Aegon, il turnaround funziona e il rialzo dei tassi darà una mano


L’assicurazione olandese è in rialzo del 10% dall’inizio dell’anno, meglio dell’indice di settore. Il piano di rilancio varato due anni fa dal nuovo Ceo Lard Friese sta dando i frutti sperati. Forte crescita del dividendo, il ratio Solvency II è salito al 211% da 196%.


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Banche e assicurazioni pronte a beneficiare del rialzo dei tassi.

Con i tassi di interesse in pista di lancio per fermare l’inflazione, gli investitori accendono i riflettori sulle società finanziarie che potranno beneficiare di un aumento dei margini grazie al più alto costo del denaro. In prima fila ci sono le banche e le assicurazioni, che non vedono l’ora di uscire dalla politica dei tassi a zero adottata dalle banche centrali di Usa ed Europa per sostenere l’economia nella morsa della pandemia.

Fra le assicurazioni europee, l’olandese Aegon è particolarmente interessante, perché il cambiamento della politica monetaria viene a coincidere con i primi frutti della massiccia ristrutturazione avviata due anni fa dal nuovo Ceo Lard Friese. Al prezzo attuale di 4,8 euro, Aegon registra un rialzo del 10% dall’inizio dell’anno e del 31% negli ultimi 12 mesi, performance decisamente migliori dell’indice EuroStoxx Insurance che dall’inizio del 2022 segna +3,6% e negli ultimi 12 mesi è salito del 19%.

Ci sono buoni motivi per ritenere che il rialzo di Aegon possa continuare. Innanzitutto il titolo ha davvero molto da recuperare come performance, se si considera che, nonostante il recente apprezzamento, sulla distanza degli ultimi cinque anni l’azione Aegon non ha guadagnato nulla, anzi è scesa del 2%, a confronto con il +22% dell’EuroStoxx Insurance. E poi c’è il lavoro di ristrutturazione e rilancio che sta andando avanti con buoni risultati.

Sede in Olanda, ma attiva soprattutto in Usa e in Gran Bretagna.

Con sede a L’Aja, Aegon opera nel ramo Vita, nei fondi pensione e nell’asset management principalmente negli Usa (56% dei ricavi), in Gran Bretagna (29%) e in Olanda (19%).

Philip MacKellar, analista e portfolio manager di Contra the Heard Investment, ricorda tutte le delusioni patite come azionista di Aegon sotto la precedente gestione, caratterizzata da confusione operativa, mancanza di chiari obiettivi strategici, e un susseguirsi di piccole operazioni di M&A in giro per il mondo “che rendevano difficile una chiara valutazione”.

MacKellar è oggi un forte sostenitore del nuovo Ceo Lard Friese, manager olandese di 60 anni con forte esperienza nel campo assicurativo (è stato Ceo di NN Group e prima ancora ha lavorato a lungo in Ing). A partire dal 2020 Friese ha iniziato a tagliare i costi, ridurre il debito e rendere più semplice e lineare la gestione del business. In questi due anni Aegon ha venduto l’iconico Transamerica Pyramid Building di San Francisco per 650 milioni di dollari e ha incassato altri 830 milioni di euro dalla cessione delle attività assicurative in Est Europa. La strategia mira a concentrare le risorse nei business a più alto margine.

Gli obiettivi del piano: ridurre il debito, tagliare i costi, concentrare le risorse.

Fra gli obiettivi che Friese intende raggiungere entro il 2023 ci sono la riduzione del debito da 6,6 miliardi di euro a meno di 5,5 miliardi, un taglio dei costi di 400 milioni e la realizzazione di un free cash flow di circa 1,5 miliardi di euro. L’obiettivo del Ceo è arrivare a distribuire agli azionisti nel 2023 un dividendo di 0,25 euro per azione, dai 0,06 euro che era stato il dividendo del 2020. Al prezzo attuale dell’azione Aegon, un tale dividendo corrisponderebbe a un rendimento del 5,2%.

I risultati del quarto trimestre e dell’intero esercizio 2021, annunciati lo scorso 9 febbraio, mostrano che il turnaround è in pieno svolgimento e che la società ha raggiunto obiettivi superiori a quelli del piano in termini di risparmi sulle spese, generazione di capitale e riduzione del debito. Ai soci andrà un dividendo di 0,17 euro per azione. Il ratio Solvency II è salito al 211% da 196%.

Secondo MacKellar, le indicazioni del management sul 2022 sono rassicuranti in termini di ulteriori riduzione delle spese e free cash flow (sarà fra i 550 e i 600 milioni di euro), il che fa pensare che gli obiettivi del piano al 2023 possano essere largamente raggiunti e probabilmente superati.

Aegon ancora penalizzata da un gap di valutazione rispetto al settore.

Grazie a queste azioni di ristrutturazione e rilancio, Aegon dovrebbe chiudere il gap di valutazione che la penalizza rispetto alla media delle assicurazioni europee: l’azione Aegon oggi è scambiata a un P/E 2022 di 6,3 volte, rispetto a una media di settore di 8,2 volte. Il multiplo price-to-book è di 0,39 rispetto a una media di 0,69, il ROE (ritorno sul capitale) è del 3,49% rispetto a una media di 8,17%.

Gli analisti sono ancora prudenti ed evidentemente aspettano altre conferme prima di raccomandare con convinzione le azioni Aegon: al momento su 16 esperti che coprono il titolo solo cinque consigliano di comprare, 10 raccomandano di tenere le azioni in portafoglio (Hold), ma solo uno dice che Aegon è da vendere. La media dei target price è 5,13 euro, un obiettivo che implica un rialzo nei prossimi 12 mesi del 6%.

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