13%): ridotte le previsioni di vendite per l’anno fiscale 2022 a 700-720 milioni di dollari, rispetto alla precedente previsione di 800-830 milioni a causa delle restrizioni in Asia decise per contenere il Covid 19.

Tyson Foods Inc (+2%): fatturato per l’esercizio 2023 previsto tra i 55 e i 57 miliardi di dollari, oltre i 53,60 miliardi previsti dal consenso di Refinitiv, mentre le vendite trimestrali hanno battuto le aspettative della stessa società, anche se l’utile per azione non è stato raggiunto.

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