Aerei, treni e auto: le opportunità da cogliere nel settore trasporti
I trasporti stradali, ferroviari, aerei e navali si trovano in diverse fasi della transizione energetica. Come trarre profitto dagli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra?
A cura di Nicholette MacDonald-Brown, Head of European Blend Equities, e Arianna Fox, Analista European Equities presso Schroders
La decarbonizzazione si fa sempre più urgente
L’obiettivo europeo di riduzione del 55% delle emissioni di gas serra entro il 2030 è ambizioso e richiede cambiamenti consistenti specialmente in quei settori in cui le emissioni faticano a calare. Ne è un esempio il settore dei trasporti, dove sono necessarie strategie di riduzione ad hoc per ogni tipo di trasporto: stradale, ferroviario, aereo, navale.
“I rapidi cambiamenti consentiranno agli investitori di trarre vantaggio da eventuali anomalie di prezzo e in alcune aree il mercato potrebbe non riuscire a cogliere appieno le opportunità che si prospettano”, affermano Nicholette MacDonald-Brown e Arianna Fox di Schroders.
Più veicoli elettrici, meno emissioni su strada
Il trasporto stradale è responsabile di circa il 70% delle emissioni complessive di gas serra in Europa, una percentuale che potrebbe diminuire grazie alla tecnologia.
“I veicoli elettrici sono in prima linea per la decarbonizzazione del trasporto stradale e numerosi costruttori automobilistici europei si stanno trasformando in leader di mercato”, sottolineano le esperte di Schroders.
Volkswagen si è posta come obiettivo portare le vendite di veicoli elettrici in Europa almeno al 70% del totale entro il 2030: oltre un milione di veicoli. Stellantis punta a convertire il 70% delle utilitarie vendute in Europa in modelli a basse emissioni entro il 2030.
La società finlandese Neste è il principale produttore di gasolio rinnovabile, che riduce le emissioni fino al 90% rispetto al gasolio tradizionale.
Nel settore dell’idrogeno, Johnson Matthey, noto produttore di catalizzatori che depurano l’ambiente dalle emissioni, realizza le membrane che costituiscono il componente basilare delle celle a combustibile.
Un futuro sostenibile per il trasporto ferroviario
Fra i principali mezzi di trasporto, il settore ferroviario ha la minore impronta di carbonio: appena un ottavo rispetto al trasporto aereo e un terzo del trasporto stradale. Ma c’è ancora margine di miglioramento. Oltre a una tecnologia sempre più efficiente e meno inquinante, “le politiche dei governi sono sempre più concepite per incoraggiare il trasporto di merci e passeggeri su rotaia anziché su strada”, sottolineano MacDonald-Brown e Fox. Ad esempio, la Francia ha vietato i voli interni se esiste un'alternativa via treno realizzabile in due ore e mezza o meno.
Ad oggi l’elettrificazione rappresenta il 54% delle reti ferroviarie europee, c’è quindi ancora ampio spazio per sfruttarla.
Anche l’innovazione giocherà un ruolo importante nel settore. Alstom, per esempio, ha sviluppato treni alimentati a idrogeno, già operativi in Germania e in altri Paesi, che rilasciano come gas di scarico esclusivamente acqua.
Secondo le esperte di Schroders, “le opportunità per gli investitori aumenteranno alla luce dell’aumento della domanda del trasporto ferroviario, degli ordini di nuovi treni e della modernizzazione delle flotte esistenti”.
SAF, il carburante sostenibile per aerei
Sebbene negli ultimi anni il miglioramento dell’efficienza dei combustibili abbia contribuito a ridurre le emissioni del trasporto aereo, a tale risultato si è contrapposta la crescita del traffico, frenata solo dalla pandemia.
Tra i carburanti alternativi, Neste ha sviluppato un combustibile sostenibile per il settore aeronautico in grado di abbassare le emissioni di GHG fino all’80% rispetto al carburante tradizionale per aerei: il SAF, ricavato da oli esausti e scarti di grasso animale e ittico dell’industria alimentare. Combustibile già utilizzato da Lufthansa e KLM, in combinazione con il carburante fossile, sui voli in partenza da Francoforte e Schiphol.
In futuro sentiremo sempre più parlare di SAF: a luglio la Commissione Europea ha pubblicato il progetto RefuelEU Aviation, che ambisce al suo utilizzo per una quota minima del 5% entro il 2030, destinata a salire al 63% entro il 2050. La Commissione “ha inoltre proposto di rimuovere l’esenzione delle imposte sul cherosene per gli aerei e di revocare i permessi gratuiti sulle emissioni di gas serra del settore aeronautico europeo entro il 2026”.
La spinta per un trasporto navale green
La Commissione europea ha fatto sentire la sua voce anche nel trasporto navale, dove mira a revocare l’esenzione fiscale sui combustibili pesanti impiegati dall’industria marittima. Al contempo, la Commissione intende eliminare le imposte sui carburanti sostenibili e il Sistema europeo per lo scambio di quote di emissione di gas serra sarà ampliato per includere tale settore.
Le normative globali esistenti mirano a limitare il contenuto di zolfo dei combustibili navali, “ma studi recenti suggeriscono che l’olio combustibile a basso tenore di zolfo potrebbe in realtà causare l’aumento delle emissioni di black carbon (inquinante) e una performance subottimale del motore rispetto all’olio combustibile ad alto tenore di zolfo (HSFO)”.
Tra le fonti combustibili alternative, le batterie si adattano solo a navi di piccole dimensioni utilizzate in tragitti brevi, mentre il gas naturale liquido emette meno CO2, anidride solforosa o black carbon rispetto all’HSFO, ma produce grandi quantità di metano.
Nel lungo periodo, sono l’idrogeno verde e l’ammoniaca le due soluzioni promettenti a zero emissioni di carbonio. L’idrogeno ha una densità energetica sufficiente per essere utilizzato su navi di grandi dimensioni e in tragitti lunghi; inoltre, combinato all’azoto produce ammoniaca, che è più facile da stoccare.
Le opportunità di investimento
Nel settore stradale e ferroviario, dove le tecnologie sono già disponibili, gli investitori possono sostenere le aziende più virtuose e meglio posizionate per trarre vantaggio dalla crescente domanda.
Nel settore navale e dell’aviazione, le tecnologie necessarie per la decarbonizzazione sono ancora in una fase relativamente prematura. "Si prospetta un’enorme opportunità in questo settore per gli investitori, che possono così sostenere e puntare su aziende innovative capaci di sviluppare tecnologie e prodotti che renderanno la transizione realtà", concludono da Schroders.
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