World Outlook 2026, un anno "tutt'altro che banale" per Deutsche Bank

Il 2026 sarà un anno di svolta per l’economia globale: crescita moderata ma più resiliente, inflazione ostinata, banche centrali pronte a un cambio di rotta e rischi geopolitici tutt’altro che marginali. Il nuovo World Outlook 2026 di Deutsche Bank delinea uno scenario complesso, in cui la normalizzazione monetaria, il riassetto delle supply chain, le tensioni tra Stati Uniti e Cina e l’impatto dell’AI ridefiniranno traiettorie di mercato e strategie d’investimento. Un contesto che richiederà selettività, attenzione ai segnali e consapevolezza dei nuovi equilibri che stanno emergendo.
Indice dei contenuti
Crescita globale in rallentamento, ma non in stallo
L’economia mondiale si muove verso una fase di espansione più lenta ma stabile, con un Pil globale che dovrebbe mantenersi sopra il 3%. Lo si legge nel World Outlook 2026 pubblicato da Deutsche Bank, secondo cui Stati Uniti ed Eurozona mostrano un profilo molto diverso: Washington resta trainata da stimoli fiscali e investimenti nel manifatturiero avanzato, mentre in Europa il recupero procede in modo più graduale, frenato dal settore industriale tedesco e sostenuto dai consumi nel Sud del continente.
La banca tedesca segnala che il ciclo economico non è in fase di esaurimento. Al contrario, l’assenza di squilibri macro significativi, dal debito privato all’eccesso di investimenti, suggerisce una crescita potenziale superiore rispetto al periodo pre-pandemia, con un contributo strutturale derivante dalla spesa per transizione energetica e AI.
Inflazione ancora appiccicosa
Deutsche Bank osserva che l’inflazione globale sta scendendo ma resta più rigida del previsto nei servizi e nei salari. Gli Stati Uniti si avvicinano al target, ma con rischi di riaccensione legati a domanda interna solida e investimenti massicci. In Europa il percorso è più lento, mentre in Giappone si assiste a un cambiamento epocale: l’inflazione sopra il 2% non è più considerata eccezionale.
Secondo gli esperti della banca tedesca, il 2026 potrebbe rappresentare l’anno in cui il mondo entra in una fase di inflazione strutturalmente più alta, alimentata dal decoupling tra Occidente e Cina, dall’onshoring produttivo, dai vincoli demografici e dalla spesa pubblica crescente.
Per gli investitori significa una cosa precisa: fine dell’era dei tassi eternamente bassi.
La grande svolta delle banche centrali
La banca tedesca segnala che la Fed inizierà un ciclo di tagli graduali, mentre la Bce manterrà un orientamento più cauto. La BoJ resta sotto i riflettori, pronta a un cambio di paradigma dopo decenni di tassi negativi.
La vera incognita resta il nuovo presidente della Fed, che sarà nominato nella prima metà del 2026. Deutsche Bank evidenzia che il passaggio di consegne da Jerome Powell rappresenta uno degli eventi di mercato più significativi dell’anno, con potenziali riflessi su dollaro, Treasury e premi al rischio.
In questo contesto, il 2026 potrebbe essere l’anno della normalizzazione coordinata, con un allineamento più stretto tra le principali banche centrali e una riduzione progressiva della volatilità sui tassi.
Geopolitica
L’analisi di Deutsche Bank dedica largo spazio al rischio geopolitico, che resta elevato su più fronti. La competizione tra Stati Uniti e Cina continua a permeare commercio, tecnologia, valuta e catene globali del valore. Washington intensifica gli incentivi per la produzione domestica, mentre Pechino punta su autonomia tecnologica e consumi interni.
L’Europa resta esposta alle tensioni energetiche, alla guerra in Ucraina e alle dinamiche politiche interne. Al tempo stesso, l’Asia (con India e ASEAN in primo piano) emerge come polo di stabilità e motore di crescita futura.
Secondo la banca tedesca, la geopolitica non è più un “rumore di fondo”: è un driver strutturale del ciclo economico.
Stati Uniti
Deutsche Bank prevede per gli Stati Uniti un 2026 caratterizzato da espansione moderata ma robusta, sostenuta da investimenti pubblici record nei settori strategici, reshoring manifatturiero e domanda interna ancora resistente.
I rischi principali riguardano:
- la successione alla Fed,
- i possibili nuovi dazi commerciali,
- l’evoluzione del mercato del lavoro,
- il debito federale in rapido aumento.
Nel complesso, gli economisti della banca tedesca ritengono che gli Usa manterranno un vantaggio di crescita rispetto a Europa e Giappone, consolidando il ruolo di locomotiva del ciclo globale.
Europa
Il World Outlook 2026 segnala che l’Eurozona sta progressivamente uscendo dalla stagnazione del biennio precedente. Il miglioramento dei consumi in Francia, Spagna e Italia bilancia la debolezza industriale tedesca, creando una ripresa meno squilibrata rispetto al passato.
La Bce resta prudente, ma una dinamica salariale meno pressante rispetto agli Stati Uniti e una domanda interna più contenuta riducono i rischi di surriscaldamento.
Germania resta l’anello debole del continente, alle prese con:
- costi energetici elevati,
- transizione industriale complessa,
- investimenti pubblici insufficienti.
Il 2026 potrebbe segnare l’inizio di una fase di stabilizzazione, ma non ancora di pieno rilancio.
Cina
Deutsche Bank descrive un’economia cinese in transizione strutturale, con consumi sotto pressione, settore immobiliare indebolito e export volatili. Pechino sta puntando su misure fiscali selettive, sostegno alla domanda interna e obiettivi realistici di crescita, intorno al 4-4,5%.
Il rallentamento cinese non è visto come un rischio sistemico per i mercati globali, ma rappresenta un elemento chiave per materie prime, Asia e export europei.
La banca tedesca evidenzia che la Cina rimane un driver cruciale del ciclo mondiale, ma con un modello meno trainato da immobili e infrastrutture e più orientato a tecnologia e consumi.
Giappone
Come si legge nel report di Deutsche Bank, la normalizzazione della politica monetaria giapponese avrà un impatto significativo sugli asset globali. Il rialzo dei tassi della BoJ e la riduzione del carry trade in yen potrebbero alimentare volatilità su valute, bond e mercati emergenti.
La banca tedesca osserva che il Giappone sta vivendo una fase unica: inflazione sopra il 2%, salari in crescita e un cambio nei comportamenti di consumo. Per la prima volta da decenni, la politica monetaria nipponica diventa un market mover globale.
Asset class, obbligazionario favorito e dollaro più debole
Deutsche Bank prevede che il 2026 sarà un anno di favore per il reddito fisso, grazie all’allentamento monetario e al rientro dell’inflazione. I Treasury restano la base dei portafogli globali, mentre il credito investment grade offre valore selettivo.
Sull’azionario, la banca tedesca vede:
- opportunità nei settori legati all’AI,
- ripresa nei mercati europei più ciclici,
- rallentamento nei titoli mega-cap Usa.
Il dollaro dovrebbe gradualmente indebolirsi, riflettendo un eccesso di forza accumulato negli anni precedenti e un ciclo di tagli più marcato rispetto alle altre banche centrali.
Il rischio centrale del 2026
Il report conclude che il principale elemento di incertezza resta la nomina del nuovo presidente della Fed. Le diverse opzioni potrebbero generare traiettorie molto differenti per:
- tassi a lungo termine,
- valute,
- mercati emergenti,
- equity globale.
Per la banca tedesca, questo è “il vero market mover del nuovo anno”, più ancora del ciclo economico globale.
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