Adidas, parte bene il 2022 sostenuto dal buyback
Goldman Sachs conferma il giudizio Buy e alza il target price a 345 euro. Il mercato sta dando fiducia alle possibilità di ripresa del marchio tedesco dopo un anno complicato. Entro fine marzo acquisti di azioni proprie per 1 miliardo di euro.
La media dei target price indica un potenziale di rialzo del 25%.
In vista dei risultati del quarto trimestre e dell’intero esercizio 2021 gli analisti affinano le loro stime su Adidas e aggiustano i target price. Goldman Sachs mercoledì 19 gennaio ha confermato la raccomandazione Buy e ha alzato l’obiettivo di prezzo fra 12 mesi a 345 euro, dal precedente 335 euro. Una settimana prima Rbc aveva alzato il giudizio da Neutral a Buy fissando un target price di 325 euro.
Nel complesso, i 30 analisti censiti da MarketScreener indicano un target price medio di 317 euro, più alto del 25% rispetto all’attuale quotazione di Borsa di 256,5 euro. Le raccomandazioni di acquisto sono 18 contro due giudizi Sell e 10 Neutral.
Il mercato sta dando fiducia alle possibilità di ripresa di Adidas dopo un anno complicato. Il titolo, che nel 2021 è sceso del 16%, registra dall’inizio del nuovo anno un lieve progresso dello 0,5%, meglio dell’indice Dax della Borsa tedesca (-1,2%), e soprattutto meglio del concorrente Nike, in calo dall’inizio dell’anno del 12%.
A sostenere le quotazioni di Adidas aiutano gli acquisti di azioni proprie lanciati dalla società il 10 gennaio scorso all’interno di un programma di buyback da complessivi 4 miliardi di euro. La prima tranche del buyback da 1 miliardo di euro sarà completata entro fine marzo.
Nel 2021 i ricavi di Adidas sono saliti del 7,5%, contro il +2% del mercato.
L’industria dell’abbigliamento e delle calzature sportive si sta riprendendo lentamente dalla contrazione patita nel 2020 a causa del Covid. Secondo stime indipendenti, i ricavi totali del mercato globale dell’abbigliamento sportivo sarebbero saliti del 2% nel 2021 a circa 192 miliardi di dollari.
Adidas dovrebbe fare meglio del mercato: secondo il consensus degli analisti, i ricavi 2021 raggiungeranno i 21,29 miliardi di euro, in crescita del 7,5% sull’anno precedente. L’utile dovrebbe risultare il quadruplo del 2020, pari a 1,67 miliardi. Questo risultato lusinghiero sarà raggiunto nonostante i conti non entusiasmanti del quarto trimestre. I dati saranno diffusi il prossimo 9 marzo e gli analisti si aspettano un fatturato di 5,3 miliardi, in lieve calo dai 5,5 miliardi dello stesso periodo del 2020.
Dopo le acute sofferenze del 2020, che aveva registrato un calo dei ricavi del 14%, il 2021 era iniziato in maniera brillante con aumenti del fatturato rispettivamente del 27% e del 55% nel primo e nel secondo trimestre.
Il boicottaggio cinese per avere denunciato la violazione dei diritti umani.
In estate è arrivata la frenata, con i ricavi del terzo trimestre saliti solo del 3%, e buona parte di questo rallentamento è da imputare al boicottaggio che Adidas, al pari di altri marchi di abbigliamento occidentale come Nike e H&M, hanno subito in Cina per avere osato denunciare la violazione dei diritti umani nella regione del Xinjiang, dove si produce buona parte del cotone cinese.
Una campagna social pilotata dietro le quinte dalle autorità di Pechino ha portato i consumatori cinesi a disertare i negozi di Adidas e degli altri marchi che hanno osato denunciare che circa un milione di persone di origine uigura sono costrette a lavorare nei campi di cotone in condizione di schiavitù. Nel terzo trimestre 2021 le vendite di Adidas in Cina sono calate del 15%, mentre sono balzate quelle di Anta, il principale produttore cinese di abbigliamento sportivo, grande sponsor delle olimpiadi invernali di Pechino.
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